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Sociale

Giornata Mondiale del Volontariato

Il 5 dicembre è la giornata scelta dalle Nazioni Unite per celebrare ogni anno la Giornata mondiale del volontario per lo sviluppo economico e sociale

L’Onu ha invitato gli Stati membri a prendere misure per aumentare la consapevolezza dell'importante contributo delle attività di volontariato, in modo da stimolare più persone di ogni condizione a offrire i propri servizi come volontari, sia nel proprio paese sia all'estero.

L'attività di volontariato sostiene le iniziative di pace, gli aiuti umanitari e di assistenza medica, il monitoraggio dei diritti umani e il supporto di organizzazioni non lucrative di utilità sociale e lo scopo della Giornata internazionale del volontariato è quello appunto di riconoscere il lavoro, il tempo e le capacità dei volontari in tutto il mondo.

Perché si celebra la Giornata Mondiale del Volontariato?

Ogni anno l'UNV, il programma Volontari delle Nazioni Unite coordina la giornata del 5 dicembre: “Il futuro del nostro pianeta, dobbiamo agire insieme e dobbiamo agire ora. Questa non è un'era in cui stare da soli, ma insieme, come uno, solidali gli uni con gli altri”. L’aumento delle disuguaglianze in tutto il mondo impone di lavorare per trovare soluzioni comuni. I volontari, spinti dalla solidarietà, sviluppano soluzioni per le sfide dello sviluppo e per il bene comune. Il volontariato è il luogo in cui la compassione incontra la solidarietà, entrambi con gli stessi valori fondamentali: sostenersi a vicenda con fiducia, umiltà, rispetto e uguaglianza.

Nel nostro Paese la Capitale Italiana del Volontariato nel 2025 è stata Palermo - città che si è contraddistinta per partecipazione a varie forme di volontariato e d’impegno civico.

Volontariato in Europa: lo scenario oggi

In Europa le attività non profit sono in continua crescita. Secondo i dati riportati da  Salamon e Sokolowski nella loro ricerca sul terzo settore europeo del 2018, sono 29,1 milioni le persone che operano nel settore, il 55% dei quali a titolo gratuito, il che significa che oltre 16 milioni di persone in tutto il continente portano avanti attività di sostegno a favore della comunità senza chiedere alcuna retribuzione. Di questi, 7 milioni danno il proprio contributo attraverso le attività organizzate da enti del terzo settore (volontariato formale), mentre i restanti 9 milioni sostengono comunità, amici o familiari in modo diretto e informale.

 

29,1 Milioni le persone

che operano nel settore

55% a titolo gratuito

16 Milioni le persone

in Europa

Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, ha messo in rilievo, con la EU-SILC ad-hoc module del 2015, come la propensione a fare volontariato sia strettamente legata al livello di istruzione: più è alto e più forte è la tendenza a svolgere attività di volontariato formale. Per esempio, tra i cittadini con istruzione secondaria o universitaria il 28,4% fa volontariato, mentre la percentuale scende all’11,5% tra coloro che hanno un’istruzione primaria.

Anche l’età incide sul fenomeno: la fascia dai 65 ai 74 anni è quella che rappresenta le persone con maggiore propensione a svolgere attività di volontariato sia formale (21,3%) che informale (23,9%). Tra i giovani dai 16 ai 24 anni, il 20,6% si impegna in volontariato formale e il 22,5% in volontariato informale, mentre nella fascia di età adulta tra i 25 e i 64 anni, il 19,5% è impegnato nel formale e il 23,3% nell’informale.

A fare volontariato sono soprattutto le donne, 55,4% impegnate maggiormente in attività di volontariato informale (spesso con la famiglia), mentre gli uomini (44,6%) sono più attivi nel volontariato formale e organizzato.

Quali Paesi europei fanno più volontariato?

In generale, sempre secondo i dati Eurostat, la maggiore propensione alle attività di volontariato si riscontra nei paesi del Nord Europa: Paesi Bassi, Norvegia, Finlandia e Svezia. Agli ultimi posti, invece, troviamo Malta e Cipro e poco più su, i paesi dell’Est Europa (Romania, Bulgaria e Ungheria). Nei Paesi Bassi l’82,5% dei cittadini è coinvolto in attività di volontariato informale e il 40,3% formale, in Finlandia il 74,2% e il 34,1%. Nei paesi in cui si svolge meno volontariato il risultato è l’opposto: a Cipro il 2,6% fa volontariato informale e il 7,2% formale, a Malta lo 0,9% di informale e 8,8% di formale.

Volontariato in Italia: i numeri secondo l'Istat

Al 31 dicembre 2020 le istituzioni non profit attive in Italia – sono i dati delle ultime rilevazioni disponibili dell’Istat - erano oltre 360 mila con un totale di 870 mila dipendenti e, benché a partire dal 2018 siano cresciute maggiormente nel Mezzogiorno, presentano una distribuzione territoriale ancora piuttosto concentrata al Nord, dove è attivo oltre il 50% delle organizzazioni, rispetto al 22,2% del Centro, al 18,2% e al 9,4% rispettivamente al Sud e nelle Isole. Le istituzioni non profit del Sud sono state costituite più di recente: la metà ha iniziato a operare a partire dal 2010, circa cinque anni più tardi che nel Nord. 

La concentrazione territoriale emerge anche prendendo in considerazione il numero di dipendenti: il 57,2% è occupato nelle regioni del Nord rispetto al 20,0% che lavora nelle istituzioni non profit del Mezzogiorno (Sud e isole). Va detto comunque che l’85,7% delle istituzioni non profit opera senza dipendenti, mentre la quota di istituzioni con almeno 10 dipendenti è pari solo al 3,7%.

360 mila non profit in Italia

870 mila dipendenti

85,7% delle non profit

opera senza dipendenti


Per quanto riguarda le attività svolte, le organizzazioni di volontariato sono attive soprattutto nei settori più tradizionali come assistenza sociale e protezione civile e sanità, mentre le Onlus sono particolarmente presenti nella cooperazione internazionale. Le imprese sociali operano principalmente nell’assistenza sociale e protezione civile e nella coesione sociale, ma anche nell’istruzione e ricerca. La principale attività che caratterizza le altre non profit è lo sport, che raccoglie circa un terzo delle non profit, seguito delle attività culturali e artistiche, ricreative e di socializzazione, dell’assistenza sociale e protezione civile. Quasi la metà dei dipendenti fa invece capo all’assistenza sociale e alla protezione civile, seguono istruzione e ricerca e sanità. 

Lo spirito comunitario durante la pandemia Covid-19: un esempio virtuoso di volontariato

Durante la pandemia da Covid-19 il ruolo dei volontari è stato particolarmente importante e anche particolarmente visibile: hanno assicurato i servizi di prima necessità portando la spesa a domicilio alle famiglie in difficoltà e i farmaci ai malati, hanno accompagnato le persone in ambulanza, e più in generale hanno aiutato i deboli, gli anziani, le persone sole. Nella loro attività è risultato spesso di fondamentale importanza il ricorso agli strumenti del mondo digitale – i social network, le piattaforme come Skype o Zoom, webinar, video chiamate, chiamate di gruppo, con la creazione di gruppi di condivisione, scambi di immagini, video, saluti.

Le iniziative del Gruppo Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo svolge da sempre un ruolo attivo a favore dei territori in cui opera, promuovendo iniziative di solidarietà con progetti in partnership, erogazioni liberali, sponsorizzazioni di iniziative culturali e sociali, la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale e ha costituito una struttura dedicata alle attività in ambito sociale.

Anche attraverso le attività del Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo si concretizza il sostegno ad enti senza finalità di lucro che realizzano progetti che hanno come riferimento la solidarietà, l'utilità sociale e il valore della persona

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