DESI 2022: l’Italia conferma il trend di crescita nel digitale
Il nuovo indice DESI mostra la digitalizzazione dell'Italia
La Commissione europea ha recentemente pubblicato l’edizione 2022 dell’indice di digitalizzazione dell'economia e della società (DESI), un report annuale che monitora i progressi compiuti dagli Stati UE in ambito digitale.
Nell'Unione la digitalizzazione è disomogenea, nonostante alcuni segnali di convergenza. Mentre i capofila sono rimasti invariati, un gruppo numeroso di Stati membri si concentra intorno alla media UE. La maggior parte degli Stati membri che cinque anni fa registravano un livello più basso di digitalizzazione sta avanzando a un ritmo più veloce degli altri. Tra questi Paesi in crescita c’è l’Italia.
Per l'edizione 2022 del DESI l'Italia si colloca al 18º posto tra i 27 Stati dell'Unione con un punteggio di 49,3 rispetto alla media di 52,3.
Le prime posizioni sono sempre appannaggio dei paesi nordici : Finlandia, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia; in coda rimangono Grecia, Bulgaria e Romania.
L'Italia sta guadagnando terreno ma sconta ancora varie carenze.
L’indice DESI si compone di 4 aree di indagine:
- il capitale umano,
- la connettività,
- l’integrazione delle tecnologie digitali,
- i servizi pubblici digitali.
Dagli indicatori di quest'anno emerge che per quanto riguarda le competenze digitali di base in Italia c’è ancora da fare: oltre la metà dei cittadini italiani non dispone di competenze digitali di base. Il nostro Paese è in fondo alla classifica per quanto riguarda questo parametro. La media europea per il possesso di competenze digitali di base si attesta al 54% (vs 46% in Italia) con un target per il 2030 di almeno l’80%. La percentuale degli specialisti digitali tra i lavoratori italiani inoltre è inferiore alla media dell'UE e sono modesti i tassi di iscrizione e laurea nel settore ICT. L’obiettivo Ue per la quota di specialisti ICT è il 10% della forza lavoro, attualmente nemmeno i paesi in vetta alla classifica raggiungono questo risultato. Tale carenza potrebbe rappresentare un ostacolo alla ripresa e alla competitività delle imprese dell'UE.
Per quanto riguarda la connettività si sono registrati progressi nella diffusione dei servizi a banda larga e di realizzazione della rete, ma la copertura delle reti ad altissima capacità (VHCN) è ancora indietro rispetto alla media UE.
Guardando all’interazione delle tecnologie digitali si nota che la maggior parte delle piccole e medie imprese italiane (il 60%) ha raggiunto almeno un livello base di intensità digitale, l'utilizzo di servizi cloud, in particolare, ha registrato una considerevole crescita ma la diffusione di altre tecnologie cruciali come i Big Data e l'Intelligenza Artificiale è ancora limitata. In generale, la diffusione dell’AI nelle imprese dell’Unione è ridotta, più diffusa tra le grandi imprese che tra le PMI.
L'Italia sta compiendo progressi nell'offerta di servizi pubblici digitali, riducendo così le distanze rispetto alla media UE ma i cittadini che interagiscono con le pubbliche amministrazioni usando Internet è al di sotto del 50%. Con Romania e Bulgaria siamo tra i minori utilizzatori.
Dai dati del monitoraggio è evidente che per l’Italia una delle dimensioni DESI più carente è relativa alla formazione (utilizzo di servizi pubblici digitali e competenze digitali) e personale specializzato (specialisti ICT) per cui sarà necessario investire in questa direzione. Non è sufficiente avere accesso a Internet per acquisire una competenza digitale adeguata e riuscire a usare appieno gli strumenti digitali.
Bisogna ridurre il gap rispetto alla media europea nella dimensione relativa al capitale umano rafforzando le competenze digitali degli italiani.
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Data ultimo aggiornamento 26 agosto 2022 alle ore 14:24:57