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SRM: il turismo archeologico subacqueo motore di sviluppo sostenibile

La foto che accompagna la news sulla Ricerca di SRM relativa al turismo archeologico subacqueo raffigura un giovane sub che in un fondale marino documenta un relitto sommerso, fotografando da vicino le strutture coralline che lo hanno ricoperto nel tempo

Il patrimonio sommerso italiano si conferma una risorsa strategica per il turismo culturale del futuro. È quanto emerge dal nuovo rapporto di SRM, Centro Studi e Ricerche per il Mezzogiorno del Gruppo Intesa Sanpaolo, dedicato al Turismo Archeologico Subacqueo e presentato alla XXVII edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum.

Lo studio mette in evidenza il ruolo crescente del turismo legato ai fondali e ai siti archeologici sommersi, un comparto capace di coniugare cultura, innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale. Con oltre 1.200 relitti e siti archeologici sommersi, 29 aree marine protette, due parchi sommersi e il Santuario dei Cetacei, l’Italia si conferma uno dei principali poli mediterranei in un segmento turistico ad alto valore aggiunto.

Dalla ricerca emerge la necessità di sviluppare un ecosistema del mare, favorendo sinergie tra parchi sommersi, aree protette, musei del mare e reti internazionali.

Una domanda in aumento: viaggiatori consapevoli e intergenerazionali

Un settore dinamico e orientato alla qualità

Un impatto economico rilevante: fino a €1,6 miliardi

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