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Cultura

Iniziative per celebrare il Giorno della Memoria 2024

Immagine della terra
Immagine della terra

Intesa Sanpaolo aderisce come di consueto alle celebrazioni per il Giorno della Memoria, proseguendo il costante impegno socioculturale e di sostegno che si ravviva e rafforza nel tempo.

Un concerto per ricordare la Shoah

In occasione del XXIV Giorno della Memoria, sabato 27 gennaio alle ore 18.45 nella Sala Puccini del Conservatorio di Musica G. Verdi di Milano viene eseguita l’opera Different trains, realizzata nel 1988 dal compositore statunitense Steve Reich (New York, 1936). Un’originale composizione di musica elettronica per quartetto d’archi integrata dai ricordi dello stesso Reich legati alla sua adolescenza newyorkese al tempo dell’eccidio nazifascista. Lui da bambino prendeva i treni da New York a Los Angeles: “ora mi guardo indietro e penso che se fossi stato in Europa in quel periodo, in quanto ebreo, avrei dovuto viaggiare su treni molto diversi”. Sono presenti anche testimonianze, raccolte sottoforma di “melodia parlata”, da parte di chi ha vissuto in prima persona gli orrori dell’Olocausto.  

A interpretare l’opera è un quartetto di giovani studenti del Conservatorio, sotto la guida dei docenti Roberto Terenzi e Davide Gagliardi. Al violino Carlos Gabriel Morguez Quinoñes e Tommaso Galindo Pacheco, alla viola Tommaso Malacalza, al violoncello Umberto Simonassi. Elettronica e video a cura di Mirko Colombo, Federico Luzzardi, Francesca Seggioli.

Ingresso libero su registrazione all’indirizzo permilano@consmilano.it

Il nostro impegno per il MEIS

La mostra "Ritorno a Ferrara. L’universo di Leo Contini Lampronti"

Siamo soci sostenitori del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah - MEIS di Ferrara, che dal 9 novembre 2023 sino al 4 febbraio 2024 propone la mostra Ritorno a Ferrara. L’universo di Leo Contini Lampronti.

Curata da Hava Contini Yael Sonnino-Levy, con il patrocinio del Comune di Ferrara e dell’Ambasciata d’Israele in Italia, la mostra offre la possibilità di un’immersione visiva e sensoriale nelle peculiarità stilistiche e nell’eclettismo dell’artista nato a Nizza da genitori ferraresi e vissuto a Tel Aviv. Si ha così la possibilità di ammirare l’intenso percorso evolutivo che ha portato Leo Contini Lampronti (1939-2020) a mettersi continuamente in discussione, confrontandosi con sempre più ardite ricerche e sperimentazioni espressive.

Dalle tele che raccontano il suo profondo legame con la città di Ferrara, da lui rappresentata sia nei ricordi familiari fatti di oggetti come la coppia (il pane tipico ferrarese), sia nei rimandi alle sensorialità dell’adolescenza, alle sue opere astratte caratterizzate dalla scomposizione e metafisica ricomposizione del reale secondo schemi geometrici legati alla sua formazione scientifica (nel 1964 si laureò in Ingegneria Nucleare al Politecnico di Milano). Particolarmente suggestive risultano alcune creazioni come le tototomie e le anasculture nelle quali emerge il suo tratto più ingegnoso e visionario, capace di creare efficaci commistioni e potenti effetti ottici illusori fra la dimensione bidimensionale della pittura e la tridimensionalità scultorea.  

Il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah-MEIS nasce grazie ad una legge votata all’unanimità dal Parlamento e vuole raccontare oltre duemila anni di storia del nostro Paese con mostre permanenti e temporanee, percorsi multimediali, grandi eventi culturali ed un’offerta didattica che si rinnova ogni anno. Fin dalla sua inaugurazione, nel 2017, il Museo ha avuto al suo fianco Intesa Sanpaolo, ora divenuto socio sostenitore. Un rapporto di collaborazione che culminerà in primavera con un appuntamento da non perdere: la nuova grande mostra dedicata alla storia degli ebrei nel Novecento.

Dario Disegni, Presidente del MEIS

Sono inoltre presenti oggetti della religione ebraica realizzati da Contini Lampronti utilizzando le tecniche proprie dell’artigianato. Su tutti, spiccano per il loro valore simbolico-rituale del culto ebraico la Hanukkah, candelabro a otto bracci, gli ARKS (Anamorphis Reflection Kiddush Sets), e i bicchieri del Qiddush, preghiera sul vino che precede i pasti di festa.

L'evento "Cinque storie in cinque oggetti"

Un’altra importante iniziativa organizzata dal MEIS è prevista lunedì 29 gennaio, a partire dalle ore 10.00, nella Sala Estense di Ferrara, in Piazza del Municipio. Cinque storie in cinque oggetti è il titolo dell’evento, che si avvale della collaborazione dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara-ISCO, promosso a beneficio degli studenti delle scuole di tutta Italia, con la possibilità di partecipare sia in presenza che online. L’incontro fa parte del programma del Comitato provinciale 27 gennaio presieduto dal Prefetto di Ferrara ed è realizzato con la collaborazione di CoopAlleanza 3.0.

A più di ottant’anni da quel 1943 che segnò il tragico passaggio dalla persecuzione dei diritti degli ebrei alla distruzione delle loro stesse vite, l’idea di fondo di Cinque storie in cinque oggetti è proprio quella di preservare il valore etico, storico e prospettico del “ricordo”. La vita di cinque persone viene narrata attraverso i loro oggetti, oggi parte della collezione del museo. Alcuni evanescenti, altri inerenti alla quotidianità, altri ancora simbolicamente legati a momenti storici particolarmente bui, oppure pieni di speranze individuali e famigliari.

Nelle parole di Carla Neppi Sadun, ebrea ferrarese sfuggita alla deportazione, lo struggente ricordo del suo ritorno dopo la guerra nella casa d’origine, ormai spoglia di ogni oggetto, ma proprio per questo in grado di accendere la forza di ricordi più vividi di ogni possibile materialità tattile. A Ugo Foà, Vicepresidente dell’Associazione Giacometta Limentani e Walter Cantatore, il compito di rievocare la figura della scrittrice e traduttrice Giacometta Limentani (1927-2018) proponendo un libro facente parte della sua vastissima biblioteca. Si tratta della prima edizione di 16 ottobre 1943 di Giacomo Debenedetti, tra le più apprezzate opere documentarie sulla razzia del ghetto di Roma. Molto toccante la storia legata a un oggetto della quotidianità, come la tazza di Sylva Sabbadini (1928-2019), deportata e sopravvissuta ad Auschwitz. A fare rivivere la sua storia con “una tazza della memoria” è suo nipote Marco Krivacek. La tazza per la colazione, donata lo scorso anno al MEIS, era infatti l’oggetto a cui era più legata e che dopo la Liberazione sua madre trovò in un magazzino di Auschwitz. Vi è poi la Memoria intangibile, come quella del brano Auschwitz di Francesco Guccini, portato al grande successo dai Nomadi. Partecipano all’evento Beppe Carletti, fondatore e tastierista dei Nomadi, e Rosanna Fantuzzi, compagna del frontman del gruppo Augusto Daolio, scomparso nel 1992. Conclude la cinquina una riflessione degli studenti del Liceo Scientifico A. Roiti di Ferrara rivolta al lavoro concettuale dell’artista tedesco Gunter Demnig Pietre d’inciampo, realizzato in varie città europee. L’opera consiste nella posa di sampietrini davanti alle abitazioni dei cittadini deportati nei campi di sterminio, con l’incisione dei loro nomi, cognomi, data di nascita, data e luogo di deportazione e, quando conosciuta, data di morte.

Moderano i lavori il Direttore del MEIS Amedeo Spagnoletto e la Presidente dell’ISCO Anna Maria Quarzi. Prevista la partecipazione di Vittorio Bo, editore, divulgatore e curatore della prossima mostra del MEIS dedicata al Novecento. 

Raffaele Mattioli: "L'ebreo Onorario"

Tra le principali iniziative a sostegno della “Memoria” quale valore imprescindibile della dignità umana e di ogni percorso di consapevolezza civile, lo scorso anno  sono stati realizzati sei podcast dal titolo “L’ebreo onorario, prodotti da Chora Media per Intesa Sanpaolo On Air, dedicati all’esemplarità della figura umana e intellettuale di Raffaele Mattioli (Vasto 1895, Roma 1973), “Il banchiere umanista”.

Manager illuminato - Amministratore Delegato quindi Presidente di Comit - ebbe un ruolo decisivo nel processo di risanamento, razionalizzazione e ammodernamento del sistema bancario italiano, sia negli anni Venti e Trenta, sia soprattutto dal secondo dopoguerra in poi.

La sua figura si contraddistinse inoltre per il coraggio e la determinazione con cui esercitò in ogni circostanza la propria influenza e autorevolezza per aiutare e, in moltissimi casi, salvare un gran numero di persone - alcune delle quali dipendenti della banca - perseguitate dal nazifascismo. Un comportamento da lui esercitato quale naturale, irrinunciabile dovere morale.

Attraverso la voce della giornalista e scrittrice Camilla Ronzullo, con il prezioso contributo di storici e archivisti, le prime due puntate mettono in evidenza lo straordinario ruolo, spesso anche avventuroso, svolto da Mattioli, il quale comprese in anticipo il tragico destino cui sarebbero andati incontro gli ebrei e si mosse sagacemente per preservarne dignità, speranza e offrire loro riparo e sostentamento.

Di Raffaele Mattioli “ebreo onorario” si parla il 23 gennaio 2024 alla Casa della Memoria di Brescia con la responsabile dell’Archivio Storico Intesa Sanpaolo Barbara Costa.
Alcuni documenti saranno esposti nella sala espositiva dell’Archivio Storico, via Morone 3, e illustrati durante visite guidate dedicate.

 

 

Intesa Sanpaolo On Air

L'ebreo onorario

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L'Archivio Storico Intesa Sanpaolo e la Fondazione CDEC

Il rapporto di collaborazione tra Archivio Storico Intesa Sanpaolo e Fondazione CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea) si basa sulla comune volontà di contribuire a sviluppare sensibilmente la conoscenza storica delle vicende legate alla persecuzione subita dai cittadini ebrei in Italia fra il 1938 e il 1945 e di mantenere la memoria di questi eventi attraverso la valorizzazione delle straordinarie fonti primarie conservate nei rispettivi archivi. Nel 2020 l’apertura alla pubblica fruizione del fondo EGELI (Ente di gestione e liquidazione immobiliare) e della mostra “Storie Restituite. I documenti della persecuzione antisemita nell’Archivio Storico di Intesa Sanpaolo” ha evidenziato i primi risultati di questa collaborazione, sfociata nel filmato “Vite interrotte. Due archivi raccontano”.

©Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo

Nel 2021 la collaborazione si è consolidata attraverso il comune sostegno a una ricerca sulla comunità ebraica della città di Milano a partire dallo studio puntuale di tutti fascicoli del fondo EGELI relativi ai residenti nel capoluogo lombardo, analizzati e confrontati con i dati del censimento dei cittadini milanesi dell’agosto 1938, primo atto razzista e discriminatorio, formale su scala nazionale, compiuto dal regime fascista nei confronti di tutti gli ebrei, italiani e stranieri.

Questo progetto è sfociato nella mostra online dal titolo “Vite attraverso. Storie, documenti, voci di ebrei milanesi nel ‘900”, promossa da Archivio Storico Intesa Sanpaolo, Fondazione CDEC e ASP Golgi Redaelli nell'ambito delle attività della Rete MilanoAttraverso. La mostra ha ripercorso la vita di otto famiglie ebraiche milanesi che, in circostanze diverse, subirono la discriminazione delle leggi antiebraiche e, a partire dall'8 settembre 1943, la persecuzione nazi-fascista. La stretta collaborazione tra gli Archivi di Intesa Sanpaolo, della Fondazione CDEC e di ASP Golgi Redaelli, con il prezioso contributo di altre Istituzioni, ha permesso di integrare le singole fonti per ricostruire le storie di queste otto famiglie e raccontare come affrontarono il periodo della guerra.

©Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo

L’Archivio Storico di Intesa Sanpaolo e la Fondazione CDEC condividono anche la convinzione nell’importanza della diffusione delle tecnologie innovative della rete applicate alla cultura e alla storia avendo da anni adottato i Linked Open Data per gestire, integrare, pubblicare online il proprio patrimonio storico. Grazie a questa tecnologia, i patrimoni informativi dei due archivi sono entrati “in contatto” e in relazione reciproca, creando un “ponte” e permettendo la creazione di un vasto corredo informativo.

Questa attività ha reso possibile ricostruire e raccontare le storie dei cittadini ebrei lombardi perseguitati, sottoposti alla requisizione dei beni e arrestati e detenuti nei campi di concentramento o in fuga durante il fascismo; ha permesso, inoltre, di scoprire le vicende legate alla restituzione dei beni, dagli immobili agli oggetti personali, e consente di affrontare, attraverso la disponibilità di fonti inedite, tematiche come quelle dei bombardamenti in città e dei danni di guerra.

L’Archivio Storico di Intesa Sanpaolo ha inoltre avviato le procedure di integrazione dei dati provenienti dalle carte del Fondo Egeli all’interno del portale realizzato dal Progetto EHRI dell’Unione Europea per la creazione di un ambiente per l’accesso a tutte le fonti d’archivio sul tema dell’Olocausto, conservate in Europa e non solo.

Dopo l’integrazione dei dati del Cdec, l’Archivio Storico di Intesa Sanpaolo e la Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo pubblicano in modalità integrata e sinergica i rispettivi dati d’archivio su questi temi, indagati e approfonditi attraverso l’utilizzo dei Linked Open Data. Il progetto di integrazione dei dati è presentato il 22 gennaio 2024 alle Gallerie d’Italia nel convegno “Gli archivi di banca raccontano l’EGELI. I Linked Open Data per la storia dei sequestri dei beni ebraici”. L’auspicio è quello di coinvolgere nella ricerca e condivisione dei dati gli archivi pubblici e privati che conservano documentazione utile alla ricostruzione della persecuzione economica attuata contro i cittadini ebrei durante il fascismo, per renderne il più possibile estesa e condivisa la conoscenza.

Il sostegno al Memoriale della Shoah di Milano

Il Memoriale della Shoah sorge nella zona sottostante il piano dei binari della Stazione Centrale di Milano, articolandosi su due livelli: piano terra e rialzato e piano interrato. Da qui, tra il 1943 e il 1945, partirono 20 convogli RSHA: carri bestiame sui quali furono stipati migliaia di prigionieri diretti verso i campi di concentramento, raccoglimento e sterminio. È un luogo simbolo della deportazione, oggi centro di memoria e di conoscenza, che si proietta verso il ricordo, verso il passato, ma soprattutto verso il presente e il futuro. Negli ultimi anni il Memoriale si è affermato come centro di aggregazione culturale e di elaborazione del presente. Per questo abbiamo scelto di sostenere questo luogo che, proprio in occasione del XXIII Giorno della Memoria, sarà possibile visitare attraverso visite guidate.

Inoltre, grazie alla collaborazione tra il Memoriale e il Teatro Franco Parenti, nel 2019, è nato il progetto “L’istruttoria”, opera di Peter Weiss, che ha coinvolto gli studenti di alcuni istituti superiori lombardi. Il progetto, da noi sostenuto in qualità di Main Partner, si è concretizzato in un percorso attraverso i diversi spazi del Memoriale in cui il pubblico è stato accompagnato di stanza in stanza per incontrare gli 11 canti dell’opera. “L’istruttoria” si basa sulle note scritte da Weiss durante le sedute del processo di Francoforte contro un gruppo di SS e di funzionari del lager di Auschwitz che si svolse tra il dicembre 1963 e l’agosto 1965. 

© Andrea Martiradonna

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