Covid 19: le donne pagano di più disoccupazione e crisi
Un anno fa il mondo è cambiato.
La crisi del Covid-19 ha generato una recessione globale senza precedenti storici, per ampiezza e diffusione, ed è stata decisamente la peggiore dal dopoguerra a oggi. La crisi ha colpito però alcuni settori più di altri e alcune categorie di persone più di altre.
Secondo la ricerca del FMI "She-Cession: The Employment Penalty of Taking Care of Young Children"1, che ha analizzato da aprile a dicembre 2020 i dati mensili dell’occupazione negli Stati Uniti, è emerso che le madri di bambini sotto i 12 anni e con livello di istruzione basso, rappresentano la tipologia di lavoratori maggiormente colpiti dalla crisi. In particolare, le madri non laureate e di colore, non solo hanno perso il lavoro in numero maggiore nelle fasi più dure della pandemia, ma ora stanno tornando al lavoro molto più lentamente di altri gruppi sociali.
La ricerca statunitense rileva problematiche presenti in diversi paesi, Italia compresa, dove la pandemia ha acuito i divari preesistenti nel mercato del lavoro, primo tra tutti quelli di genere.
Secondo il rapporto Istat sul lavoro, a dicembre 2020 ci sono stati 101mila occupati in meno, di cui 99 mila donne. Il gap sul tasso di occupazione tra donne e uomini passa da 17,8 punti a 18,3, anche a causa della maggiore concentrazione delle donne nel terziario e nei settori per i quali il lockdown è stato più duro e prolungato.
Le donne restano più esposte a una bassa qualità del lavoro, con retribuzioni inferiori alla media, elevati rischi di perdita del lavoro ed elevato tasso di irregolarità dell’occupazione.
Inoltre, con scuole e asili chiusi, la pandemia ha reso necessaria una maggiore assistenza ai figli piccoli, cosa che ha messo in forte difficoltà molte famiglie.
Il 46,8% dei nuclei familiari con figli di 0-5 anni ricorre regolarmente a un aiuto per la cura dei bambini, soprattutto dei nonni, ma a causa delle misure di distanziamento sociale questo è venuto meno, creando grandi problemi sia per chi lavorava da casa e chi no.
La pandemia ha comunque lasciato qualche miglioramento nella compartecipazione alla cura dei figli e della casa, nonché spunti e indicazioni per il futuro al fine di migliorare il tasso di occupazione femminile, attualmente un forte freno alla crescita complessiva dell’Italia.
1 Stefania Fabrizio, Diego B. P. Gomes, Marina M. Tavares, 2021, “COVID-19 She-Cession: The Employment Penalty of Taking Care of Young Children”, IMF Working Paper WP/21/58
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Data ultimo aggiornamento 5 novembre 2024 alle ore 17:31:23