Intesa Sanpaolo supporta lo sviluppo del business delle PMI italiane in USA
Con l’incontro "USA: Sfide e Opportunità" cui hanno partecipato 800 aziende clienti del Gruppo, Intesa Sanpaolo supporta lo sviluppo delle PMI italiane che intendono ampliare il proprio business negli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti rappresentano infatti il secondo sbocco commerciale italiano, grazie al balzo dell’export cresciuto di €21,6 miliardi tra il 2019 e il 2023 (+ 47,5%). Non solo: nel 2023 l’interscambio commerciale tra i due Paesi ha toccato la cifra record di €92,4 miliardi, con le esportazioni dall’Italia salite a €67,2 miliardi, quasi il triplo dei valori registrati nel 2008.
Lo scenario in cui opereranno le imprese italiane nel 2025, però, si presenta incerto e condizionato dall’evoluzione della situazione geopolitica internazionale, che potrebbe avere un impatto significativo sull’andamento dell’economia mondiale e dei settori italiani più dipendenti dalla domanda estera.
Affiancando le PMI nell’accesso ai mercati di interesse, Intesa Sanpaolo può offrire risorse ampie e dedicate quali:
- la propria Rete Estera di Banche, Filiali e Uffici di Rappresentanza
- una rete di specialisti estero e internazionalizzazione che affiancano i clienti su bisogni internazionali, composta da circa 300 professionisti
- un Network di partner che operano in oltre 160 Paesi
oltre a una gamma articolata di soluzioni finanziarie.
Il webinar "USA: Sfide e Opportunità" è parte del progetto di promozione all’estero del Made in Italy, che ha il triplice obiettivo di:
- supportare le imprese italiane che intendono operare nel mercato USA (import-export ed investimenti)
- attirare investimenti stranieri in Italia
- collaborare e sviluppare sinergie con i più importanti partner e organismi istituzionali, come Agenzie e Banche di Sviluppo, Ambasciate, Consolati, Simest, SACE e ICE.
Dopo il successo della missione in Silicon Valley che ha accompagnato 12 startup in un esclusivo percorso di accelerazione grazie alla partnership con INNOVIT, e il precedente seminario dedicato alle PMI che operano con gli Emirati Arabi Uniti, l’iniziativa anticipa una serie di altri incontri e missioni che Intesa Sanpaolo organizzerà nel corso del 2025 per facilitare la crescita delle PMI nei mercati di interesse.
L’incontro è stato promosso dalla Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo e realizzato in collaborazione con le strutture della Divisione IMI Corporate&Investment Banking e dell’Area di Governo Institutional Affairs and External Communication del Gruppo.
È molto forte il legame economico tra Italia e Stati Uniti. Nel 2023 l’interscambio commerciale tra i due Paesi ha toccato la cifra record di 92,4 miliardi di euro. Spicca, in particolare, il contributo delle esportazioni che, sono salite a 67,2 miliardi di euro, quasi il triplo dei valori registrati nel 2008. Anche le importazioni hanno toccato un nuovo punto di massimo nel 2023 (25,2 miliardi di euro), ma la loro crescita è stata meno intensa, consentendo all’avanzo commerciale italiano di salire a 41,9 miliardi di euro (partiva da 11,3 miliardi di euro nel 2023).
Grazie al balzo dell’export italiano (+21,6 miliardi di euro tra il 2019 e il 2023, pari a un progresso del 47,5%), gli Stati Uniti sono divenuti il secondo sbocco commerciale italiano, dopo aver superato di slancio la Francia. Sono ora preceduti solo dalla Germania e assorbono il 10,7% dell’export complessivo italiano, una percentuale significativamente superiore al peso assunto dagli Stati Uniti per l’Unione europea (7,8%). La rilevanza di questo mercato è elevata per molti settori manifatturieri italiani: è poco sopra il 40% per cantieristica e aerospazio, si colloca al 16,4% nella farmaceutica e tra il 12% e il 14% nei mobili, nella meccanica, nei prodotti e materiali da costruzioni, nell’alimentare e nelle bevande e nell’automotive. Tutti i principali settori di specializzazione italiani registrano poi un avanzo commerciale negli Stati Uniti.
Nel corso del 2024 le esportazioni italiane negli Stati Uniti hanno continuato a crescere a ritmi sostenuti in alcuni settori, come la farmaceutica (+19,5% nel periodo gennaio-ottobre 2024), l’alimentare e bevande (+18%), l’elettrotecnica (+12,1%). L’evoluzione è stata positiva anche per meccanica, prodotti e materiali da costruzione, abbigliamento, prodotti in legno, in carta e in gomma e plastica. Hanno, invece, subito un arretramento rilevante i flussi di export di automotive e di cantieristica (questi ultimi condizionati da commesse pluriennali), oltreché di prodotti petroliferi raffinati. Al netto di queste voci l’export italiano verso gli Stati Uniti è cresciuto del 5% tendenziale nei primi dieci mesi del 2024.
Il legame economico tra Italia e Stati Uniti è evidente anche in termini di rapporti societari: in Italia sono attive circa 2.600 imprese a controllo statunitense che impiegano più di 350.000 addetti, quasi 30.000 addetti in più rispetto alle imprese controllate da francesi o quasi 130.000 in più rispetto alle imprese controllate da tedeschi. Negli Stati Uniti, invece, si contano circa 3.200 imprese a controllo italiano, che impiegano più di 155.000 addetti. Per numero di imprese gli Stati Uniti sono di gran lunga il primo paese per localizzazione di controllate italiane all’estero.
Lo scenario in cui opereranno le imprese italiane nel 2025 si presenta particolarmente incerto e fortemente condizionato dall’evoluzione della situazione geopolitica internazionale, a partire dalla grande discontinuità rappresentata dall’elezione di Donald Trump ad un secondo mandato alla Casa Bianca. Molte delle misure annunciate in campagna elettorale possono avere un impatto significativo sull’andamento dell’economia mondiale e dei settori italiani più dipendenti dalla domanda estera. E’ difficile in questa fase stimare gli effetti degli interventi annunciati in campagna elettorale: molto dipenderà dall’effettiva implementazione e dalla capacità di reazione del tessuto produttivo italiano. Se i dazi dovessero essere più elevati sui prodotti cinesi, nel breve periodo ci potrebbero essere dei vantaggi per le merci italiane sul territorio americano. D’altronde l’apprezzamento dollaro da quando Trump è stato eletto garantisce già una maggiore competitività alle merci europee negli Stati Uniti. Fondamentali saranno le strategie adottate dalle imprese italiane che, come è emerso da un’indagine interna realizzata in Intesa Sanpaolo, cercheranno nuovi clienti in altri mercati, ma pianificheranno anche l’apertura di filiali produttive e commerciali negli Stati Uniti, oltre ad anticipare le consegne.
Data ultimo aggiornamento 21 gennaio 2025 alle ore 12:53:58