Il ruolo delle aziende in un mondo intrappolato nella sfiducia
In un mondo che non si è ancora ripreso dagli stravolgimenti della pandemia e in cui ci sono sfide senza precedenti da affrontare, qual è il livello di fiducia nelle istituzioni?
I temi sono affrontati nella ventiduesima edizione della survey Edelman Trust Barometer. L’indagine, condotta a novembre 2021 in 28 paesi, Italia compresa, fa emergere un mondo intrappolato nella sfiducia, in cui si alzano le aspettative nei confronti dei CEO e la fiducia nei confronti del datore di lavoro.
Si registra una caduta dell’indice di fiducia nelle democrazie occidentali, 10 punti in meno negli USA dal 2017, ma l’Italia in controtendenza a quanto accade a livello globale ed europeo raggiunge la posizione più alta in Europa dopo l’Olanda. La fiducia nelle istituzioni, in linea con il trend globale, vede il Business come l’istituzione che riscuote maggiore fiducia.
Governi e Media perdono di credibilità, sono visti come soggetti che alimentano la sfiducia attraverso disinformazione per fini commerciali e/o politici e incapaci di risolvere i problemi della società. In Italia solo un terzo degli intervistati dichiara che il Governo è in grado di risolvere i problemi. I capi di governo e i giornalisti sono le figure che godono di minor fiducia oggi. Governi e Media sono visti come divisivi a livello globale e l’elemento divisivo è ancora più marcato in Italia.
Diffidare è una tendenza di default e gli intervistati in maggioranza dichiarano che le persone sono oggi incapaci di avere un dibattito costruttivo e civile su questioni su cui non sono d'accordo, facendo venir meno le basi per un confronto democratico e pacifico. Da notare il gap nell’indice di fiducia tra redditi alti e bassi. Se i percettori di reddito elevato hanno ancora fiducia nelle istituzioni, i percettori di reddito più basso diventano sempre più diffidenti. La differenza è più marcata rispetto al pre-pandemia (2019).
È in crisi anche la fiducia nei tradizionali leader della società. La fiducia, una volta gerarchica, è diventata di prossimità e dispersa: le persone fanno affidamento sul datore di lavoro, sui colleghi, sulla famiglia. Gli italiani individuano nell’ambito lavorativo i soggetti a cui fare riferimento: alta fiducia nel proprio datore di lavoro (76%), stabile e nella media a livello globale, ma davanti a Spagna (72%), Germania (71%) e Francia (67%).
I timori verso le fake-news sono ai massimi storici in 13 paesi, quasi 8 italiani su 10 sono preoccupati per la qualità dell’informazione, contro una media globale del 76%. In declino la fiducia nei riguardi dei social media a livello globale, solo il 37% nutre fiducia nei social, in Italia il fenomeno è amplificato (-30 punti in 10 anni), ma tutte le fonti di informazione sono prossime ai livelli minimi di fiducia.
I fallimenti dei governi generano una diffusa disillusione e spingono le persone a riporre aspettative crescenti nei riguardi di aziende e ONG, che sono viste come fonti di stabilizzazione, competenti e efficaci drivers di cambiamenti positivi, anche se dalle aziende ci si aspetta più impegno su temi sociali.
Il ruolo e le aspettative verso le aziende non sono mai stati così evidenti. Per il 72% degli italiani i CEO dovrebbero informare e alimentare il dibattito pubblico su temi sociali senza però sconfinare nella politica. Per contrastare le tendenze negative e far ritorno alla fiducia bisogna investire sul ruolo sociale delle imprese perché le persone vogliono più leadership aziendale, non meno.
La ricerca conferma la richiesta di azione sociale attiva da parte delle aziende, emerge un desiderio di fatti concreti e una richiesta di fornire informazioni affidabili e chiare, fondamentali per interrompere il ciclo della sfiducia. L’informazione di qualità è la più potente costruttrice di fiducia.
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Data ultimo aggiornamento 28 ottobre 2024 alle ore 16:58:26