Il mondo del lavoro e le difficoltà di domanda e offerta
L’ occupazione è in cima alle preoccupazioni degli italiani. Abbiamo chiesto a Ipsos di approfondire il tema del lavoro con un’indagine per analizzare in particolare i problemi del mismatch tra domanda e offerta. La ricerca ha coinvolto un campione di 700 persone (18 - 40 anni) in cerca di occupazione e 200 imprese in cerca di lavoratori.
Dall’indagine emerge che domanda e offerta di lavoro si focalizzano in parte su aree differenti: le imprese cercano in prevalenza in ambito produzione (37%) e IT (25%), le persone nel settore marketing/vendite/commerciale (15%) e assistenza clienti (12%).
Il lavoro ideale, il posto fisso? Il lavoro più desiderato è dipendente (66%), a tempo pieno (60%) e nei servizi (66%). I dati dicono che il lavoro nel settore pubblico mantiene un forte appeal, soprattutto per donne e diplomati in cerca di lavoro, i motivi sono legati alla maggiore stabilità e garanzie rispetto al privato.
Stabilità, crescita professionale, trattamento economico, work life balance e interesse per l’attività sono i principali aspetti presi in considerazione nella valutazione di un posto di lavoro, con qualche differenza di genere ed età.
Far incontrare domanda e offerta però non è semplice. Più di 8 intervistati su 10 dicono che la principale criticità è la scarsità di offerte adatte al proprio profilo. In comune per lavoratori e imprese emerge anche il problema della molteplicità dei canali in cui cercare. I candidati si rivolgono a siti specializzati (53%), utilizzano LinkedIn (40%), il passaparola e i siti aziendali (38%). Le imprese ricorrono, ancora oggi, come primo canale al passaparola (35%), seguito da LinkedIn (31%) e dai siti specializzati (30%). Questi canali insieme con il proprio sito internet e i career days sono considerati facili strumenti per trovare candidati adeguati, gli annunci sui giornali e i centri per l’impiego invece hanno un’efficacia meno apprezzata.
Un altro aspetto critico riguarda il salario. Chi cerca lavoro lamenta di non trovarlo soprattutto per retribuzioni troppo basse e posizioni troppo qualificate rispetto al proprio profilo. Le imprese sono consapevoli che il motivo economico è il principale motivo di rifiuto delle proposte. Le maggiori difficoltà dichiarate dalle aziende nella ricerca di candidati sono legate alla competenza (per esperienza o tipologia di lavoro) e all’offerta economica, ritenuta inadeguata dai candidati, un motivo frequentemente citato è anche la scarsa mobilità dei lavoratori. Le imprese dichiarano anche di ricevere candidature non rispondenti ai profili ricercati e che, in un terzo dei casi, i candidati mentono nel CV riguardo alle loro qualifiche.
Emergono quindi diverse aree di miglioramento, ad esempio le fonti di informazione sulle opportunità lavorative o l’orientamento, che possono portare a profili più adeguati all’attuale mondo del lavoro.
Le risposte degli intervistati forniscono anche altri spunti di riflessione, indicano che informazioni e percorso di studi sono due elementi importanti, accompagnati dal forte desiderio di una maggiore guida nella scelta del percorso scolastico. Chi ha un lavoro ritiene che le informazioni ricevute al momento della scelta del percorso di studi siano risultate adeguate, contrariamente a chi non lavora. Solo il 32% si è informato sulle opportunità lavorative offerte nello scegliere il percorso di studi. Il 64% degli intervistati avrebbe voluto essere guidato meglio nella scelta del percorso scolastico, soprattutto dal mondo delle imprese e dai docenti. Emerge anche una differenza di genere nella scelta degli studi, le donne in particolare danno più peso a passioni e interessi e meno alle opportunità lavorative, ma in misura superiore agli uomini sembrano poi pentirsi della scelta.
Alla base del mismatch c’è spesso un percorso scolastico avulso dal mondo del lavoro, dove emerge anche chiaramente la pecca della scuola italiana nel non riuscire ad accendere l’interesse verso gli studi tecnici e STEM, più premianti dal punto di vista occupazionale. Molti non seguono questi studi perché non si sentono portati (57%) e non interessati alle materie STEM (40%).
La ricerca mostra quanto sia importante informarsi e informare, offre anche diversi spunti per riflettere sui percorsi di miglioramento da intraprendere nella formazione e per quanto riguarda la disponibilità di informazioni su richieste e offerte di lavoro. Sistema dell’istruzione e delle imprese devono contribuire a colmare il gap di competenze necessarie per i mutamenti del mondo del lavoro e a favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.
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Data ultimo aggiornamento 28 ottobre 2024 alle ore 16:54:06