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Italia: torna a salire la fiducia delle imprese

Italia: torna a salire la fiducia delle imprese

In Italia, a ottobre, la fiducia dei consumatori ha mostrato una correzione dai massimi, mentre il morale delle imprese è tornato a salire, trainato da manifatturiero e costruzioni.

L’indice di fiducia delle famiglie ha riportato un calo, circa in linea con le attese nostre e di consenso, a 118,4 a ottobre dal 119,6 di settembre. Tuttavia, si tratta di una correzione fisiologica dopo che a settembre era stato toccato un massimo dall’inizio delle rilevazioni (1998). Tutte le principali componenti hanno registrato una flessione, con la sola eccezione del clima futuro. Una nota positiva viene dalla diminuzione delle preoccupazioni relative alla disoccupazione, scese da 40,1 a 32,9, ai minimi da gennaio del 2020.

L’indice composito di fiducia delle imprese è invece tornato a salire, a 115 a ottobre, dopo essere sceso a 113,7 il mese scorso. Ancora una volta, lo spaccato settoriale è misto: il morale è risultato poco variato nei servizi (a 112,1 da 112,3, che peraltro rappresentava un massimo dal 2007), è sceso nel commercio al dettaglio (a 105,4 da 106,7), mentre è salito nel manifatturiero e nelle costruzioni. In quest’ultimo comparto, il morale delle aziende è salito da 155,5 a 159,2, toccando un nuovo massimo storico della serie.

L’indice di fiducia delle imprese manifatturiere è salito a sorpresa a ottobre, a 114,9, dopo essere calato nei due mesi precedenti (a 113,2 a settembre). I giudizi sugli ordinativi sono aumentati ulteriormente, toccando un nuovo massimo storico (in particolare sul mercato interno). Le scorte sono scese a un nuovo minimo dal 2010. Le aziende riportano anche un miglioramento diffuso delle aspettative, con riguardo sia ai propri ordini e produzione, sia alla situazione economica generale, sia all’occupazione. Le attese sui prezzi sono salite significativamente, raggiungendo di gran lunga un nuovo massimo storico (a 37,8, contro una media storica a 6,3), il che conferma rischi al rialzo sui prezzi dei beni industriali nei prossimi 3-6 mesi.

In sintesi, le indagini hanno offerto indicazioni miste, ma anche questo mese, a nostro avviso, gli aspetti positivi sono prevalenti. Soprattutto, l’indagine sul settore manifatturiero mostra che i colli di bottiglia dal lato dell’offerta stanno causando un calo delle scorte e un ulteriore aumento delle aspettative sui prezzi di vendita, ma sembrano avere limitati effetti sia sull’indice generale di fiducia che sulla produzione attesa. Per quanto riguarda gli altri settori, le indagini nei servizi non mostrano, almeno per il momento, un’inversione di tendenza rispetto al trend di ripresa degli ultimi mesi; prosegue inoltre l’espansione nelle costruzioni.

L’Istat diffonderà domani il dato preliminare sul PIL nel 3° trimestre. Ci aspettiamo una crescita all’1,9% t/t, dopo il 2,7% dei tre mesi precedenti. I rischi su questa stima sembrano oggi verso l’alto. Tuttavia, è possibile un significativo rallentamento nel trimestre in corso, quando l’attività economica potrebbe risultare in un range solo moderatamente positivo (probabilmente tra zero e 0,5% t/t), a causa di un effetto-base dopo due trimestri molto forti (spinti dalle riaperture nei servizi). In ogni caso, le indagini non segnalano un’inversione del trend espansivo, e si potrebbe vedere una riaccelerazione del PIL (su ritmi di poco inferiori al punto percentuale su base congiunturale) a partire dal 1° trimestre dell’anno prossimo.


Commento di Paolo Mameli, senior economist Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo

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