Gen Z e Millennial: cosa dicono su ambiente, costo della vita e lavoro
L’indagine internazionale ”The Deloitte Global 2022 Gen Z & Millennial Survey” mostra una profonda preoccupazione tra le fasce più giovani della popolazione, Gen Z e Millennial. Il report restituisce un quadro di due generazioni in lotta per mantenere un equilibrio tra desiderio di cambiamento e sfide quotidiane.
Per Gen Z e Millennial siamo a un punto di non ritorno per affrontare il cambiamento climatico. Ben 9 su10 si impegnano per proteggere l’ambiente focalizzandosi su piccole azioni quotidiane, incrementerebbero l’impegno civico, ma a questi desideri si frappongono ostacoli dovuti alle scarse disponibilità economiche che rendono difficile fare investimenti importanti, come l’acquisto di veicoli elettrici e pannelli solari.
I giovani vorrebbero che Aziende e Governi facessero di più e quasi la metà dichiara di aver fatto pressioni affinché i propri datori di lavoro prendessero iniziative.
Le preoccupazioni nei confronti del caro vita
Attenti all’ambiente ma preoccupati per il caro vita. Le due generazioni esprimono, con percentuali simili, timori legati al breve e al lungo periodo. A breve temono di non avere fondi per coprire le spese, per il futuro la pensione e l’incremento del divario tra ricchi e poveri creano timori.
Una nuova concezione del lavoro
In campo lavorativo Gen Z e Millennial vogliono flessibilità, per tre quarti degli intervistati lavorare da remoto è l’opzione preferita. Per la scelta di un impiego guardano a un buon equilibrio tra vita e lavoro e a opportunità di sviluppo/apprendimento, mentre valori condivisi con il datore di lavoro, ambiente e inclusione non sono aspetti di massima priorità nella scelta del lavoro ma sono un buon motivo per rimanere.
Rispetto all’indagine 2021 meno persone dichiarano di voler lasciare il lavoro entro 2 anni: per la Gen Z, seppur in diminuzione, si tratta di 4 persone su 10 e un quarto circa dei Millennial, tra cui invece aumenta la propensione a rimanere.
Tra gli aspetti considerati nella scelta di un lavoro c’è la formazione, perché si ritiene che nei prossimi 10 anni ci saranno cambiamenti legati all’intelligenza artificiale, per cui sarà necessario adeguarsi e le aziende che la garantiscono risultano più attrattive.
La Gen Z vuole ambienti meno rigidi, dove poter parlare apertamente e contribuire alla cultura aziendale. Emerge che chi si sente ascoltato si sente più connesso e leale all’azienda.
Lo stress lavorativo e le sensazioni verso la congiuntura economica che si prospetta
Il lavoro è anche causa di stress e ansia: circa il 45% dichiara di sentirsi burned-out, stressato per l’intensità del lavoro. Tra coloro che negli ultimi 2 anni hanno cambiato azienda il burnout è citato tra le prime 3 motivazioni di abbandono. Nonostante questo, circa il 25% dei Millennial e il 20 % della Gen Z dice che le aziende non hanno compreso l’impatto legato allo stress lavorativo. Carico di lavoro e scarso equilibrio vita-lavoro sono tra i fattori che contribuiscono al burnout.
Altri fattori sono di carattere economico: oltre il 40% teme per la situazione finanziaria futura, tra la Gen Z è in crescita, rispetto allo scorso anno, anche il timore per la gestione finanziaria quotidiana.
Le disuguaglianze sociali nel futuro
Riguardo al futuro: 7 su 10 vedono acuirsi i divari tra ricchi e poveri, meno di un terzo pensa che la situazione economica possa migliorare e diminuisce la fiducia nel fatto che le aziende possano avere un impatto positivo sulla società.
I punti di attenzione che le aziende sono invitate a cogliere per tenere conto delle richieste delle giovani generazioni sono:
• implementare le offerte di lavoro ibrido, perché molti apprezzano la flessibilità
• impegnarsi con azioni tangibili e quotidiane per l’ambiente, comunicando e mettendo i dipendenti nelle condizioni di poter partecipare alla lotta contro il cambiamento climatico. La Gen Z e i Millennial vogliono lavorare per aziende con impatto sociale positivo ed essere coinvolti direttamente
• supportare i dipendenti con salari competitivi e benefit ma anche offrendo pari opportunità di sviluppo. L’ascolto è importante perché le persone che si sentono più connesse e sviluppano un senso di appartenenza sono anche più leali.
Le istanze delle due generazioni sono chiare, alle aziende spetta dunque il compito di soddisfare queste aspettative.
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Data ultimo aggiornamento 28 ottobre 2024 alle ore 16:50:36