Il cicloturismo in Italia è un bene per ambiente ed economia
L’emergenza sanitaria al tempo del Covid ha posto in evidenza la necessità di adottare un modello di mobilità più sostenibile: per il bene della salute, del nostro pianeta, ma anche della nostra economia. Il cicloturismo ne è esempio virtuoso.
Il periodo di quarantena ha provocato un profondo mutamento nelle abitudini degli italiani: gli acquisti, l’alimentazione, il lavoro e il modo di spostarsi. Già in occasione della scorsa primavera in molti hanno sperimentato in prima persona un ritorno glorioso alla bicicletta, tanto da mandare in tilt l’offerta di mercato a livello globale. Saranno proprio le due ruote a guidarci nella transizione verso la mobilità sostenibile.
Itinerari cicloturistici italiani: un’offerta per tutti
Oltre all’alto Adige, l’Italia offre percorsi e itinerari davvero per tutti i gusti. Ciascuno potrà orientarsi valutando le proprie capacità e la difficoltà del percorso, e perché no, scegliere il tipo di paesaggio che più aggrada tra montagne, laghi e coste.
Un progetto ambizioso elaborato dalla FIAB è la Ciclovia del Sole: una volta completata unirà il Passo del Brennero con la Sicilia, passando anche per la Sardegna, attraverso piste ciclabili e percorsi adatti al diporto ciclistico. Per gli amanti della montagna c’è la pista ciclabile delle Dolomiti, un suggestivo itinerario di circa 60 km che si snoda fra la provincia di Belluno e quella di Bolzano.
I cicloturisti e le cicloturiste che non amano i forti dislivelli, possono indirizzare la scelta verso strade più pianeggianti ma certamente degne di nota, come quelle della Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese che lega la Valle del Sele (Campania) al Capo di Leuca - sia nel tratto interno che costiero – come il Percorso cicloturistico Destra Po, la Versilia e la Bike to Coast adriatica in Abruzzo, in fase di completamento.
In questo podcast, sviluppato in esclusiva per Intesa Sanpaolo On Air, Martin Angioni autore del libro “Le 101 ragioni per cui vado in bicicletta”, ci accompagnerà alla scoperta di storie e luoghi nascosti nelle pieghe dell’Italia.
Intesa Sanpaolo On Air
L'Italia in bicicletta
L'Italia in bicicletta
La provincia di Cuneo in 75km
Il ruolo della bicicletta ai fini della mobilità sostenibile
Pedalare fa bene: ne giova la salute, perché anche un breve tragitto rimette in moto il sistema cardiocircolatorio, e ne giova l’ambiente, perché ci si sposta senza generare emissioni di CO2.
Ecco spiegato il perché in molte città vengano incentivati i servizi di bike sharing e si investa per rendere le aree urbane più “ciclabili”: un esempio su tutti è rappresentato da Bologna, la cui giunta comunale ha stanziato più di 850mila euro per incentivare l’uso della bicicletta, sottoscrivendo il Protocollo “Bike to Work” della Regione Emilia-Romagna.
In questo contesto il mercato della bici in Italia raggiunge numeri da capogiro: oltre 2.5 milioni di pezzi prodotti annualmente, con un incremento del 25% nel 2019. Nel 2020 si è registrata una nuova impennata di vendite grazie al Bonus mobilità contenuto nel Decreto Rilancio, che ha previsto un rimborso fino a 500 euro sull’acquisto di una bicicletta, anche a pedalata assistita. Secondo Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo, Motociclo e Accessori), dopo il lockdown è stato registrato un aumento del 60% per l’acquisto di biciclette tradizionali ed elettriche rispetto all’anno precedente.
Cicloturismo in Italia: numeri e possibile impatto economico
Non solo salute e ambiente: la bici fa bene anche alla nostra economia. Secondo il rapporto Isnart-Unioncamere e Legambiente dedicato al cicloturismo in Italia, nel 2019 i pernottamenti di cicloturisti hanno raggiunto un totale di quasi 55 milioni, pari al 6,1% del totale delle presenze turistiche, per una spesa complessiva pari a 4,7 miliardi di euro. Di questi, 20,5 milioni sono italiani, con 1,7 miliardi di euro. Un dato che potrebbe aumentare fino a 26 milioni nel 2020, grazie al turismo di prossimità [valutare aggiornamento dato]. Considerando poi che la spesa media pro capite del cicloturista ammonta a 75 euro al giorno, l’impatto economico potenziale è sicuramente interessante.
I co-protagonisti del cicloturismo: gli enti locali
Va da sé che un ruolo importantissimo nella gestione del fenomeno cicloturismo è affidato agli enti locali e alle regioni italiane. Nel caso delle due ruote, il best in class resta il Trentino-Alto Adige, che da solo intercetta quasi un terzo dell’intero flusso cicloturistico, con un giro d’affari di 1,1 miliardi di euro l’anno, che diviso per gli oltre 3mila km di percorsi attrezzati genera un impatto economico pari a 338mila euro per km ciclabile.
Un’adeguata offerta cicloturistica non può infatti limitarsi alla presenza delle ciclovie, ma anche a tutte le infrastrutture collaterali: alberghi pensati per i viaggiatori in bici, stazioni di ricarica per i mezzi elettrici lungo i percorsi, enti promotori di pacchetti turistici ed escursioni per assaporare la bellezza del territorio su due ruote.