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Il ruolo del disallineamento BCE-Fed nel cambio EUR/USD

Il ruolo del disallineamento BCE-Fed nel cambio EUR/USD

Il cambio EUR/USD ha aperto il 2023 al rialzo, salendo, in poco meno di un mese, da un minimo in area 1,04 a un massimo in area 1,10 EUR/USD, dove ha aggiornato i massimi andando a rivedere livelli che erano stati abbandonati ad aprile dell’anno scorso.

L’apprezzamento è stato determinato dall’ulteriore restringimento dei differenziali di rendimento tra Area Euro e Stati Uniti, e in particolare al consolidarsi di aspettative che:

  • la Fed sia ormai vicina a chiudere il ciclo di rialzi dei tassi e possa successivamente attuare una svolta di policy (avviando un ciclo di tagli dei tassi) già prima della fine dell’anno,
  • la BCE attui un disallineamento rispetto alla Fed, alzando i tassi di più nel breve, chiudendo il ciclo di rialzi più tardi e non tagliando i tassi quando invece la Fed inizierà a farlo.

L’entità del disallineamento BCE-Fed determina i livelli del cambio, mentre il disallineamento in sé, soprattutto in quanto protratto, determina il trend di fondo, che dovrebbe mantenersi rialzista. I rischi, tuttavia, restano verso il basso.

Restano invariate le previsioni sul profilo atteso del cambio, anche sul breve termine, di 1,10-1,12 EUR/USD a 1m-3m, in prospettiva di un rialzo Fed di 25 pb a fronte di altri 100 pb di rialzi complessivi BCE sull’orizzonte a 1m-3m (scenario centrale).

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