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Innovazione

Benessere lavorativo tra tecnostress, carico cognitivo ed effetto ageing

Il carico di lavoro mentale necessario per l’esecuzione di un compito; la percezione di un risultato lavorativo inferiore al passato attribuito all’età; gli effetti di un uso eccessivo di tecnologie e apparecchi informatici e digitali. Sono i tre ambiti della ricerca “Analisi dell’impatto di strategie di intervento di carattere neuroscientifico sul benessere aziendale” che Intesa Sanpaolo Innovation Center ha condotto con il supporto scientifico della Scuola IMT Alti Studi Lucca.

La ricerca – proposta ad un ampio bacino di persone che lavorano in Intesa Sanpaolo – ha dimostrato l’efficacia dei programmi a favore delle persone che hanno partecipato. Il successo dell’iniziativa, che si è conclusa alla fine del 2021, ha portato quindi alla decisione di industrializzare i 3 programmi sperimentali, di cui uno già nel 2023 all’interno di una piattaforma aziendale a disposizione di tutte le persone del Gruppo Intesa Sanpaolo. I risultati sono stati di estremo interesse anche dal punto di vista scientifico, tanto che è in corso la stesura di varie pubblicazioni da sottoporre a riviste internazionali.

La ricerca del Neuroscience Lab di Intesa Sanpaolo Innovation Center

Tutto ha avuto inizio nel 2020, quando la Direzione Centrale Tutela Aziendale e la struttura People Care e Servizi al Personale di Intesa Sanpaolo hanno chiesto supporto al Neuroscience Lab di Intesa Sanpaolo Innovation Center nell’attivazione di un progetto di ricerca che, nell’ambito della valutazione di potenziali rischi emergenti connessi con la trasformazione digitale del mondo del lavoro, creasse una mappatura delle risposte fisiologiche delle persone e

un programma di allenamento validato su base neuroscientifica per migliorare la qualità di vita sul posto di lavoro e il benessere in azienda

un obiettivo di primaria importanza per il Gruppo Intesa Sanpaolo, altresì inserito nel Piano di Impresa 2022-2025.

La mappatura e il successivo programma di allenamento hanno riguardato: la gestione del carico cognitivo, cioè il carico di lavoro mentale necessario per eseguire un compito; l’effetto ageing, ovvero la percezione soggettiva di un peggioramento funzionale e/o cognitivo nella sfera lavorativa, attribuito all’aumentare dell’età; il tecnostress, vale a dire una sindrome causata dall’uso costante ed eccessivo di tecnologie dell’informazione e di apparecchi informatici e digitali che ha alimentato il dibattito su questioni come il diritto alla disconnessione o la necessità di gestire diversamente le riunioni.

Tre programmi di allenamento con tre sessioni settimanali di circa 20 minuti

Alle persone che hanno partecipato - volontariamente e in forma anonima - è stato chiesto di seguire uno dei 3 programmi di allenamento. Ogni programma ha avuto la durata di 6 settimane con 3 sessioni a settimana di circa 20 minuti ciascuna. Le sessioni potevano essere svolte in autonomia dal proprio pc e richiedevano lo svolgimento di una serie di esercizi, ad esempio su memoria a breve termine, memoria di lavoro, attenzione, auto-regolazione e alcune informazioni per fornire consapevolezza sul fenomeno. 

Benessere mentale sul lavoro: l’allenamento per il carico cognitivo

L’American College of Neuropsychopharmacology stima che il cervello, organo che pesa più o meno il 2% di tutto il corpo, consuma il 15% e il 25% circa, rispettivamente, dell’ossigeno e del glucosio in circolo nel sangue. Nel caso del consumo di ossigeno, si tratta di un valore tre volte più elevato di quello usato dai muscoli. Imparare ad utilizzare al meglio le risorse cognitive consente sia di mantenere il cervello attivo e in allenamento, sia di favorire una buona efficienza metabolica. 

L’allenamento per il carico cognitivo proponeva degli esercizi finalizzati al potenziamento dell’efficienza dei processi cognitivi. L’obiettivo era promuovere l’efficienza cognitiva durante l’attività lavorativa quotidiana prevenendo così il sovraccarico cognitivo. Le principali funzioni target del programma di allenamento sono state i processi legati all’attenzione, la working memory e le funzioni che riguardano la memoria.

L’attenzione: cos’è e come potenziarla

I processi legati all’attenzione sono diversi. La capacità di mantenere l'attenzione per un tempo prolungato, quella che viene comunemente chiamata concentrazione o attenzione sostenuta, si riferisce alla nostra capacità di mantenere un alto livello di attenzione volontariamente per un lungo periodo di tempo. Questo è particolarmente importante in tutte quelle circostanze in cui dobbiamo assicurare uno stato di vigilanza elevato per poter essere efficaci.

Ci sono alcune strategie che possiamo utilizzare per migliorare la nostra attenzione sostenuta. Ad esempio, è importante fare pause regolari per evitare l'affaticamento mentale. Bisogna anche fare attenzione alla gestione di situazioni multitasking, poiché può essere difficile mantenere un alto livello di attenzione su più compiti contemporaneamente, soprattutto se sono complessi o articolati. In questo caso entra in gioco un’altra forma di attenzione, la cosiddetta attenzione divisa, ovvero distribuita su più argomenti contemporaneamente.

Working memory (memoria di lavoro): cos’è

La working memory è una funzione cognitiva che consente di lavorare su un numero limitato di informazioni contemporaneamente. La capacità della working memory di conservare informazioni nel suo dominio di lavoro ci permette di utilizzarle immediatamente, sia che stiamo lavorando, ascoltando o interagendo in una conversazione.

Tecnostress: la fatica di spostare continuamente l’attenzione da un’attività all’altra

Cellulare, computer e altri device digitali. Video call, chat aziendali, mail. La tecnologia ci aiuta a velocizzare il nostro lavoro e a gestire molte informazioni contemporaneamente, ma il nostro cervello non ha prestazioni inesauribili per stare al passo con i vari compiti. La nostra memoria di lavoro, che processa le informazioni nella memoria a breve termine, è un sistema cognitivo con una capacità di elaborazione limitata. Costringerci continuamente a spostare l’attenzione da un compito a un altro, significa “riavviare” il cervello ogni volta. Un’attività molto faticosa che comporta un sovraccarico nella memoria di lavoro e nel sistema attentivo, che a sua volta provoca una reazione di stress. Il percorso dedicato al programma per il tecnostress ha incluso

strategie comportamentali, psicofisiche e cognitive per favorire la riduzione del livello di stress durante l’interazione con strumenti digitali e informatici

e dunque un miglioramento della qualità di vita lavorativa percepita. L’allenamento era costituito da attività dedicate alla riduzione dei fattori di stress (stressor reduction) e alla loro tolleranza (stressor toleration), l’inserimento di questionari e self-checklist, esercizi di riformulazione cognitiva e mitigazione della reazione di stress psico-fisico.

Invecchiamento e Lavoro – Effetto Ageing: modificare le percezioni errate di noi stessi

Infine, l’allenamento per l’effetto ageing ha previsto strategie mirate a modificare percezioni e convinzioni errate su di sé e sull’età e a rinforzare le proprie risorse per un loro uso più efficiente, allo scopo di favorire una percezione di sé e delle proprie risorse realistica e produttiva. Le funzioni target erano l’immagine del sé, il self-monitoring, le risorse cognitive e personali. All’interno del programma erano presenti esercizi di riformulazione cognitiva e consapevolizzazione, oltre ad esercizi di stimolazione cognitiva e metacognitiva e strategie di adattamento efficace. 

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