Sostenibilità: le scelte dei consumatori
Si parla tanto di sostenibilità e con Ipsos è stata realizzata una indagine per conoscere le attitudini degli italiani nei confronti delle tematiche di sostenibilità, salvaguardia dell’ambiente e paradigma ESG, e comprendere come questi atteggiamenti si traducano in preferenze e comportamenti verso prodotti e investimenti sostenibili.
La familiarità con il concetto di sostenibilità è elevata (il 91% conosce il concetto di sostenibilità) e riguarda la quasi totalità della popolazione, anche grazie alla forte copertura mediatica del tema. Tuttavia, è solo 1 italiano su 3 a padroneggiare la materia.
L’88% degli italiani si sente personalmente coinvolto, soprattutto i più giovani (18-24 anni), laureati e residenti nei grandi centri. La sostenibilità è indicata come un valore chiave molto importante nel guidare le scelte di consumo per il 32% del campione, percentuale che raggiunge il 53% tra coloro che si sentono personalmente molto coinvolti. I comportamenti più seguiti sono la raccolta differenziata, il risparmio energetico e l’uso consapevole dell’acqua.
Il rapporto qualità/prezzo è il principale aspetto a cui si presta attenzione al momento dell’acquisto, è la prima risposta per quasi uno su tre, ma le scelte di consumo sono influenzate dalla sostenibilità, con particolare attenzione verso le materie prime, l’impatto sull’ambiente e l’eticità dell’azienda. Il 20% dichiara di preferire abitualmente prodotti sostenibili o servizi forniti da aziende che si comportano in modo sostenibile, anche a costo di pagarli di più: circa il 75% sarebbe disposto a spendere leggermente di più, in media si è disposti a pagare fino al 7% in più. Solo uno su cinque verifica spesso che i prodotti acquistati siano veramente sostenibili.
Cresce negli ultimi 3 anni chi pone maggiore attenzione al comportamento sostenibile delle imprese, oggi il 75% presta maggiore attenzione rispetto a 2/3 anni fa, mentre solo il 19% delle persone dichiara che non è cambiato nulla.
Le principali attività sulle quali le aziende dovrebbero orientare i propri sforzi in ambito ambientale sono: ridurre le emissioni nocive e l’inquinamento, investire in energia pulita, ridurre l’uso della plastica e aumentare il riciclo e il riutilizzo.
Per quanto riguarda la dimensione sociale della sostenibilità, è soprattutto importante intervenire per promuovere la salute e la sicurezza dei lavoratori e per contribuire al benessere e alla salute dei cittadini.
Rispetto alla buona governance l’attività più importante è pagare i dipendenti in modo equo, garantire la sicurezza dei propri dipendenti e investire in innovazione.
In Italia, a differenza del resto del mondo, la dimensione della sostenibilità percepita come più importante è quella ambientale (61%), seguita dall’impatto sulla società (28%). Solo l’11% cita la buona governance come priorità.
Per quanto riguarda le scelte di investimento, i prodotti finanziari ESG sono conosciuti dal 30% degli italiani e dal 51% degli investitori, quasi la metà della popolazione (43%) non ne ha mai sentito parlare.
Una maggiore conoscenza delle finalità di questi investimenti ne aumenterebbe l’appeal per il 67% dei rispondenti (84% tra gli investitori), i fini più sentiti sono la salvaguardia dell’ambiente (63%), la sfera sociale (48%) e la buona governance (20%). Se questi fini fossero perseguiti, il 72% degli investitori sarebbe propenso ad investire in ESG, accettando in parte rendimenti leggermente inferiori (56%).
L’indicazione che emerge è che una buona informazione su questo tipo di investimenti contribuirebbe a promuovere una finanza più sostenibile.
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Data ultimo aggiornamento 28 ottobre 2024 alle ore 16:59:58