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Distretti industriali: export positivo nei primi nove mesi del 2024

Distretti industriali: export positivo nei primi nove mesi del 2024

Nel terzo trimestre del 2024 l’export dei distretti industriali si conferma in territorio positivo, con un aumento tendenziale pari all’1,3% a prezzi correnti. Si tratta del secondo aumento consecutivo, dopo quello riportato nei mesi primaverili che aveva segnato un’inversione di tendenza dopo quattro trimestri in cui si era stato registrato un lieve calo. Il bilancio dei primi nove mesi dell’anno è positivo ed evidenzia un progresso pari allo 0,6% rispetto al corrispondente periodo del 2023.

Si assiste dunque a una sostanziale tenuta dei valori esportati dai distretti, in un contesto di debolezza degli scambi mondiali.

In momenti come questi tende ad aumentare l’eterogeneità dei risultati, sia tra settori, sia all’interno dei settori. Mostrano una migliore evoluzione i comparti che possono contare su una domanda aciclica: è questo il caso della filiera agro-alimentare. Sono, invece, più in difficoltà i settori specializzati in prodotti voluttuari, come possono essere alcune tipologie di beni di consumo. Ma anche all’interno di questi comparti vi sono aziende che stanno continuando a crescere, forti di un buon posizionamento strategico (in termini di qualità, innovazione, tecnologia) e di un efficace presidio dei mercati in crescita.

Nell’ultima parte dell’anno l’evoluzione dell’export dei distretti industriali italiani continuerà a essere condizionata dalla debole dinamica degli scambi mondiali di merci. Resterà pertanto alta la dispersione dei risultati, in funzione del settore di specializzazione, delle aree geografiche presidiate e del posizionamento strategico. Sarà importante cogliere le opportunità che potranno venire da alcuni mercati, soprattutto da quelli extra-europei, che in questa fase sono caratterizzati da migliori condizioni di domanda. Tra questi i paesi Opec, il Mercosur e i paesi Asean.

Il ritorno a una crescita diffusa dei distretti si potrà osservare nel corso del 2025, quando, soprattutto, in Europa, inizieranno a farsi sentire gli effetti del rientro dell’inflazione e della riduzione dei tassi di interesse. Ne potranno trarre beneficio soprattutto i distretti specializzati in beni di investimento, spinti anche dalla doppia transizione digitale ed energetica.

Si tratta di uno scenario complesso, caratterizzato anche da diversi fattori di rischio e incertezza, legati ai conflitti alle porte dell’Europa, alle forti tensioni geopolitiche internazionali, alla grande discontinuità rappresentata dall’elezione di Donald Trump. E’ difficile in questa fase stimare gli effetti degli interventi annunciati in campagna elettorale: molto dipenderà dall’effettiva implementazione e dalla capacità di reazione del tessuto produttivo italiano.

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