{"clientID":"8f0f2457-784e-48e4-98d6-0415047ebc97","signature":"1b7d588a5acbce37f866186501ec2d14f26b16f94bbb11b0017b314f918129da","encryption":"d00eb0e03501a6b3d0ffac2db4d56565","keyID":"494d1aae-e754-42bc-1137-9a9628244ec6","user":"C1AAFC8C323DFDA567B3CD7D0E48C3DD","clientIDSh":"9e04155b-dc20-4ad8-b40b-5d4c665631f2","signatureSh":"1b7d588a5acbce37f866186501ec2d14f26b16f94bbb11b0017b314f918129da","encryptionSh":"d00eb0e03501a6b3d0ffac2db4d56565","keyIDSh":"72a8b4f5-7fbb-427b-9006-4baf6afba018","userSh":"C1AAFC8C323DFDA567B3CD7D0E48C3DD"}
Incontri Possibili

Federico Taddia a Bookcity Milano per “Disegnare il Domani”

Chi sono davvero le ragazze e i ragazzi di oggi? Quali sogni e quali paure li contraddistinguono? Durante il secondo appuntamento di Incontri Possibili , nell’ambito di Bookcity Milano, ci siamo addentrati in una conversazione profonda sul mondo dei giovani insieme alla giornalista Silvia Nucini  e a Federico Taddia: conduttore, autore, giornalista e divulgatore, appassionato esploratore delle nuove generazioni, a cui - tra le altre cose - da voce nel programma radiofonico di Radio24 “Non mi capisci”, insieme a Matteo Bussola.

Federico Taddia e Silvia Nucini: un dialogo sulle nuove generazioni

Questo contenuto è riservato agli iscritti alla community, registrati e/o accedi all'area riservata per guardarlo. 

E tu cosa vuoi fare?

Il dialogo con Federico Taddia è partito proprio dalla difficile domanda che, quando si giunge all’adolescenza, ci si sente porre così spesso: “cosa vuoi fare?”. Un quesito che ci fa sentire costretti a fare delle scelte anche quando non abbiamo le idee chiare e, a volte, ci porta a percorrere strade imposte da altri. Quello che spesso non si dice ai giovani è che, in realtà, in pochi hanno la fortuna di sapere sin da subito ciò che vogliono e avere una rotta precisa da seguire. La maggior parte degli adolescenti, da sempre, ha bisogno di avere la possibilità di sperimentare strade diverse per costruire il proprio cammino.
È successo anche a Federico, che si è trovato a frequentare Ragioneria, anche se non era la scuola che gli piaceva. Un’esperienza che ha portato dubbi e sofferenze, ma che, come ci racconta, è stata anche un’opportunità di scoperta, di tentativi, di sbagli da commettere, fino a quando, in quarta superiore, ha capito che quello che voleva fare era scrivere per Topolino: una strada che ha esplorato con dedizione, impegno e ostinazione fino a quando non ha ottenuto i risultati sperati. Questo, dunque, è l’ingrediente fondamentale per poter rispondere a quella domanda così complessa: dare e darsi l’opportunità di sperimentare.

Dobbiamo avere paura di fallire?

Sperimentare significa anche darsi l’opportunità di fallire. Viviamo in una società che vede l’errore come uno stigma e ci dice che dobbiamo costantemente “essere all’altezza” degli standard che ci impone, generando così grandi ansie, come nella canzone degli Psicologi, "Futuro", citata da Silvia Nucini durante l'incontro.

E il futuro ci spaventa più di ogni altra cosa
E la fine ci spaventa più di ogni altra cosa
Il fallimento ci spaventa perché i vincitori
Sono gli unici che scriveranno la storia

Psicologi - FUTURO

Quello che ci racconta Taddia, invece, è che sbagliare è una grande occasione per rafforzarsi, acquisire capacità e crescere. Ce lo dimostra anche l’esperienza di Margherita Hack, con cui Taddia ha collaborato a lungo: da giovane Margherita è stata rimandata in matematica, si è addormentata alla prima lezione della facoltà di Lettere, ha scelto di studiare Fisica per stare con la sua migliore amica, ha accettato per caso una tesi di laurea in Astronomia ed è stata bocciata ad un concorso per non aver risposto ad un’unica domanda, prima di diventare un’astrofisica e divulgatrice scientifica di fama internazionale.
Trovare tempo e spazio per sperimentare cose nuove, senza temere il giudizio, quindi, è fondamentale. Federico ci racconta che, incontrando tanti giovani in questi anni, ha compreso che, paradossalmente, il Covid 19 ci ha dato un’opportunità: il periodo di sospensione vissuto durante il lockdown, nonostante la sua drammaticità, ha consentito a molti di ritrovare un diverso senso del tempo, comprendere i propri sogni e le proprie capacità.

Riuscire, anche senza covid, a creare spazi, creare occasioni, creare i tempi per le nuove generazioni per darsi la possibilità di provare, credo che potrebbe essere per noi adulti un atto educativo importantissimo nei loro confronti.

Federico Taddia

I giovani sono davvero tutti uguali?

Comprendere i propri sogni e le proprie capacità significa scoprire anche i propri elementi di unicità. Da un lato, un’opinione comune è che i giovani siano “tutti uguali” e l’impressione nell’era dei social è di essere di fronte ad un “catalogo”, come nel testo della canzone di Willie Peyote citata da Silvia Nucini nel corso dell’evento. Dall’altro lato, però, ci dice Federico che, se ci si prende il tempo di osservare e ascoltare realmente le ragazze e i ragazzi, si percepisce la grande varietà di attitudini, percorsi, pensieri, passioni che animano i giovani.

Facciamo parte di un catalogo
E siamo noi stessi a vendere il prodotto
Con le foto in primo piano
In bella posa, con la descrizione sotto

Willie Peyote - CATALOGO

Perché possano esprimersi e perché vengano compresi, però, è importante creare spazi e momenti in cui i giovani possano prendere parola, essere spontanei e creativi senza essere considerati una “generazione”, in modo tanto granitico quanto superficiale.

A cosa si aggrappano i giovani oggi?

Un’altra canzone citata nel corso dell’incontro è stata “18 anni” dell’artista Ariete, il cui testo recita “Hai 18 anni e non sai dove aggrapparti”. Con SIlvia e Federico ci siamo chiesti a chi e a cosa si aggrappano, dunque, i giovani di oggi. Se alcune risposte possono sembrarci intuitive, come l’importanza del ruolo agli amici o l’utilizzo dei social come spazi di espressione, lo sguardo attento di Federico ci restituisce anche altri elementi fondamentali. Ad esempio, un altro appoggio importante è quello di adulti credibili, coerenti, in cui porre fiducia e che siano in grado di essere “maestri” che ti indicano delle possibilità, senza dirti quello che devi fare.
Infine, ma assolutamente non meno importante, i giovani trovano enormi risorse in loro stessi, nelle proprie capacità e nelle proprie forze. I ragazzi e le ragazze di questa generazione hanno certamente grandi paure, ansie e fragilità, ma dimostrano anche grandi risorse: determinazione, consapevolezza e apertura rispetto a molti temi, così come la capacità di guardare alle sfide di oggi come opportunità per creare un futuro migliore.

Hai 18 anni e non sai dove aggrapparti
Non sai con chi parlare, non sai di cosa farti
(…)
Ho 18 anni e non sono come gli altri
Non cerco un'università, ma cerco di calmarmi

Ariete - 18 ANNI

Quello con Federico Taddia è stato non solo un prezioso incontro perconoscere, ma anche e soprattutto un momento per fermarsi a riflettere, un invito rivolto agli adulti affinché osservino con attenzione e pazienza le nuove generazioni, uno stimolo a dare vita a contesti di incontro e scambio, una spinta a guardare all’orientamento al futuro come a un processo che richiede tempo, strumenti, confronto, esperienze affinché ciascun ragazzo e ciascuna ragazza riesca a costruire la propria personale strada.

{"toolbar":[]}