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La “Dama col liocorno” di Raffaello è l’Ospite illustre di Intesa Sanpaolo

L’immagine che accompagna la News sulla rassegna L’Ospite illustre, nell’ambito della quale Intesa Sanpaolo espone nel suo museo delle Gallerie d’Italia a Napoli la Dama col liocorno di Raffaello Sanzio, ritrae un particolare del dipinto.

26 marzo 2025

Nell’ambito della rassegna L’Ospite illustre, Intesa Sanpaolo espone nel suo museo delle Gallerie d’Italia a Napoli la Dama col liocorno di Raffaello Sanzio.

Il dipinto proviene dalla Galleria Borghese di Roma e sarà allestito nella sala normalmente dedicata al Martirio di sant’Orsola di Caravaggio che, contestualmente, è in esposizione a Roma per la mostra Caravaggio 2025.

L’esposizione consentirà quindi al pubblico di Napoli di soffermarsi su un’opera giovanile di Raffaello che negli anni ha subito estese ridipinture che ne avevano alterato l’aspetto, rendendone anche complessa l’attribuzione: in assenza dell’ultima opera di Caravaggio, per il pubblico sarà occasione per godere di un altro capolavoro dell’arte di tutti i tempi.

Curata e promossa da Intesa Sanpaolo, la rassegna L’Ospite illustre - giunta alla sedicesima edizione – dal 2015 espone nei musei delle Gallerie d’Italia e al grattacielo di Torino opere di rilievo, in prestito temporaneo da prestigiosi musei italiani e internazionali.

La Dama col liocorno – un po' di storia

La Dama col liocorno è un dipinto a olio su tavola trasportata su tela databile all’inizio del 1505. L'aspetto dell'opera, quale si presenta oggi ai nostri occhi, è il risultato di uno storico intervento di restauro seguito a una fitta vicenda critica sviluppatasi a partire dalla seconda metà del XIX secolo. Fino al 1936 infatti il personaggio ritratto era raffigurato come Santa Caterina d'Alessandria, caratterizzata dal consueto attributo della ruota dentata visibile al posto dell'attuale unicorno; sulle sue spalle un pesante manto modificava il profilo della figura, coprendo parte della veduta sul paesaggio retrostante.

L’opera fu restituita a Raffaello dallo storico dell’arte Roberto Longhi nel 1927, prima del restauro che la liberò dagli interventi successivi.

Le indagini radiografiche compiute sul dipinto hanno mostrato che prima dell’unicorno, emblema di castità, Raffaello aveva dipinto un cagnolino, simbolo di fedeltà: si tratta dunque plausibilmente di un ritratto eseguito in occasione di un matrimonio.

La Dama col liocorno deriva la sua impostazione dalla Gioconda, che si ritiene generalmente conosciuta per la prima volta da Raffaello poco dopo il trasferimento a Firenze della fine del 1504, ma che si può supporre egli vide in lavorazione già l’anno precedente, nel corso di un primo breve soggiorno nella città.

Il ritratto di Raffaello, collocabile per stile all’inizio del 1505, è dunque il frutto di un nuovo confronto con l’opera di Leonardo. Tornare a studiarlo in occasione della mostra ha permesso di riflettere sulla sequenza esecutiva della stessa Monna Lisa – oggi il dipinto più visto al mondo, di cui Raffaello fu il primo e, a più riprese nel tempo, il più attento spettatore.

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