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Rapporto Censis 2024: la sindrome italiana

Donna matura pensierosa in piedi vicino alla finestra

Indagine economia e società: il rapporto Censis

Tutto quello che conta sembra accadere al di fuori dell’Italia, in un mondo scosso da forti tensioni in cui nessuno è contento di come è il mondo. Per motivi diversi, non è contenta l’Europa, né gli USA, né la Russia, né la Cina, né i Paesi arabi. Viviamo nella stagione dello scontento globale. I cambiamenti investono tutte le società europee e occidentali, però in Italia accadono con delle specificità. A prima vista, il 2024 è l’anno dei record: occupati, turismo estero, denatalità, debito pubblico, astensionismo elettorale.

Questi eventi sono però da leggere e collocare in un contesto di più lunga durata, e, se analizzati nel medio periodo, tutti i principali indicatori economici italiani ruotano intorno ad una linea di galleggiamento. Anche nella dialettica sociale il senso di impotenza e la frustrazione non sono sfociati in violente esplosioni di rabbia. Gli italiani si flettono e si rialzano senza ammutinamenti. Potrebbe essere rassicurante, ma nasconde un’insidia perché la spinta propulsiva verso l'accrescimento del benessere si è smorzata. Nel periodo 2003-2023 il reddito disponibile lordo pro-capite delle famiglie è oggi inferiore del 7% in termini reali.

Il Rapporto descrive una società che ristagna e in cui sono messi in discussione alcuni valori fondamentali unificanti nel passato, come la partecipazione alla democrazia, l’europeismo, il convinto atlantismo: aumenta l’astensionismo, la fascinazione verso le democrazie illiberali, l’antioccidentalismo. Alle ultime elezioni europee si è registrato il 51,7% di astenuti e il 66% degli italiani incolpa l’Occidente dei conflitti in corso in Ucraina e in Medio Oriente.

Cresce la conflittualità: le questioni identitarie tendono a sovrapporsi o sostituirsi alle istanze delle classi sociali tradizionali, la rivalità delle identità di tipo etnico culturale, sessuale, religioso e la lotta per il loro riconoscimento implicano la logica amico-nemico. Emerge così che il 29% degli italiani prova ostilità per chi è portatore di una concezione della famiglia divergente da quella tradizionale: il 22% vede il nemico in chi professa una religione diversa.

Società italiana: un’emergenza culturale

Il Censis dedica un focus alla preparazione culturale ed evidenzia un’emergenza culturale. Guardando i dati del sistema scolastico l’Italia sembra un paese di ignoranti, c’è una mancanza di conoscenze di base che rende molti cittadini più disorientati e vulnerabili rispetto ai grandi cambiamenti. Il 43,5% degli studenti al termine delle scuole superiori non raggiunge i traguardi di apprendimento in italiano. Ci sono difficoltà di calcolo per alcuni italiani: per il 12,9% la moltiplicazione di 7 per 8 non fa necessariamente 56. Molti non sono preparati sui meccanismi istituzionali, visto che più di un italiano su due (il 53,4%) non attribuisce correttamente il potere esecutivo al Governo, bensì al Parlamento o alla magistratura.

Il problema è che nel limbo dell’ignoranza possono attecchire stereotipi e pregiudizi.

L’analisi della situazione italiana presenta altri motivi di riflessione, tra cui la dinamica disgiunta tra crescita occupazionale e debole crescita economica. L’aumento dell’occupazione inoltre riguarda soprattutto il settore dei servizi, non tanto l’industria che invece sta attraversando in Italia e in Europa una fase molto difficile.

La società italiana e le relazioni sociali

Tra le diverse analisi si descrive lo stato delle relazioni sociali, che mostrano segni di ripresa dopo la pandemia: quasi sei italiani su dieci incontrano gli amici durante il tempo libero almeno una volta alla settimana, una cifra che sale fino al 90% nei giovani tra i 15 e i 19 anni. È cresciuta la partecipazione alle fiere, ed è aumentata in maniera esponenziale la partecipazione ai concerti, +70% dal 2019. Si nota però una crescente contrapposizione tra i luoghi delle relazioni da una parte e la solitudine tra le pareti domestiche. Per il 46,6% i luoghi in cui si preferisce coltivare le relazioni sociali sono: ristoranti, bar, pub. Seguono ambienti di lavoro/universitari, associazioni che organizzano attività di gruppo, i luoghi dello sport (palestre e campetti), i parchi e anche i centri commerciali. Il 13,3% degli italiani (percentuale che sale al 17,8% tra i giovani dai 18 ai 34 anni) dichiara di prediligere gli incontri virtuali vissuti nei social network. La casa invece può diventare luogo di solitudine, le persone sole, anziani vedovi ma anche single, hanno superato ormai gli 8,8 milioni in Italia, un fenomeno in aumento del 18% nell’ultimo decennio.

La fotografia del Rapporto Censis 2024 restituisce l’immagine di un Paese che non arretra, ma non cresce e il cui tradizionale modello è ormai logoro e rischia di non funzionare più per affrontare le sfide in corso.

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