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Sociale

Spesa sociale dei Comuni contro l’esclusione sociale: di cosa si tratta?

Immagine di persone che servono da mangiare ad altri
Immagine di persone che servono da mangiare ad altri

La spesa sociale dei Comuni rappresenta uno strumento centrale per contrastare le disuguaglianze e promuovere il benessere delle fasce più fragili. Nel 2022 ha raggiunto i 10,9 miliardi di euro (+5,8% sul 2021), sostenuta dall’aumento dei bisogni sociali e da un allentamento dei vincoli di bilancio.

Dopo una fase di stagnazione nella prima parte dello scorso decennio, a partire dal 2016 si è registrata una crescita costante della spesa. La positiva dinamica riflette sia una maggior flessibilità, consentita dalle riforme alla normativa sui vincoli di finanza pubblica, sia una crescita dei bisogni, come evidenziato dall’aumento del numero di persone prese in carico dai servizi sociali professionali.

Spesa sociale dei Comuni e welfare territoriale tra Nord e Sud

Persistono forti differenze tra Nord e Sud: nel Mezzogiorno, pur con tassi di crescita più elevati (+40% dal 2016 al 2022), i livelli pro-capite rimangono inferiori alla media nazionale. La dimensione demografica dei Comuni incide in modo rilevante nel determinare l’entità della spesa: i piccoli centri, spesso privi di economie di scala, faticano a garantire servizi adeguati a minori, disabili e soggetti a rischio esclusione.

A pesare sono inoltre i vincoli di finanza locale, che limitano la capacità di programmare interventi strutturali in un contesto di domanda crescente e risorse in contrazione.

Trend della spesa sociale dei Comuni in Italia: cosa sta cambiando nello scenario italiano?

La composizione della spesa riflette i cambiamenti nei bisogni sociali. Tra il 2016 e il 2022 gli interventi per povertà e marginalità adulta sono aumentati del 49%, mentre le risorse destinate agli anziani sono cresciute solo del 6%, nonostante l’invecchiamento demografico. Crescono anche le spese per disabili e immigrati, mentre diminuisce il peso relativo per famiglie e minori.

La principale area di destinazione resta “Famiglie e minori” (37% della spesa complessiva), seguita da “Disabili” (28%) e “Anziani” (15%). In crescita anche le risorse per immigrati e multiutenza.

Una domanda di servizi in aumento

Nel 2022 oltre 2,3 milioni di persone sono state prese in carico dai servizi sociali territoriali, con un incremento del 18% rispetto al 2016. Parallelamente, l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta è salita all’8,4% (era il 6,2% nel 2014), con un peggioramento soprattutto nei Comuni di minori dimensioni.

Questi dati segnalano come la domanda di servizi sociali stia crescendo più rapidamente delle risorse disponibili, rendendo necessaria una riflessione sulle strategie di coordinamento tra livelli di governo e sull’efficacia dei meccanismi di finanziamento del welfare locale.

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