Oro: export +30% nel 2022, prezzi elevati anche nel 2023
Il settore orafo italiano nel 2022
Il settore orafo italiano conferma l’elevata competitività sui mercati internazionali.
Nei primi nove mesi del 2022 le vendite all’estero di gioielli in oro sono cresciute del 30% in valore e dell’11% in quantità; anche nel confronto con il pre-Covid il settore mostra il pieno recupero dei livelli, con una crescita del 40% in valore e del 16% in quantità. Il settore orafo italiano è riuscito a consolidare il proprio posizionamento nei principali sbocchi commerciali e in particolare ha guadagnato posizioni negli Stati Uniti dove ha raggiunto una quota di mercato del 12,7% a novembre 2022.
Sono i dati che emergono dalla terza edizione dell’inchiesta congiunturale realizzata a dicembre scorso dal Club degli Orafi, in collaborazione con la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, interessando 40 imprese attive nel comparto produttivo e distributivo.
Anche dal punto di vista della produzione industriale il settore conferma una buona tenuta dell’operatività con una crescita tendenziale nel periodo gennaio-novembre sia rispetto al 2021 (+15%), sia nel confronto con il 2019 (+28%).
Le prospettive per il 2023
Per il 2023 l’indagine evidenzia attese di rallentamento e di maggior prudenza generalizzate tra le diverse classi dimensionali; per le imprese di maggiori dimensioni resta però un sentiment a maggioranza positivo sia per il mercato interno (56% dei rispondenti), sia per il mercato estero (61%).
In termini di prospettive, le attese degli operatori si concentrano sulle opportunità derivanti da una risoluzione del conflitto e dalla ripresa dei flussi turistici internazionali che è stata indicata soprattutto dai rispondenti di micro-piccole dimensioni con una percentuale del 60%; per le imprese più grandi la prima opportunità è rappresentata invece dalle operazioni di acquisizione e crescita dimensionale (44%) a dimostrazione di un’elevata sensibilità alle opportunità di rafforzamento che il mercato può offrire.
Le sfide competitive sono concentrate soprattutto nel confronto con gli altri operatori nazionali o europei, mentre le difficoltà maggiori sono rappresentate dal problema di reperire manodopera, indicato da un rispondente su due (si sale all’87% dei casi per le imprese specializzate nella produzione) e che, per effetto di un progressivo ridimensionamento delle problematiche legate alla gestione delle materie prime e degli approvvigionamenti si colloca al primo posto; rispetto alla rilevazione effettuata a inizio anno la percentuale che ha indicato difficoltà a reperire manodopera è passata dal 27% al 51%.
Data ultimo aggiornamento 20 gennaio 2023 alle ore 14:25:44