Terzo Rapporto con Einaudi sul mondo postglobale: “Il mondo ha perso la bussola”
Intesa Sanpaolo e il Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi hanno presentato il terzo Rapporto sul mondo postglobale dal titolo “Il mondo ha perso la bussola”, che mette a fuoco i temi dell’adattamento ai cambiamenti e ricerca soluzioni per adattare le sfide in corso con il mantenimento della crescita.
Di seguito i principali temi del Rapporto:
"Mentre il mondo «ha perso la bussola», il sistema finanziario si è fatto carico, pilotato dalle banche centrali, della realizzazione di una politica monetaria di contenimento dell’inflazione.
Dobbiamo dire che i sistemi finanziari si sono dimostrati, negli ultimi dieci anni, decisamente antifragili. L’antifragilità è una caratteristica che dovremmo riscoprire, anche a livello politico; è la caratteristica per cui un sistema complesso come l’economia – a fronte di disequilibri inattesi, caotici, tipici di quando «si perde la bussola» – riesce ad apportare adattamenti, per esempio attraverso mutamenti delle relazioni tra le sue parti, grazie ai quali la crisi si risolve in un irrobustimento del sistema stesso.
Il Rapporto è un’utile guida per leggere i fatti senza farsi trarre in inganno dagli eventi quotidiani e senza semplificare le soluzioni ai problemi. Il lettore comprende come la fine della globalizzazione sia un momento importante proprio per non perdere la bussola, ma per recuperarla".
Dalla presentazione di Gian Maria Gros-Pietro, Presidente di Intesa Sanpaolo
Dall’agricoltura alla finanza, le certezze sono finite
Istruzione
Diminuisce il livello di istruzione, specie nei paesi OCSE, con una tendenza negativa nell’apprendimento degli studenti, iniziata già prima della pandemia del Covid-19. Migliori risultati dagli studenti dell’Asia Orientale (Giappone, Singapore e Corea del Sud).
La posizione dell’Italia nei test PISA vede risultati vicini alla media OCSE in matematica, superiori in lettura e inferiori in scienze. Si riflette sulla necessità di politiche scolastiche più incisive e di una maggiore percentuale di spesa pubblica in istruzione.
L'agricoltura deve fare i conti con una serie di problemi:
- le emissioni di gas serra dagli allevamenti intensivi e l'uso dei pesticidi;
- l'agitazione degli agricoltori europei contro le politiche ambientali dell'UE e la Politica Agricola Comune (PAC), i timori di competizione se l’Ucraina (grande produttore ed esportatore di cereali), entrasse nell'UE;
- i “costi nascosti” ambientali, sanitari e sociali dell'agricoltura, finora ignorati.
All’agricoltura si lega il tema delle "guerre dell'acqua" con le relative implicazioni geopolitiche (crisi idriche, disparità di accesso e consumo, rischi economici, ecc.).
Rallenta la crescita economica a livello globale, con un declino iniziato intorno al 2010-2012, ben prima della pandemia di Covid-19.
Europa e Stati Uniti, il futuro si nasconde dietro l’angolo
Problemi generali europei:
- le sfide economiche e geopolitiche del Vecchio continente, le sue vulnerabilità, la dipendenza da economie esterne
- le eredità negative della globalizzazione: squilibri e mancanza di regole efficaci
- la necessità di un “mix di politiche appropriato” per stimolare gli investimenti e sostenere l’innovazione
- i quattro pilastri per rilanciare il mercato unico: difesa, telecomunicazioni, energia e settore finanziario.
Il caso della Germania:
- a lungo "panzer" economico, grazie alla sua potente industria manifatturiera e alla sua capacità di esportazione, l’economia tedesca si trova ora di fronte a tensioni commerciali internazionali e a incerte politiche interne
- il settore automobilistico, uno dei pilastri della sua economia, sta vivendo un periodo di transizione con la necessità di innovazione tecnologica.
Gli Stati Uniti
La crescita economica degli Stati Uniti proviene principalmente dalla domanda interna e non dalla domanda internazionale. Si evidenzia una discrepanza tra la crescita della produttività e l'aumento dei salari reali, portando a una distribuzione del reddito più favorevole al capitale. Inoltre, si osserva una crescente insoddisfazione nel settore industriale e dei servizi.
I dati raccontano che è in atto una deindustrializzazione con la produzione manifatturiera e gli ordini di beni durevoli sotto i livelli del 2007.
2024: anno delle elezioni, anno dello scontento
Da maggio 2023 a novembre 2024 si avrà un numero senza precedenti di elezioni nazionali e sovranazionali, con almeno 64 paesi che votano nel solo 2024 (quasi la metà della popolazione mondiale, pari al 60% del PIL globale). Le elezioni sono osservate con preoccupazione, come un potenziale innesco di nuova instabilità economica e politica, piuttosto che come la conclusione di un ciclo precedente, anche perché i dati dicono che le democrazie complete sono diminuite dal 25% nel 2008 al 18% nel 2022.
In assenza di una cornice ideologica unificante, le persone tendono a fare scelte di voto basate su appartenenze sociali, territoriali, generazionali e culturali.
Le principali preoccupazioni degli elettori: economia, salute, cambiamento climatico, conflitti internazionali e immigrazione.
La percezione di un’economia “ingiusta” e la sfiducia nel sistema politico sono diffuse e una crescente preoccupazione tra gli elettori europei riguarda le guerre “sull’uscio”, cioè in Ucraina e a Gaza.
Le elezioni americane del 6 novembre 2024 sono particolarmente significative, poiché i loro risultati potrebbero influenzare l’equilibrio politico globale.
Pace o guerra
Dopo la caduta del muro di Berlino, la distribuzione del potere è più frammentata e instabile, con nuovi rischi sempre maggiori di tensioni e conflitti (dal 2011 il numero delle guerre è in aumento).
Quattro fattori stanno influenzando la crisi delle concezioni liberal- democratiche occidentali:
- l’obsolescenza delle istituzioni internazionali
- la redistribuzione del potere economico e geopolitico
- la debolezza del consenso internazionale
- la ricerca di alternative alle regole attuali.
La maggior parte dei conflitti mondiali è concentrata in Asia e in Africa, dove le dispute territoriali e le guerre civili sono le forme più comuni di conflitto.
Da rilevare anche una nuova corsa agli armamenti nucleari e convenzionali, data l’instabilità internazionale crescente.
Italia: «sulle buche sprecati vent’anni»
La pandemia ha portato in Italia una contrazione economica senza precedenti. Nonostante ciò, il Paese ha dimostrato resilienza, incrementando le esportazioni e contribuendo così alla crescita economica, seppur modesta.
Le misure di sostegno fiscale e il quantitative easing della BCE hanno fornito un cuscinetto vitale, ma il successivo rimbalzo del PIL, trainato dai consumi privati e dagli investimenti nel settore delle costruzioni, potrebbe non essere un indicatore di una ripresa economica sostenibile. Il settore delle costruzioni, dopo anni di declino, ha visto una rinascita grazie al Superbonus 110%; questo incentivo ha stimolato investimenti significativi, ma per una crescita duratura il settore deve orientarsi verso la rigenerazione urbana e l’efficienza energetica.
La politica industriale è stata a lungo pressoché dimenticata in Italia. Ora, con l’urgenza dell’elettrificazione e delle tecnologie verdi, è imperativo che l’Italia rinnovi il suo impegno in questo settore, essenziale per una crescita economica robusta e sostenibile. Il PNRR rappresenta una chance unica per affrontare le problematiche strutturali del sistema produttivo italiano, con un occhio di riguardo verso l’aumento della produttività.
A proposito di regioni italiane e libertà economica, il Centro Einaudi ha sviluppato negli anni l’Indice della Libertà Economica delle Regioni Italiane (ILERI) uno strumento che misura vari aspetti del “vivere economico” regionale. La libertà economica risulta un catalizzatore per la competitività, l’attrattività e la crescita, ma richiede politiche mirate che considerino le specificità regionali.
Data ultimo aggiornamento 31 maggio 2024 alle ore 15:08:06