Intesa Sanpaolo supporta il reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti
Intesa Sanpaolo supporta il percorso di riabilitazione sociale e di reinserimento nella vita professionale dei detenuti, grazie a un progetto di impresa sviluppato nella Casa Circondariale di Como.
Più in dettaglio, il progetto consente a 11 detenuti di specializzarsi nella realizzazione di quadri elettrici complessi grazie a un percorso di formazione tecnica che prevede anche il rilascio di un attestato di partecipazione al corso per tecnico cablatore elettricista: si tratta di un’attività professionalizzante che ne agevolerà il reinserimento nel modo del lavoro.
L’iniziativa, ispirata da Don Gino Rigoldi, ha coinvolto il Provveditorato regionale ed è stata possibile anche grazie al coinvolgimento di aziende clienti della Banca. In particolare il gruppo Mektech ha commissionato e si è impegnato ad acquistare i quadri elettrici realizzati dai detenuti, mentre la cooperativa Ozanam, che favorisce l’inserimento nel mondo del lavoro di persone in difficoltà, svolge il ruolo di “datore di lavoro” dei detenuti.
Intesa Sanpaolo ha supportato la ristrutturazione degli spazi adibiti a laboratorio e – attraverso la società di noleggio operativo Intesa Sanpaolo Rent Foryou - mette a disposizione gratuitamente per i primi due anni l’attrezzatura e la strumentazione di lavoro.
L’iniziativa rappresenta un modello virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato: una risposta concreta a supporto del reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti, in linea con l’impegno di Intesa Sanpaolo per l’inclusione dei più fragili, la riduzione delle disuguaglianze e il contrasto alla povertà.
La professionalizzazione dei detenuti – perché è importante
- Secondo alcuni dati rilasciati dal Consiglio nazionale di economia e lavoro (CNEL) insieme al Ministero della Giustizia, sono oltre 60.000 le persone detenute nelle carceri italiane,
- Il 70% di loro cade nuovamente in errore, perdendo, dopo anni di reclusione, la possibilità di riscatto personale e di riabilitazione sociale.
- Sempre secondo le stime del CNEL il tasso di recidiva scende al 2% quando viene avviato un percorso formativo e lavorativo.
- La professionalizzazione dei detenuti porta, oltre alla riduzione del tasso di recidiva, anche a minori oneri per la comunità, contribuendo al reintegro sociale, ad una minore saturazione delle carceri e a maggiore sicurezza del territorio.
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Data ultimo aggiornamento 8 luglio 2024 alle ore 18:42:19