Distretti agroalimentari: nuovo record export nel 2024, superati €28 miliardi
15 maggio 2025
L'export dei distretti agroalimentari italiani ha raggiunto un nuovo record nel 2024, superando la soglia di €28 miliardi di vendite sui mercati esteri, con un incremento di €1,9 miliardi rispetto al 2023 (+7,1%).
I dati emergono dal Monitor dei distretti agroalimentari italiani al 31 dicembre 2024, curato dal Research Department di Intesa Sanpaolo.
I distretti rappresentano il 42,5% del valore totale delle esportazioni del settore agroalimentare italiano.
La filiera protagonista di questa crescita è quella dell'olio, che ha registrato un progresso del 40,9% sui mercati esteri a prezzi correnti.
Seconda per contributo alla crescita è la filiera della pasta e dolci, con un incremento del 7,8% nel 2024.
I distretti del vino hanno superato €6,7 miliardi nel 2024, in crescita del 4%.
Anche altre filiere hanno contribuito positivamente:
- La filiera agricola ha superato i 4,1 miliardi di export (+4,7%), con ottimi risultati per l'Ortofrutta romagnola (+14,9%) e le Mele dell’Alto Adige (+18,9%), ma con una contrazione per la Nocciola e frutta piemontese (-15,2%).
- La filiera delle conserve è cresciuta del 3,5%.
- La filiera delle carni e salumi ha chiuso il 2024 con un incremento del 5,3%.
- I distretti del lattiero-caseario sono avanzati del 6,1%, trainati dal Lattiero-caseario parmense (+31%) che esporta il 25% negli USA, e dal Lattiero-caseario sardo, il più esposto al mercato americano con il 72% del totale.
- La filiera del caffè è cresciuta del 9,5%, con risultati positivi in tutti i distretti (Caffè, confetterie e cioccolato torinese +7,1%, Caffè di Trieste +15,5%, Caffè e confetterie del napoletano +10,7%).
- Molto positiva la dinamica dell'ittico del Polesine e del Veneziano (+10,8%).
- L'unica filiera in leggero calo è quella del riso (-1,7%).
Per quanto riguarda i mercati di destinazione, la Germania si conferma il primo partner commerciale (+6,9%). Buoni flussi anche verso la Francia (+4,8%), mentre il Regno Unito è stabile (+0,4%).
La maggior crescita si è registrata verso gli Stati Uniti (+14,9%). I dazi potrebbero colpire in particolare olio, vino e latticini, ma i prodotti italiani venduti negli USA, spesso di nicchia, legati al territorio e certificati DOP/IGP, potrebbero essere meno sensibili alle variazioni di prezzo per una clientela ad alto reddito.
Le economie emergenti hanno rappresentato il 20% dell'export e sono cresciute del 7,7% nel 2024. In particolare, si segnalano Polonia (+15,3%), Romania (+15,2%) e Cina (+9,7%).
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