Trump 2.0: effetti sull'economia globale e italiana
14 marzo 2025
"Il 2025 è un anno di forte discontinuità con il passato, con un nuovo scenario mondiale nel quale le imprese manifatturiere italiane dovranno riorientarsi per cogliere le opportunità del cambiamento, puntando sulla diversificazione dei mercati anche grazie alla riduzione dei tassi di interesse della Bce"
Gregorio De Felice, Chief Economist di Intesa Sanpaolo
Il Capo Economista di Intesa Sanpaolo, Gregorio De Felice, è intervenuto all'inaugurazione del Festival Treviso Città Impresa, evento sostenuto dalla Banca.
Di seguito gli highlights dello speech di De Felice:
Politiche commerciali protezionistiche e reazioni internazionali
L'agenda di Trump prevede una stretta protezionistica con misure settoriali e bilaterali, con l'annuncio di misure più ampie previste per aprile. La risposta dei Paesi colpiti da dazi non si è fatta attendere con il Canada che ha alzato i dazi su alcuni prodotti americani con l'obiettivo di generare 125 miliardi di dollari di entrate. La Cina ha alzato i dazi (10-15%) sull'agro-alimentare USA, mentre il Messico ha annunciato misure simili. Una guerra dei dazi rappresenta una minaccia per la crescita globale.
Impatto macroeconomico e previsioni di crescita
Gli indici di incertezza sulle sulle politiche economiche sono in netto rialzo, su livelli simili a quelli raggiunti durante la pandemia.
Negli Stati Uniti si osservano segnali di rallentamento economico, con una frenata più pronunciata del PIL attesa dal primo trimestre 2025. Aumentano le attese per un possibile allentamento dei tassi da parte della FederalReserve (si prevedono due tagli di 25 punti base dei fed funds nel 2025).
Nell'Area Euro si attende una crescita moderata (0,8% nel 2025), legata alla ripresa dei consumi, ma con rischi per il manifatturiero, in caso di mancato accordo sui dazi o prolungata guerra commerciale. L'Italia è vista con una crescita economica intorno all'1% nel biennio 2025-26, trainata dai consumi finali, ma con forti rischi al ribasso. La Germania potrebbe fornire un forte stimolo all'Eurozona grazie a un accordo per un significativo incremento della spesa militare e per un nuovo fondo per le infrastrutture da 500 miliardi di euro.
Politiche monetarie e fiscali
Si prevede un calo dei tassi BCE al 2%, sebbene con qualche incertezza in più a causa della persistenza dell'inflazione nei servizi e dell'incertezza geopolitica. Le politiche di bilancio negli USA sono espansive, con la proroga dei tagli fiscali, solo in parte coperta da riduzioni di Medicare e Medicaid.
Le imprese italiane e l'esposizione agli USA
I dazi imposti dalla nuova Amministrazione Trump colpiranno alcuni settori produttivi italiani più di altri. Meno esposti saranno, ad esempio, il farmaceutico, che annovera numerosi investitori statunitensi, e l’agroalimentare, che conta su consumatori in grado di far fronte, almeno in parte, agli aumenti. Altri settori, come la meccanica di precisione e la produzione di macchinari, potrebbero essere maggiormente colpiti, ma la specializzazione di molte nostre imprese e la qualità dei prodotti italiani rappresentano vantaggi competitivi che potrebbero non far diminuire la domanda anche con il rialzo dei prezzi.
Situazione in Veneto e Friuli-Venezia Giulia
Nel 2025 si prevede una crescita in chiaroscuro per Veneto e Friuli-Venezia Giulia, con il turismo e i servizi in crescita, mentre appare rinviata la ripresa per manifattura e commercio al dettaglio. Il Veneto è la quarta regione per export verso gli USA, mentre il Friuli-Venezia Giulia risulta più esposto della media italiana, con gli Stati Uniti primo sbocco commerciale dal 2015. La cantieristica traina l'export del FVG verso gli USA, mentre per la provincia di Treviso si segnala una forte crescita delle esportazioni verso gli Stati Uniti negli ultimi anni, con bevande, meccanica e mobili tra i principali settori.
Scarica la presentazione di Gregorio De Felice