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Da Intesa Sanpaolo e Confindustria €40mld per le PMI del Sud Italia

L’immagine che accompagna la News sulla presentazione delle misure dedicate alle imprese del Sud Italia nell’ambito dell’accordo tra Intesa Sanpaolo e Confindustria che mette a disposizione €200 miliardi fino al 2028 per dare nuovo slancio al sistema produttivo nazionale, di cui €40 miliardi alle PMI del Mezzogiorno, ritrae la città di Napoli e il suo golfo, con il Vesuvio sullo sfondo

25 marzo 2025

Intesa Sanpaolo e Confindustria hanno presentato le misure dedicate alle imprese del Sud Italia, nell’ambito del nuovo accordo quadriennale che mette a disposizione €200 miliardi fino al 2028 per dare nuovo slancio al sistema produttivo nazionale: alle PMI del Mezzogiorno sono dedicati €40 miliardi, per il loro sviluppo in Italia e all’estero.

Obiettivo dell’iniziativa congiunta è creare le condizioni per un rilancio strutturale del Mezzogiorno, pilastro strategico per la crescita del Paese, agganciandolo alle grandi trasformazioni economiche in atto e rendendo di conseguenza l'Italia più competitiva in Europa e nel mondo.

Confermiamo il ruolo strategico del Sud per l’intero Paese e il nostro impegno per supportarlo con una disponibilità di 40 miliardi di euro. Crediamo nelle potenzialità del Sud Italia, che rappresenta la settima area manifatturiera europea e ospita un quarto delle filiere italiane. Le iniziative presentate oggi potranno favorire l’accelerazione degli investimenti e della crescita anche grazie alla ZES Unica, in grado di garantire vantaggi fiscali e semplificazione amministrativa”

Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo

“Check-up Mezzogiorno 2024” di Confindustria e SRM: le principali evidenze

L’analisi sullo stato di salute dell’economia meridionale realizzato annualmente da Confindustria e SRM, mostra un quadro congiunturale piuttosto disomogeneo. Infatti, le variabili che compongono l’indice sintetico assumono andamenti diversificati: la numerosità delle imprese e l’export appaiono in calo nell’ultimo anno mentre gli altri indicatori sono in crescita o tendenzialmente stabili rispetto al 2023; tutti, inoltre, superano il valore del 2019 colmando la perdita legata agli eventi degli ultimi anni, incluso l’export. Il Mezzogiorno continua, dunque, a mostrare segnali di vitalità non indifferenti. Segno di una capacità competitiva e dell’esistenza di un potenziale di sviluppo che va liberato e irrobustito. Per consolidare i risultati ottenuti, servono investimenti infrastrutturali adeguati e misure di sostegno incisive per le filiere individuate dal Piano Strategico della ZES Unica, oltre all’incremento nell’utilizzo delle Autorizzazioni Uniche e agli interventi in grado di assicurare sostegno alla resilienza del tessuto economico esistente.

  • L’Indice sintetico dell’economia meridionale per il 2024 si attesta a 541,3 punti, in lieve calo rispetto al 2023, con un divario di 48,1 punti rispetto al Centro-Nord. Nel medio periodo il differenziale tra le due macroaree tende a ridursi: negli ultimi tre anni, il Mezzogiorno ha recuperato oltre 6 punti, segnale di una progressiva convergenza tra le due macroaree.
  • Seppur in calo nell’ultimo anno a causa delle difficoltà di comparti strategici come automotive e oil, l’export meridionale supera i livelli del 2019 (+36 punti). Nel 2024 l’export delle regioni meridionali ha toccato quasi 65 miliardi di euro, con un saldo commerciale negativo.
  • La manifattura del Sud è fortemente interconnessa con il resto d’Italia, con un impatto economico maggiore rispetto ad altre aree del Paese. L’area è interconnessa in “lungo” e in “largo” con il resto del Paese: per ogni euro che va all’estero se ne aggiunge poco più di un altro (1,1) destinato al resto del Paese.
  • L’impatto complessivo a livello Paese generato dalla manifattura meridionale risulta maggiore rispetto a quello generato da un investimento in qualsiasi delle altre aree geografiche italiane: la realizzazione di investimenti nel manifatturiero meridionale genera, in media, una domanda aggiuntiva nel Centro-Nord.
  • Il Mezzogiorno concentra il 27% dell’occupazione nazionale, con una crescita degli occupati del +2,2% nel 2024. Cresce anche l’occupazione femminile, con un incremento del +3,3%, segnale di una trasformazione strutturale del mercato del lavoro.
  • Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate il credito d’imposta per la ZES Unica ha visto quasi 7.000 domande nel 2024 pervenute dalle imprese localizzate nelle regioni meridionali, per un totale di poco superiore ai 2,5 miliardi di euro di incentivi erogati. Con un importo medio di circa 370 mila euro ad azienda richiedente. Ciò conferma come sul versante delle policy poste in essere per il Mezzogiorno, questo strumento sia uno tra i più rilevanti.

Scarica la sintesi completa dello studio CHECK-UP MEZZOGIORNO 2024

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