Cultura
Arte del Novecento in mostra ad Arezzo e Jesi
Dal al
Arezzo, Casa Museo dell'Antiquariato Ivan Bruschi
"La libera maniera. Arte astratta e informale nelle collezioni Intesa Sanpaolo" è il titolo della mostra organizzata e promossa da Intesa Sanpaolo assieme alla Fondazione Ivan Bruschi e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, in sinergia con Gallerie d'Italia. Sono previste due tappe - dal 2 marzo al 9 giugno - alla Casa Museo dell’Antiquariato Ivan Bruschi di Arezzo e dal 7 dicembre al 5 maggio 2025 a Palazzo Bisaccioni di Jesi.
Il progetto espositivo ha l'obiettivo di valorizzare le prestigiose collezioni di Intesa Sanpaolo condividendo il patrimonio artistico con un pubblico sempre più ampio.
La mostra costituisce anche un’importante occasione di condivisione di un patrimonio dal forte valore identitario nazionale, grazie alla collaborazione che unisce due Fondazioni di rilievo per il territorio.
Arte del Novecento a Casa Museo Ivan Bruschi e Palazzo Bisaccioni
Curata dal critico e studioso di arti visive Marco Bazzini, l’esposizione si compone di 34 opere realizzate in Italia nel corso di un arco temporale che va dalla fine della Seconda guerra mondiale all’inizio del boom socioeconomico degli anni Sessanta del Novecento.
L’esposizione narra la diversificata e multiforme ricerca sviluppata da alcuni artisti e artiste durante gli anni Cinquanta. Di questa stagione, fondamentale per gli sviluppi dell'arte italiana, la raccolta di Intesa Sanpaolo offre significativi esempi. La selezione per questa mostra è stata fatta sulla base della qualità artistica delle opere e per il loro presentarsi come "documenti" di un tempo fecondo e libero, capace di immaginare e costruire una nazione.
L’esperienza astratta nelle opere in esposizione
Afro (Afro Basaldella), Per Stagione nell’Ovest, 1957 Collez Intesa Sanpaolo © AFRO, by SIAE 2024
In mostra il nuovo corso dell’arte è testimoniato dall’esperienza astratta di due personalità già protagoniste della prima parte del secolo: Alberto Magnelli e Corrado Cagli.
L'esposizione continua poi presentando quella “libera maniera” - da qui il titolo che ripropone il termine con cui Giorgio Vasari nelle sue “Vite” definisce l’espressività del singolo artista - che guarda a nuove dimensioni spaziali, come in Lucio Fontana e con lui in Edmondo Bacci, Gianni Dova, Gino Morandis e Tancredi, o all’arte polimaterica come in Alberto Burri.
I giovani artisti si indirizzano verso le esperienze che considerano l’indipendenza del segno, Carla Accardi, Achille Perilli e Antonio Sanfilippo, ma anche quella del gesto come atto rivoluzionario in Emilio Vedova. Mentre il colore si fa diafano sulle tele di Afro o struttura dinamica in Giulio Turcato e Piero Dorazio.
Ennio Morlotti, Calendole, 1955 Collezione Intesa Sanpaolo
Anche le artiste prendono parte a questa nuova dimensione, con una sensibilità, uno sguardo e una lettura fortemente autonomi per aggiungere, elaborare, suggerire nuovi punti di vista. Pertanto, oltre alle opere di Carla Accardi sono esposte quelle di Carol Rama, Renata Boero, Regina e Paola Levi Montalcini.
Enrico Baj e Guido Biasi scrutano l’universo atomico sia del micro che del macro cosmo, mentre Gillo Dorfles, Bruno Munari, Atanasio Soldati, Gianni Monnet e Plinio Mesciulam si rivolgono a una realtà concreta che supera ogni possibile referenza con il dato reale. In quegli stessi anni Renato Birolli e Ennio Morlotti continuano a guardare direttamente alla natura per riproporla con dense superfici pittoriche.
Infine, un nucleo di artisti che si forma in questi anni, ma che, partendo da tali premesse, va oltre e al di là dell’informale e dell’astratto per mettersi alla guida delle ricerche del decennio successivo in cui si continuano a conquistare nuove dimensioni pittoriche: Toti Scialoja, Gastone Novelli, Mario Nigro ed Enrico Castellani.
Archivio Patrimonio Artistico Intesa Sanpaolo / foto Paolo Vandrasch, Milano
La condivisione delle opere d'arte di proprietà, anche al di fuori di Gallerie d'Italia, oltre le sedi di rappresentanza e i caveau aperti al pubblico, racconta l'impegno di Intesa Sanpaolo nel mettere sempre più a disposizione un patrimonio di forte significato identitario. Il lavoro di valorizzazione intorno alle collezioni diventa a sua volta momento prezioso di dialogo con i territori e ragione di sinergia con le principali realtà del Paese. Ne è prova significativa "La libera maniera" realizzata insieme a Fondazione Ivan Bruschi e Fondazione CR Jesi che, nella sua prima tappa ad Arezzo, conferma la presenza della Banca a fianco della Casa Museo per contribuire ad arricchire la bellezza della città toscana.
Data ultimo aggiornamento 1 luglio 2024
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