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Corridoi ed efficienza logistica dei territori, la ricerca di SRM e Contship

Corridoi ed efficienza logistica dei territori, la ricerca di SRM e Contship

Contship ed SRM (centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) hanno presentato la quinta edizione della Survey “Corridoi ed efficienza logistica dei territori”, con lo scopo di portare elementi di analisi di rilievo per accrescere la competitività della logistica italiana.

L’indagine ha interessato 400 aziende manifatturiere che esportano e/o importano via mare utilizzando i container localizzate in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Le tre regioni rappresentano circa il 40% del PIL e il 53% del commercio estero italiano e un’importante quota del proprio commercio avviene via mare (il 31% per la Lombardia, il 38% per il Veneto e il 39% per l’Emilia Romagna).

La digitalizzazione diventa driver strategico per il nostro tessuto logistico-manifatturiero

  • Il 61% delle imprese intervistate ritiene la digitalizzazione fondamentale per la propria supply chain e tale percentuale arriva a coprire quasi tutto il campione (98%) se aggiungiamo quelle che ritengono sia mediamente importante.
  • A motivare principalmente le imprese a investire in digitalizzazione sono “la possibilità di migliorare l’efficienza e presidiare tutte le fasi dei processi” (opzione scelta dal 56% delle imprese) e “la qualità dei propri servizi” (55%).
  • Passando alle criticità che devono affrontare i sevizi digitali, Il 31% delle imprese chiede un servizio fruibile per sé e i propri clienti e il 30% la possibilità di abbassare i costi di trasporto.

La guerra Russia-Ucraina ha avuto un impatto sulle nostre supply chain

  • 42% è la percentuale di imprese che dichiara di aver avuto criticità nella catena logistica a causa della guerra tra Russia e Ucraina: in tutte le fasi della supply chain (26%), solo in import (11%) e solo in export (5%).
  • La maggior parte delle imprese che ha riscontrato problematiche, si è ha affermato di essere stata impreparata ad affrontarli. Infatti, il 42% dichiara di non aver ancora trovato una soluzione adatta. Il 21% delle imprese si sta adoperando a trovare una copertura assicurativa, il 19% si sta indirizzando verso operatori logistici strutturati ad affrontare il problema e il 16% sta optando per una diversificazione delle materie prime in import e dei prodotti in export.

Il reshoring, un fenomeno da monitorare

  • Uno dei fenomeni che ha avuto origine a seguito degli effetti della pandemia sulle catene logistiche, specie quelle più lunghe, è sicuramente il reshoring. In base allo studio, l’11% delle imprese con sedi all’estero ha già pianificato o ha intenzione di riavvicinare parte o tutta la produzione delocalizzata.
  • Il 38% di queste, intende ottenere una maggiore autonomia produttiva a vantaggio della resilienza. Il 37% vuole migliorare la qualità dei prodotti così da poter aggredire le fasce alte di mercato. Il 25% intende conseguire un considerevole efficientamento produttivo.

La sostenibilità sta diventando parte integrante nella strategia delle imprese

  • l’81% delle imprese (in forte crescita rispetto al 35% del 2021) include la sostenibilità all’interno della propria governance (con picchi di oltre il 90% in Lombardia ed Emilia Romagna), e il 57% lo fa da addirittura da quando è nata l’impresa.
  • Il 70% delle imprese (il 54% nel 2021) dichiara che i propri clienti attribuiscono un valore alto o molto alto alla sostenibilità ambientale (66% per la Lombardia, 69% per il Veneto e 76% per l’Emilia Romagna) e il dato cresce all’87% nella prospettiva dei prossimi due anni.

Corridoi logistici portuali

  • Partiamo dalla tratta azienda-porto. Il trasporto intermodale resta poco utilizzato nelle nostre regioni di analisi. In export, solo il 2% delle imprese utilizza la modalità strada-ferro (13% è il dato della media 2019-2022).  5% è il dato per l’import (16% la media 2019-2022).
  • Per quanto riguarda i porti in export, Genova resta il porto più utilizzato (è tra le prime due preferenze per il 78% delle imprese). Se consideriamo la media 2019-2022, Genova resta primo (78%), seguito da Venezia (26%) e da La Spezia (16%).
  • In import, Genova è l’opzione scelta dal 66% delle imprese. Se consideriamo la media 2019-2022, Genova resta primo (74%), seguito da Venezia (20%), Ravenna (18%) e da La Spezia (12%).
  • Per quanto riguarda i mercati di destinazione del nostro export via mare, il 40% delle aziende predilige mercati europei (Spagna e Regno Unito in testa); il 37% esporta in Asia (in modo particolare in Turchia e in Cina); il 32% delle imprese esporta in Nord America (23% negli Stati Uniti).
  • Per i mercati di origine dell’import via mare, infine, il 66% delle imprese ha indicato un mercato asiatico tra le prime due preferenze (Cina e India le prime due opzioni); il 16% opta per l’Europa (Spagna e Regno Unito in primis). Segue infine il Nord America, scelto dal 14% delle imprese (Stati Uniti in particolare).

Nota: Per i porti e i mercati alle imprese è stata data la possibilità di esprimere due preferenze per cui la somma delle percentuali non dà 100%.

Gestione logistica: Cresce il numero di imprese che affida la logistica in outsourcing

  • Il numero di imprese che affida la logistica in outsourcing nelle operazioni di export è aumentato, passando dal 66% del 2022 al 77%. Discorsi simili valgono nelle operazioni di import, con l’82% delle imprese che dà in outsourcing la logistica (dal 66% del 2022);
  • Le imprese optano per lo spedizioniere nella logistica conto terzi. Dalla survey emerge che il 58% delle imprese utilizza prevalentemente gli spedizionieri, il 20% le compagnie marittime, il 10% autotrasportatori di fiducia, l’8% si rivolge ad aziende di trasporto multimodale.
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