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Mercati energetici: petrolio verso storico surplus, gas a rischio volatilità

la foto che accompagna la news sul report relativo ai Mercati energetici, a cura del Research Departmente di Intesa Sanpaolo, raffigura un panorama al tramonto, con il sole che fa capolino tra le nuvole e in primo piano un traliccio con cavi della corrente

17 settembre 2025

Il mercato petrolifero si prepara ad affrontare quello che potrebbe essere il più grande surplus degli ultimi 10 anni, secondo un'analisi di Daniela Corsini, CFA del Research Department di Intesa Sanpaolo. Le stime ufficiali del Dipartimento statunitense dell’Energia (DoE) suggeriscono un aumento del surplus del mercato mondiale da 0,3 milioni di barili al giorno (mb/g) nel 2024 a 1,7 mb/g nel 2025 e solo un lieve calo verso 1,6 mb/g nel 2026. Questa situazione è paragonabile allo shock causato dalla rivoluzione dello shale oil nel 2014-2015.

La graduale eliminazione dei tagli volontari da parte dell'OPEC+ è il principale fattore alla base di questo scenario. L'OPEC ha aumentato la produzione di oltre 2 mb/g in meno di un anno e i rialzi sono destinati a proseguire. Questa inversione di rotta dell'OPEC+ sembra essere guidata da considerazioni politiche piuttosto che da fondamentali di mercato o vincoli di bilancio.

Rispetto alle stime del DoE, le previsioni di Intesa Sanpaolo sono meno rialziste sulle stime di surplus atteso e quindi meno ribassiste sui prezzi del petrolio. Infatti, se nel 2014/15 un improvviso shock tecnologico ha portato a un boom dell'offerta che è stato troppo rapido per essere compensato dalla domanda, oggi la crescita della produzione è principalmente guidata da dinamiche di mercato, fattori politici e rischi geopolitici. Si ritiene quindi che i prezzi del petrolio Brent si manterranno più vicini ai $60 che ai $45. Le previsioni per il Brent indicano una media di $67,9 nel 2025 e $63,0 nel 2026.

Per quanto riguarda il gas naturale, i prezzi sono ai minimi del 2025, grazie all'aumento dei flussi di gas naturale liquefatto (GNL). Tuttavia, l'inverno potrebbe rivelarsi ancora difficile, con la domanda stagionale in aumento e l'Europa dipendente dalla Norvegia e dai cargo spot di GNL.

Le scorte europee, pur avendo ridotto il divario con la media quinquennale in estate, rimangono più basse del solito (79,6% all'8 settembre 2025, contro una media del 86,2%). La volatilità è destinata a rimanere significativa a causa dell'incertezza sui flussi russi e della vulnerabilità dei sistemi energetici dell'UE. Le previsioni per il TTF indicano una media di €37,6/MWh nel 2025 e €30,0/MWh nel 2026.

Scarica il documento Petrolio e mercati energetici

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