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Materie prime, la grande incertezza nell’epoca di Trump

Materie prime, la grande incertezza nell’epoca di Trump

Un report di Daniela Corsini, Senior Economist del Research Department di Intesa Sanpaolo, analizza il mercato delle materie prime nel contesto della politica americana dei dazi.

Dall’analisi emerge che, se pienamente implementati, i dazi avrebbero impatti negativi sulla crescita ma positivi sull’inflazione. L’impatto negativo è amplificato dal calo della fiducia di consumatori e imprese (e quindi degli investimenti) e del reddito disponibile (e dunque dei consumi).

Il repricing dei corsi azionari accresce la pressione sull’economia USA.  Un calo del prezzo del petrolio potrebbe aumentare la crescita globale di 0,1-0,2% se trainato dall’offerta, ma non se trainato dalla domanda per l’aumento della propensione al risparmio. Negli Stati Uniti, avrebbe invece effetti negativi sulla crescita per il calo degli investimenti, che sovrasterebbero quelli positivi legati al maggior potere di acquisto.

La politica commerciale americana continuerà ad essere fonte di instabilità nei prossimi mesi. In vista delle elezioni legislative del novembre 2026, l’eventuale calo di consensi per inflazione e rallentamento economico potrebbe rendere il governo USA più propenso a trovare accordi per ridurre i dazi, anche perché alcuni deputati/senatori repubblicani potrebbero prendere le distanze da alcune misure più impopolari.

Negli USA, le guerre commerciali hanno già iniziato ad incidere su aspettative e fiducia, mentre In Europa, l’inatteso rafforzamento della valuta unica peggiora l’impatto reale dei dazi. Questa situazione di incertezza complica il lavoro delle banche centrali: le stime indicano un livello dei tassi entro la fine dell’anno del 4% negli USA e dell’1,75% in Europa.

Questa grande incertezza aiuta l’oro, perché le banche centrali li acquistano in abbondanza per rafforzare le riserve strategiche, ma piace anche agli investitori, soprattutto quelli dei Paesi emergenti. Il rally è alimentato dai mercati finanziari: gli alti prezzi frenano la domanda in gioielleria ed aumentano l’offerta. L’incertezza può spingere su nuovi record per l’oro, ma un consolidamento sarebbe appropriato. 

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