Si fa presto a dire giovani. Generazione Y e Z a confronto
A prima vista i giovani parrebbero tutti molto simili, accumunati da un’età piena di ideali e belle speranze, invece le nuove generazioni appaiono notevolmente diverse tra loro: approcciano il mondo in modo differente, interagiscono con i brand e si rapportano al denaro in maniera differente.
L’istituto Piepoli, in un recente studio, ha cercato di tracciare un ritratto approfondito di due giovani generazioni affinché le aziende possano conoscerle meglio dal momento che i giovani sono spesso predittori di comportamenti collettivi futuri e di come la domanda evolverà.
I nati tra il 1980 e il 1994, sono definiti appartenenti alla “Generazione Y” o anche “Millennials” in quanto divenuti maggiorenni nel nuovo millennio. Essi rappresentano una generazione di transizione fra passato e futuro: avendo visto nascere Internet e assistito alla progressiva diffusione dei social network, sono la prima generazione digitalizzata, che ha vissuto l’abbattimento delle barriere culturali grazie alla “rete”. Di conseguenza, sono persone avventurose, dalla mentalità aperta, cittadini del mondo, che amano esplorare nelle differenti culture e nei diversi linguaggi. Sono una generazione di “idealisti” e hanno ereditato dai genitori una componente narcisistica, per cui sentono il bisogno di avere costantemente un riconoscimento esterno e immediato, una sorta di maestro o di mentore, che li gratifichi nell’immediato sul piano personale. Per questo i Millennials sono stati spesso definiti come una generazione di impazienti.
Per catturare la loro attenzione le imprese devono puntare molto sull’ispirazione, sull’innovazione e su una comunicazione organica, che entri nelle vite dei millennials in modo autentico e non invasivo. Ma soprattutto, fare leva sul loro lato idealista e un po’ utopista, i brand devono prendere posizione sulle questioni rilevanti per la società e dimostrare nei fatti di agire in modo da lasciare un segno tangibile di cambiamento e miglioramento per il pianeta.
Più pragmatici invece i nati dal 1995-2010 in poi, ossia gli appartenenti alla “Generazione Z”, detti anche Centennials perché nati a cavallo del nuovo secolo. Fare, creare e lasciare il segno riassume l’orientamento valoriale di questa generazione, completamente immersa nel digitale, dove la vita si svolge senza soluzione di continuità tra offline e online, ma prevalentemente online. I giovani della generazione Z utilizzano in media 5 dispositivi (contro i 3 dei Millennials), e per loro la dimensione visuale è molto più importante rispetto a quella testuale, ancora rilevante invece per i millennials.
Un altro aspetto che differenzia fortemente la generazione Z dalla precedente è lo spiccato spirito di intraprendenza: se i Millennials aspettano di essere scoperti, i giovani della generazione Z sono “pronti a sgobbare pur di riuscire”. Sono ancora più ecologisti dei millennials e desiderano provocare direttamente un impatto positivo sulla vita delle persone, lasciando in prima persona un segno innovativo nel mondo.
Ma come agganciarli? E’ essenziale che i brand adottino nei loro confronti una comunicazione senza fronzoli: i gen Z vogliono infatti autenticità ed è poco utile spendere soldi per campagne pubblicitarie costose e patinate. La comunicazione deve avvenire prevalentemente tramite social, ed essere breve e incisiva, in grado di stimolare la loro curiosità partendo da un racconto visivo. La fedeltà ai brand è poco presente: i post-Millennials sono legati solo ai brand “social media-friendly”, nei quali si riflettono e con i quali comunicano direttamente. Una strategia di successo deve perciò essere semplice, one-click e deve saperli stimolare, incuriosire e portarli ad informarsi su uno specifico brand.
In estrema sintesi i Millennials appaiono ancora idealisti, ottimisti e un po’ adolescenziali, mentre i Centennials sono più pragmatici e disincantati, il che per un curioso gioco delle parti, li rende in un certo qual modo più “adulti” della generazione che li ha preceduti. Probabilmente l’essere figli di un periodo economico di continue recessioni ha lasciato un segno su questi ragazzi.
Le aziende quindi che saranno in grado di cavalcare in anticipo le tendenze e i desideri di Millennials e Centennials avranno più chance di risultare vincenti in futuro.
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Data ultimo aggiornamento 5 novembre 2024 alle ore 17:32:59