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La svolta della politica monetaria USA

La svolta della politica monetaria USA

La riunione del FOMC del 25-26 gennaio dovrebbe preparare l’avvio dei rialzi a marzo, ormai segnalato esplicitamente dal Comitato nei discorsi delle ultime settimane. Comunicato e conferenza stampa dovrebbero dare indicazioni coerenti con un rialzo imminente, segnalando che le condizioni per la svolta dei tassi sono ormai praticamente raggiunte per la massima occupazione e superate per la stabilità dei prezzi. In questo contesto, il quadro economico sarebbe, ad avviso dei nostri economisti, in contrasto con un ulteriore aumento dello stimolo monetario. Pertanto, il FOMC potrebbe decidere di accelerare ulteriormente il ritmo del tapering che, in base alle indicazioni vigenti, a gennaio prevede una riduzione degli acquisti mensili di 20 mld per i Treasury e 10 mld per i Mortgage Backed Securities (MBS). Nel comunicato di dicembre si affermava che il ritmo degli acquisti potrebbe essere aggiustato “se giustificato da variazioni dello scenario”. Il Comitato potrebbe aumentare il ritmo di riduzione, terminando gli acquisti netti a febbraio o quanto meno ridimensionandoli ulteriormente.

In assenza dell’aggiornamento delle proiezioni economiche, non ci dovrebbero essere informazioni precise sul sentiero dei tassi. Tuttavia, ci aspettiamo che Powell sottolinei la necessità di una graduale rimozione dello stimolo monetario per controllare l’inflazione e ridurre gli squilibri di domanda e offerta, evidenziando l’impegno della Fed ad agire per riportare i tassi verso un “livello più normale”, come affermato da Williams. La conferenza stampa e, successivamente, i verbali, dovrebbero dare molto spazio al bilancio, discutendo modi e tempi di una sua riduzione entro breve. Powell dovrebbe confermare che la fase di riacquisti solo parziali dei titoli in scadenza è prevista dopo uno o due rialzi. L’aggiornamento dello "Statement on Longer-Run Goals and Monetary Policy Strategy" dovrebbe ribadire che “i principali mezzi per aggiustare la stance della politica monetaria sono i cambiamenti nell’intervallo obiettivo dei fed funds”. A nostro avviso, il FOMC si muoverà con cautela sul terreno della riduzione del bilancio, cercando di mantenere l’accento sui tassi per la rimozione dello stimolo. La previsione degli analisti di Intesa Sanpaolo è di 4 rialzi nel 2022 e 4 rialzi nel 2023, con un punto di arrivo almeno intorno a 2,25%. I rischi sono verso l’alto, con un sentiero potenzialmente più ripido nel 2022. Ora la Fed parla di “normalizzazione” della politica monetaria, ma l’evoluzione dei dati potrebbe richiedere una effettiva, se pure temporanea, restrizione.

La riunione del FOMC dovrebbe segnalare che le condizioni per la svolta dei tassi sono praticamente soddisfatte, con l’obiettivo sui prezzi più che superato e quello sulla massima occupazione circa raggiunto. Powell potrebbe notare che il mercato del lavoro è sotto pressione e il deficit di occupazione rispetto al livello pre-pandemia (-3,6 mln di posti) è dovuto a scarsità di offerta, probabilmente persistente e legato a cambiamenti comportamentali indotti dalla pandemia.

La previsione dei nostri economisti è che la Fed mantenga l’intervallo obiettivo dei fed funds come strumento principale per la rimozione dello stimolo monetario, modulandolo in base all’evoluzione dello scenario, mentre la normalizzazione del bilancio dovrebbe procedere in modo lineare e, per quanto possibile, prevedibile. A nostro avviso, l’eccesso di domanda di beni e lavoro e le pressioni sui prezzi in generale mantengono rischi verso l’alto sul sentiero dei tassi.

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