Petrolio, un bicchiere pieno a metà
Negli ultimi mesi i prezzi del greggio sono scesi a causa delle crescenti preoccupazioni per l'indebolimento della domanda globale, nonostante i rischi geopolitici e i continui tagli alla produzione dell'OPEC+.
I fondamentali di domanda e offerta non sono ribassisti, ma il sentimento del mercato sta diventando negativo a causa del recente deterioramento delle stime sui fondamentali, con revisioni più ribassiste concentrate sul breve termine.
Nel 2024 il mercato del greggio potrebbe mantenersi per la maggior parte del tempo in modesto surplus. Sia la crescita della domanda che quella dell'offerta potrebbero rallentare, ma entrambe le variabili raggiungeranno nuovi massimi storici.
Le prospettive macroeconomiche sono incerte:
- rischi politici e geopolitici alimenteranno probabilmente la volatilità degli asset ciclici, comprese le materie prime;
- debole crescita economica mondiale, rischi di recessione;
- incertezza su futuri sviluppi delle politiche monetarie statunitensi (la maggior parte dei membri del FOMC rimane cauta a causa di un'inflazione superiore a quanto desiderato).
L’U.S. Energy Information Administration (EIA) prevede che il mercato del greggio sarà in surplus sia nel quarto trimestre 2023 che nel 2024. L'anno prossimo, le scorte di greggio e i prodotti petroliferi dovrebbero aumentare in misura modesta nei paesi OCSE, avvicinandosi alla loro media a cinque anni. La produzione di greggio degli Stati Uniti ha raggiunto un nuovo record storico ed è destinata a crescere ulteriormente: nel 4T24, la produzione statunitense potrebbe attestarsi su una media di 13,4 mb/g, mentre le esportazioni di greggio e prodotti potrebbero attestarsi su una media di 2,5 mb/g.
Nel 2023 l'Europa ha diversificato efficacemente le proprie fonti energetiche ed ha completamente riempito gli stoccaggi di gas, grazie alla riduzione dei consumi interni (per un processo strutturale di risparmio di carburante, ma anche per condizioni climatiche favorevoli), grazie alla crescita della generazione elettrica da altre fonti (nucleare, rinnovabili...), ai maggiori volumi di importazione di GNL e gas via tubo ex-Russia. In questo modo, i prezzi del gas e dell'energia sono diminuiti drasticamente e la sicurezza energetica è migliorata in modo significativo.
La crisi energetica non è del tutto superata, e permangono rischi di rialzo dei prezzi, ma l'Europa si trova ora in una posizione più sicura e resiliente. I processi virtuosi di risparmio energetico, sviluppo delle fonti energetiche interne e diversificazione delle importazioni devono continuare. I prezzi di gas ed energia non torneranno presto alla media 2015-2019, ma è anche improbabile che possano ritornare ai record del 2022.
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Data ultimo aggiornamento 23 novembre 2023 alle ore 11:11:35