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Italia: le indagini di fiducia rafforzano le prospettive di ripresa

Italia: le indagini di fiducia rafforzano le prospettive di ripresa

La tornata di indagini di fiducia Istat di giugno è molto più forte delle attese (come già accaduto il mese scorso): si stanno creando le condizioni per una crescita significativa del PIL nei trimestri centrali dell’anno.

I dati sulla fiducia di famiglie e imprese comunicati dall’Istat e relativi al mese di giugno sono stati, come già accaduto a maggio, decisamente più forti del previsto: tutti i principali indicatori hanno mostrato un miglioramento rispetto al mese precedente (particolarmente ampio per la fiducia delle aziende nel settore dei servizi), che riporta gli indici su livelli superiori a quelli pre-Covid (tranne nel caso del commercio al dettaglio) o addirittura su massimi da una ventina d’anni nell’industria. La principale ragione è da ricercarsi nell’accelerazione nel processo di allentamento delle restrizioni anti-Covid e ripresa della mobilità.

La fiducia dei consumatori è salita per il terzo mese a giugno, accelerando ulteriormente a 115,1 da 110,6 del mese scorso. Il dato è più forte sia delle stime di consenso (che si posizionavano a 112) che della nostra (più ottimistica) previsione (114), e porta l’indice ai massimi da ottobre del 2018. Il miglioramento è trainato dal clima economico nazionale, e, in minor misura, dai giudizi sulle condizioni correnti, mentre i progressi sulla situazione personale degli intervistati e sulle aspettative sono stati meno ampi (ma il clima personale ha toccato un nuovo massimo storico, così come anche le attese sulla situazione economica dell’Italia e le opportunità attuali legate all’acquisto di beni durevoli). L’unico segnale meno incoraggiante viene dalle aspettative sulla disoccupazione, tornate ad aumentare (su livelli superiori alla media storica), probabilmente sulla scia delle preoccupazioni sugli effetti del venir meno del blocco dei licenziamenti; si tratta di un segnale coerente con la nostra idea che una svolta per il mercato del lavoro non sia ancora imminente.

L'indice composito Istat sulla fiducia delle imprese è aumentato per il settimo mese consecutivo, accelerando anzi a 112,8 da un precedente 107,3 (rivisto da 106,7 della prima stima): si tratta di un massimo dall’inizio delle rilevazioni ovvero almeno dal 2012. Tutti i principali macrosettori hanno registrato un miglioramento, con la sola eccezione delle costruzioni, dove peraltro il calo è marginale (a 153,6 da 153,9) e appare fisiologico dopo che a maggio era stato toccato un massimo da ottobre del 2011. Il recupero è particolarmente forte per i servizi (a 106,7 da 99,1) e per il commercio al dettaglio (a 106,7 da 99,9), che fanno registrare dei nuovi massimi rispettivamente da giugno 2018 e da febbraio 2020.

Nel settore manifatturiero, la fiducia delle imprese è salita ancora una volta più del previsto, a 114,8 a giugno da 110,9 di maggio (rivisto da una stima preliminare a 110,2): si tratta di un nuovo record da novembre del 2000. Sono migliorate tutte le componenti principali dell’indagine, in particolare gli ordini correnti (particolarmente dall’estero) e le aspettative sull’economia; gli ordini esteri e le attese sui prezzi di venduta hanno toccato nuovi massimi da gennaio del 2000. Le scorte continuano ad essere giudicate in diminuzione, ma il saldo è meno negativo rispetto al mese scorso (quando si era registrato un minimo da oltre 10 anni).

In sintesi, la tornata di indagini di fiducia di giugno è stata, come già il mese precedente, decisamente migliore delle attese. Il processo di “riapertura” dell’economia iniziato due mesi fa sta procedendo in maniera più spedita del previsto, e la mobilità verso gli esercizi commerciali e le attività ricreative (secondo gli indicatori diffusi da Google) è già tornata su livelli visti nell’ultimo anno e mezzo solo lo scorso mese di agosto. I rischi che tale processo possa invertirsi appaiono contenuti, almeno nel breve termine.

Abbiamo da poco rivisto al rialzo le nostre stime sul PIL italiano, a 4,6% per quest’anno (e 4% per l’anno prossimo). Le indagini di giugno segnalano che, anche dopo la revisione, i rischi su tale profilo atteso di crescita per l’economia italiana sono ora verso l’alto. I consumi dal lato della domanda, e i servizi dal lato dell’offerta, che avevano frenato drammaticamente il PIL durante la fase più acuta della crisi, sono ora i candidati a fornire la maggiore spinta al PIL già a partire dal trimestre corrente, e per tutta la seconda metà dell’anno.

 

Commento di Paolo Mameli, senior economist Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, all’indice di fiducia Istat di giugno 2021.

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