SRM: il turismo archeologico subacqueo motore di sviluppo sostenibile
Il patrimonio sommerso italiano si conferma una risorsa strategica per il turismo culturale del futuro. È quanto emerge dal nuovo rapporto di SRM, Centro Studi e Ricerche per il Mezzogiorno del Gruppo Intesa Sanpaolo, dedicato al Turismo Archeologico Subacqueo e presentato alla XXVII edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum.
Lo studio mette in evidenza il ruolo crescente del turismo legato ai fondali e ai siti archeologici sommersi, un comparto capace di coniugare cultura, innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale. Con oltre 1.200 relitti e siti archeologici sommersi, 29 aree marine protette, due parchi sommersi e il Santuario dei Cetacei, l’Italia si conferma uno dei principali poli mediterranei in un segmento turistico ad alto valore aggiunto.
Dalla ricerca emerge la necessità di sviluppare un ecosistema del mare, favorendo sinergie tra parchi sommersi, aree protette, musei del mare e reti internazionali.
Una domanda in aumento: viaggiatori consapevoli e intergenerazionali
Il rapporto individua un pubblico in espansione, interessato a esperienze autentiche e attente all’ambiente. Il profilo del viaggiatore subacqueo europeo è quello di un visitatore colto, curioso e sensibile alla sostenibilità, con una spesa media superiore a €1.000 per soggiorno e permanenze più lunghe rispetto al turista tradizionale.
Tra i trend emergenti:
- 75% disposto a pagare di più per esperienze a basso impatto;
- quota femminile in crescita;
- 22% dei visitatori oltre i 54 anni, connessi al silver tourism;
- aumento delle iniziative inclusive per persone con disabilità.
Grazie a tecnologie come realtà aumentata, tour virtuali e ricostruzioni 3D, il patrimonio sommerso diventa accessibile anche ai non subacquei, ampliando il pubblico e rendendo l’esperienza intergenerazionale.
Un settore dinamico e orientato alla qualità
La survey su 34 operatori diving italiani rivela un comparto di piccole dimensioni ma con competenze elevate, che affianca agli istruttori figure come archeologi, biologi e guide culturali.
L’offerta include:
- in media tre itinerari subacquei per operatore;
- app dedicate, audioguide subacquee, modelli 3D e realtà aumentata;
- volontà diffusa di sviluppare nuovi percorsi e collaborazioni territoriali.
Pur mostrando elementi di frammentazione, il settore è caratterizzato da forte apertura alla cooperazione e crescente orientamento alla sostenibilità.
Un impatto economico rilevante: fino a €1,6 miliardi
Il turismo archeologico subacqueo genera un valore economico superiore al turismo balneare, con €145 di valore aggiunto per presenza, contro i €128 del turismo tradizionale.
Se un turista culturale su cinque scegliesse esperienze subacquee, il valore aggiunto potrebbe superare €1,6 miliardi, di cui 340 milioni nel Mezzogiorno.
Il settore emerge così come una leva strategica per lo sviluppo sostenibile del Paese, in particolare per il Mezzogiorno, grazie alla capacità di generare valore economico, identità culturale e nuove opportunità per imprese e territori.
Data ultimo aggiornamento 4 dicembre 2025 alle ore 14:35:15