Materie prime: asset strategici nel clima geopolitico del 2025
18 marzo 2025
In un contesto geopolitico sempre più complesso, le materie prime emergono come asset strategici cruciali del XXI secolo, con il controllo delle filiere produttive e delle catene logistiche che rappresenta un vantaggio competitivo fondamentale.
Un rapporto di Intesa Sanpaolo analizza le dinamiche di diversi settori, dall'energia ai metalli preziosi e industriali, fino all'agricoltura, sullo sfondo delle politiche di Stati Uniti e Cina e delle tensioni internazionali.
- Energia: Nonostante siano diventati esportatori netti, gli Stati Uniti hanno dichiarato emergenza energetica, mentre la Cina è il primo importatore pur investendo in rinnovabili. Il mercato petrolifero è incerto per la potenziale tregua Russia-Ucraina e le tariffe americane, ma il Brent dovrebbe rimanere tra 68-86 dollari. I depositi di gas europei sono bassi, causando alta volatilità del TTF, previsto in media a €41/MWh nel 2025. Il gas USA (Henry Hub) è atteso in rialzo per maggiori esportazioni di GNL.
- Metalli preziosi: L'oro ha superato i 3.000 dollari per l'incertezza politica e la minaccia di dazi USA, innescando una corsa agli acquisti. Si prevede un consolidamento a 2.650-2.950 dollari, con una media di 2.765 dollari nel 2025. L'argento è visto più volatile, mentre platino e palladio sono supportati dal previsto aumento della domanda.
- Metalli industriali: I dazi e l'aumento della spesa in difesa in Europa e Cina spingono i prezzi al rialzo. Le tariffe sul rame hanno creato distorsioni di mercato e ridotto le scorte. Piani di stimolo potrebbero sostenere ulteriormente la domanda, con previsioni a fine 2025 in rialzo per quasi tutti i metalli.
- Agricoltura: Le dispute commerciali potrebbero causare rialzi dei prezzi e interruzioni degli approvvigionamenti. Tariffe contro Messico e Canada potrebbero colpire i prodotti freschi, mentre le tensioni con la Cina influenzano le esportazioni USA. Si mantiene una visione costruttiva sui cereali, mentre si attendono ribassi per caffè e cacao a causa degli alti prezzi che dovrebbero deprimere la domanda.
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