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Jannik Sinner nella stagione 2024
Contenuto realizzato in collaborazione con la redazione di Ubitennis diretta da Ubaldo Scanagatta
Lo scorso 28 gennaio l’Italia del tennis maschile ha avuto in dono il suo primo campione Slam dopo oltre 47 anni di astinenza. Sono passati sette mesi e ci siamo ritrovati un bi-campione Slam che, come se non bastasse, nel frattempo è anche diventato numero 1 del mondo: un traguardo senza precedenti nella nostra storia. Tutto questo è Jannik Sinner. Come ovvio, la vittoria in Australia a inizio anno non era stata frutto di particolari condizionati fortunate. Lo ha confermato il prosieguo della stagione in cui l’azzurro ha raccolto altri cinque titoli, tra cui due Masters 1000 (Miami e Cincinnati) e soprattutto lo US Open. Se il primo Slam ha indubbiamente un gusto tutto suo perché in grado di marcare la differenza tra un gruppo amplissimo di ottimi giocatori e un’élite di vincenti, il secondo, a maggior ragione se così ravvicinato, è il simbolo della continuità, di una superiorità non solo temporanea e della capacità di saper gestire la pressione derivante da aspettative e pronostici.
Oltre tre milioni di italiani (per uno share complessivo superiore al 17%) hanno seguito in diretta la finale di New York, vinta dall’azzurro in maniera netta sul beniamino del pubblico sugli spalti Taylor Fritz. Jannik Sinner è insomma un fenomeno sempre più nazionalpopolare. L’immagine dell’Italia sportiva è lui. Lo è diventato nonostante abbia scelto il modo più difficile in assoluto per far innamorare il pubblico. Anche quello più corretto, però, perché è rimasto se stesso, non facendosi condizionare e appesantire dalle critiche, fedele alle sue convinzioni, all’etica del lavoro e a quella dell’imparare da qualsiasi evento.
In questi mesi, in cui ha continuato a vincere partite (arrivando a un bilancio stagionale di 55 vittorie e 5 sconfitte: quasi il 92% di successi) e tornei, Jannik ha dimostrato che in questo momento storico del tennis mondiale non c’è nessuno che meriti più di lui il vertice del ranking. E infatti quella posizione si è fatta saldissima.
Rotterdam e il Sunshine Double
Dopo due settimane di meritato riposo, il cammino del neo-campione Slam Jannik Sinner, reduce dal trionfo all’Australian Open, riparte da Rotterdam: una breve tappa europea prima di volare oltreoceano negli Stati Uniti per il consueto appuntamento del Sunshine Double. Jannik riprende il filo esattamente da dove l’aveva lasciato: vincendo. In Olanda è la testa di serie numero 1 e fa valere questo status arrivando in finale perdendo solo un set (contro Monfils al secondo turno). Nel percorso verso l’atto conclusivo del torneo batte anche due giocatori di casa (Van de Zandschulp e Griekspoor) confermandosi una bestia nera per il tennis olandese, che aveva già fatto soffrire in Coppa Davis a Malaga. L’ultimo sfidante è Alex De Minaur, in grado di assaggiare per la prima volta in carriera la top 10 del ranking qualche settimana prima. L’australiano, però, può poco di fronte a Sinner che lo batte per la settima volta in altrettanti confronti: è 7-5 6-4 e con questo risultato Jannik sale sul podio del ranking ATP. È il primo italiano di sempre a raggiungere questo traguardo.
Nella conferenza stampa di fine torneo, l’altoatesino parla così della sua vita dentro e fuori dal campo: “Bisogna fare molti sacrifici sicuramente ma bisogna anche rendere il viaggio divertente. Io ho belle persone attorno a me con cui viaggio molto e bisogna rendere l’atmosfera divertente. Io dico sempre di aver trovato le persone giuste nel momento giusto”.
L’8 marzo il talento azzurro fa il suo debutto nel 1000 di Indian Wells. La sua superiorità nei primi turni è schiacciante: solo Shelton riesce a portarlo al tie-break nel primo set degli ottavi di finale, mentre Kokkinakis, Struff e Lehecka raccolgono solo poche briciole. In semifinale, proprio come nell’edizione 2023 del torneo, si concretizza allora un nuovo capitolo della bellissima rivalità con Carlos Alcaraz, arrivata all’ottavo atto. Ci si presenta al match con un bilancio di 4-3 in favore di Sinner, ma il torneo californiano si conferma feudo dello spagnolo. Dopo un grande primo set, chiuso sul 6-1, Jannik subisce infatti la prepotente reazione dell’avversario che poi nel parziale decisivo approfitta di qualche difficoltà fisica dell’italiano per chiudere i conti dopo due ore di gioco. Alcaraz riesce quindi a difendere il secondo posto nel ranking.
Nel post-partita Sinner commenta così il risultato facendo mea culpa e riconoscendo i meriti dell’amico-rivale: “Il primo set l’ho giocato come l’avevamo preparata, poi avrei dovuto continuare a spingere ma vedevo che lui sbagliava qualche palla e quindi puntavo solo a non sbagliare io. Non è stata la strategia giusta anche se ho avuto un paio di palle break per rientrare nel secondo. Ma lui ha meritato di vincere senza alcun dubbio”.
Il calendario offre immediatamente un’occasione per tornare in campo e archiviare la sconfitta. Ci si sposta infatti a Miami, dove Jannik difende la finale dello scorso anno. Il 22enne di San Candido inizia il suo percorso nel torneo da una sfida tutta azzurra con Vavassori e si conferma imbattibile nei derby portando il computo a 12 vittorie (e zero sconfitte) contro i connazionali. Al terzo turno, poi, rischia qualcosa contro Griekspoor ma si dimostra in crescita di condizione nei successivi incontri con O’Connell e Machac. Jannik arriva allora con buone sensazioni alla semifinale contro Medvedev: i due tornano a condividere il campo 60 giorni dopo la finale di Melbourne e anche questa volta la partita si trasforma in un incubo per il russo.
Nessuna rimonta come in Australia ma un dominio assoluto dal primo all’ultimo punto che porta Sinner alla vittoria in appena 69 minuti con il punteggio di 6-1 6-2. L’azzurro batte così Medvedev per la quinta volta consecutiva (Daniil non aveva mai subìto tante sconfitte in fila dallo stesso avversario) e vendica anche la sconfitta dell’anno precedente.
Nella 17esima finale della sua carriera Jannik trova allora Dimitrov. Il bulgaro è in gran forma come hanno dimostrato i successi su Alcaraz e Zverev ma ciò non gli basta per fare partita pari con un Sinner su livelli uguali se non addirittura superiori a quelli dell’Australian Open: dopo meno di un’ora e un quarto di gioco è 6-3 6-1. L’azzurro conquista così il tredicesimo titolo della sua ancora giovanissima carriera (il secondo in un Masters 1000), è il quinto giocatore a riuscire nella doppietta Australian Open–Miami e scavalca Alcaraz nel ranking diventando numero 2 del mondo.
In conferenza stampa Jannik commenta così il nuovo traguardo in classifica: “Significa molto per me, ma la cosa più importante è stata la grande prestazione, specialmente in semifinale e finale. Essere n. 2 è una sensazione fantastica, non avevo mai pensato di arrivarci. Ho cominciato benissimo la stagione, non me l’aspettavo. Ogni prossimo torneo sarà una nuova opportunità. Ora c’è la stagione su terra e mi sento in una forma fisica diversa rispetto all’anno scorso e ho la sensazione di aver anche imparato molto dalla passata stagione”.
La stagione sulla terra rossa
Dopo la trasferta australiana e il Sunshine Double, nella stagione del tennis internazionale è il momento del lungo swing sulla terra rossa europea. Si inizia ad aprile dal Principato di Monaco, dove torna in tabellone anche il numero 1 del mondo Djokovic che aveva deciso di saltare il 1000 di Miami. Sinner è quindi la seconda testa di serie del torneo e, nonostante il poco tempo a disposizione per riabituarsi alla nuova superfice, parte con due ottime e rapide vittorie su Korda e Struff. Ai quarti di finale Jannik incontra però il primo vero ostacolo della settimana monegasca. Si tratta di Rune che nel 2023 ha battuto Sinner proprio in questo torneo. Il giovane danese si conferma avversario ostico anche in questa occasione ma, forte della lezione imparata l’anno precedente, l’azzurro riesce a non farsi distrarre dall’atteggiamento provocatorio (nei confronti del pubblico) di Rune e, dopo aver mancato due match-point nel tie-break del secondo set, rimane lucido per chiudere al terzo.
A distanza di meno di 24 ore Jannik torna in campo per la semifinale dove trova un altro sfidante molto insidioso su questa superficie e in particolare in questo torneo: Tsitsipas, che ha trionfato nel Principato sia nel 2021 che nel 2022. Il greco parte meglio e si aggiudica il primo parziale, ma Sinner reagisce alzando il rendimento del suo dritto nel secondo e si porta in vantaggio anche nel terzo e decisivo set. A un passo dal secondo break che avrebbe ipotecato la vittoria finale, però, una non chiamata del giudice di linea (non corretto dal giudice di sedia) salva Tsitsipas da un doppio fallo che avrebbe mandato Jannik sul 4-1 e servizio. La partita gira su quel punto e Stefanos recupera risultando più fresco negli ultimi game del match. Il greco si guadagna la finale dove poi otterrà il suo terzo titolo in quattro anni a Montecarlo.
Questo il commento dell’azzurro a proposito dell’errore arbitrale: “Sono cose che succedono, non ci puoi fare molto alla fine. È già il passato. È una sconfitta difficile da accettare e da digerire, stavo giocando molto bene. Anche a livello tattico stava andando tutto nella direzione giusta. Tutti, purtroppo o per fortuna, possiamo sbagliare. Anch’io posso sbagliare. È andata così. I crampi sono stati probabilmente una conseguenza di quanto è accaduto, perché poi si va ad intaccare anche la parte nervosa e giocare diventa più difficile. Ho comunque cercato di fare del mio meglio, ma Stefanos ha alzato il livello e l’inerzia è cambiata. Anche questa è la parte divertente del tennis”.
Alla ricerca del miglior feeling con la terra in vista degli appuntamenti segnati in rosso sul calendario (Roma e Roland Garros), Sinner non partecipa all’ATP 500 di Barcellona preferendo una settimana di allenamenti. Anche a Madrid Jannik spiega di non avere grandi aspettative, puntando piuttosto a mettere benzina nelle gambe e tennis nelle braccia. Il suo torneo, dove è il numero 1 del seeding in virtù del forfait di Djokovic, inizia comunque bene con l’ennesima vittoria in un derby – la tredicesima – questa volta su Sonego. Nel match di terzo turno contro il russo Pavel Kotov, però, emergono alcuni problemi all’anca che rendono più sofferta del previsto la partita (comunque vinta in due set) e che, soprattutto, non lasciano tranquilli in vista del proseguimento della settimana nella capitale spagnola. Nel post-partita l’azzurro conferma il fastidio fisico: “Lo sento da un po’, già a Monaco. Non mi preoccupo tanto per il futuro però qualche volta lo sento e non è proprio a posto. Però stiamo provando a trovare una soluzione e ovviamente d’ora in avanti nel torneo troverò gente sempre più forte, quindi devo alzare il livello”.
Nonostante i dubbi della vigilia, Sinner scende normalmente in campo per gli ottavi di finale contro Khachanov. Il 22enne di Sesto Pusteria gioca un brutto primo set ma cresce alla distanza e rimonta il russo dando l’impressione di accusare in misura decisamente inferiore il problema all’anca. Effettivamente, Jannik conferma di essersi sentito meglio pur avvertendo di non essere ancora al 100%. L’indomani, però, il giocatore azzurro si ritira dal torneo prima del quarto di finale che avrebbe dovuto disputare contro Auger-Aliassime: una conferma del persistere di un guaio fisico con cui Sinner è costretto a convivere tra alti e bassi. Con queste parole, il nostro portacolori saluta la capitale spagnola: “Mi rattrista molto dovermi ritirare dal mio prossimo match a Madrid. L’anca mi sta dando fastidio questa settimana e lentamente il dolore è aumentato. Seguendo il consiglio dei medici, abbiamo deciso che è meglio non giocare ulteriormente peggiorando il problema. Farò altri esami nei prossimi giorni e seguirò il consiglio degli specialisti per il recupero”.
Tre giorni dopo arriva una notizia ancora più brutta per Jannik e per i suoi tifosi: l’azzurro comunica che, in seguito ai consulti medici, dovrà rinunciare agli Internazionali d’Italia di Roma. Sinner si dice ovviamente molto triste in quanto obbligato a saltare l’appuntamento casalingo e spiega così il forfait: “È molto dura dover rinunciare al torneo di Roma, difficile da digerire, è il torneo più speciale nel calendario, ma devo prendermi cura del mio corpo. La risonanza ha mostrato che qualcosa non va. Di certo, se non dovessi essere guarito al 100% mi fermerei per un altro po’. Perché non ho voglia di buttare via tre anni di carriera in futuro. Anche se fa male, curare il corpo è più importante di tutto il resto”.
Mentre a Roma si gioca e Djokovic perde al terzo turno avvicinando Sinner alla vetta del ranking mondiale, si sparge qualche voce che mette in dubbio la partecipazione di Jannik anche al Roland Garros. L’allarme rientra però velocemente e il 27 maggio l’altoatesino fa regolarmente il suo debutto nel torneo e vince agevolmente, pur senza brillare, contro l’americano Eubanks. La condizione non è quella ottimale, ma l’azzurro è comunque fiducioso: “Sono stato tanto tempo sdraiato nel letto perché non riuscivo neanche a uscire di casa. Ho perso un po’ di massa muscolare, che per me è importante. Ci metto tanto a rimettere su massa e la perdo velocemente. Ma giorno dopo giorno mi sento più forte”. Anche il secondo match, contro l’esperto Gasquet, non presenta particolari problemi e con questo risultato Jannik mette Djokovic spalle al muro nella sfida per la prima posizione del ranking: il serbo la può mantenere solo se arriva in finale. La forma fisica migliora e i dolori all’anca sembrano acqua passata e così l’azzurro supera senza affanni anche Kotov accedendo agli ottavi di finale senza aver perso nessun set. È l’estroso Moutet a strappargli il primo nell’incontro di quarto turno, ma dopo un avvio in cui il francese era riuscito a togliergli i riferimenti, Sinner ristabilisce i rapporti di forza e recupera senza mai rischiare.
Si entra così nella fase calda del torneo. Ai quarti lo aspetta Dimitrov e mentre Jannik è in campo arriva la comunicazione del ritiro di Djokovic, infortunatosi il giorno prima durante il match vinto contro Cerundolo. È quindi ufficiale: al prossimo aggiornamento della classifica, Sinner sarà il numero 1 del mondo. È il primo italiano della storia a raggiungere la vetta del ranking ATP, il 29esimo giocatore a riuscirci da quando il 23 agosto 1973 fu stilata la prima classifica computerizzata. Un traguardo straordinario per Jannik ed epocale per il nostro tennis, al pari del ritorno alla vittoria in Davis e in uno Slam: tutti risultati rigorosamente griffati J.S. Ancora non consapevole della novità, l’azzurro completa una giornata indimenticabile battendo in tre set Dimitrov con una prestazione di grande solidità che gli vale la prima semifinale al Roland Garros della carriera.
Nell’intervista a caldo post-partita, Sinner riceve la notizia e il Philippe Chatrier riserva una splendida ovazione al prossimo numero 1 del tennis mondiale. Jannik risponde così: “È il sogno di tutti. Mi dispiace aver raggiunto questo traguardo a causa di un forfait di Djokovic. Gli auguro una pronta guarigione e ora provo a non pensarci tanto perché voglio giocare il miglior tennis in questo torneo. Ringrazio il mio team, questo sarebbe impossibile senza di loro, ma anche senza di voi. È un momento speciale per me, sono felicissimo di condividerlo con voi e con chi mi guarda da casa, dall’Italia”.
Non c’è troppo tempo per festeggiare però. 48 ore più tardi si ritorna in campo per la semifinale e di fronte a sé Jannik ritrova Alcaraz, reduce da una convincente vittoria su Tsitsipas. La partita è tesa e non bellissima, complice anche il vento (al termine dell’incontro si conteranno oltre 100 errori gratuiti complessivi). Il giocatore italiano va avanti due volte, vincendo primo e terzo set, ma non riesce a chiudere al quarto facendosi brekkare in un momento in cui sembrava controllare con relativa tranquillità i suoi turni di battuta. Al quinto, poi, lo spagnolo mostra maggiore freschezza e conquista la finale (che vincerà contro Zverev).
Una delusione, indubbiamente, per Sinner che però non può cancellare quanto di buono fatto nel torneo e che va accettata all’interno di una rivalità con Alcaraz in cui il livello dei contendenti è pressoché identico e sono piccoli dettagli a fare la differenza di volta in volta: “In queste partite non ci si può permettere di far scendere anche di poco le proprie percentuali – spiega Jannik in conferenza stampa – Io però ho reagito bene. Poi sì, quell’ultimo game e quello smash sbagliato nel quarto set: anziché 40-15 mi sono trovato sul 30-30. Andato in svantaggio di un break nel quinto set ho continuato a lottare e ho avuto le mie chance. Guardando il lato positivo, c’è stato un grande progresso da parte mia su questa superficie”.
La stagione sull’erba
Il giro di boa della stagione tennistica coincide con la conclusione dello swing sulla terra e l’inizio della breve ma intensa parentesi sull’erba. Sinner sceglie di prepararsi a Wimbledon giocando un solo torneo sulla superficie: l’ATP 500 di Halle dove nel 2023 si era ritirato nel corso del quarto di finale contro Bublik. L’approccio all’erba è, come sempre, complicato e infatti la settimana tedesca di Jannik inizia con un set perso contro Griekspoor. L’altoatesino, però, sventa due palle break nel secondo parziale e poi con un punto spettacolare in tuffo piazza l’allungo che porta l’inerzia del match dalla sua parte. L’olandese deve così arrendersi per la terza volta in stagione al cospetto del neo-numero 1 del mondo. Anche il secondo turno contro l’ungherese Marozsan riserva qualche insidia ma Sinner ne esce ancora vittorioso regalando altri colpi fuori dal comune al pubblico di Halle, a cui poi procura un dispiacere battendo il giocatore di casa Struff nei quarti di finale (nuovamente in tre set).
In semifinale tocca al cinese Zhang cedere il passo all’azzurro, spietato nei momenti decisivi dell’incontro. Al suo primo torneo da numero 1 del ranking ATP, Jannik raggiunge così la finale: la quarta del 2024 e la prima della carriera sull’erba. Lo sfidante è l’amico Hubert Hurkacz con cui ha giocato il doppio durante la settimana. La partita viene decisa da due tie-break: il primo gira nella direzione di Sinner per piccolissimi dettagli, mentre il secondo viene dominato dall’italiano che si conferma solidissimo quando i punti pesano di più. Jannik alza quindi il quarto trofeo della sua già straordinaria stagione, diventando l’ottavo giocatore a vincere il primo torneo giocato da n.1 (succedendo a nomi del calibro di Connors, Borg, Edberg, Sampras e Djokovic).
La sua bacheca si arricchisce così del primo titolo sull’erba vantando adesso trofei per ogni superficie. Difficile trovare modo migliore per presentarsi a Londra, come conferma lo stesso Sinner: “La prima vittoria in un torneo su erba è una bella sensazione. Lo scorso anno ho fatto semifinale a Wimbledon, sicuramente avrò più fiducia. C’è qualche piccola differenza tra qui e Wimbledon, però adesso avrò una settimana per prepararmi, e spero che sarà un buon torneo”.
L’attesa per il terzo Slam della stagione è tanta. Per la prima volta in assoluto, infatti, il numero 1 del ranking e del seeding è un italiano che, oltretutto, ha appena vinto uno dei tornei che segnano l’avvicinamento ai Championships. Inoltre, Djokovic è reduce da un’operazione al menisco mentre Alcaraz è stato eliminato al secondo turno al Queen’s. Sinner è quindi tra i favoritissimi per la vittoria finale, se non addirittura il primo favorito. Il sorteggio del tabellone, però, non è di grande aiuto. Anzi, gli mette davanti un cammino durissimo. Jannik supera indenne l’esordio nonostante un’ottima prestazione di Hanfmann che infatti riesce a strappargli un set. Già al secondo turno, però, il livello si alza molto: dall’altra parte della rete, per volontà di un destino beffardo, c’è infatti Matteo Berrettini, finalista nel 2021 e sempre temibile su erba. Sul Centre Court i due azzurri producono uno spot fantastico per il tennis italiano. Entrambi giocano infatti su standard elevatissimi per quasi quattro ore, ma a spuntarla è Sinner che, con grande forza mentale, vince tre tie-break su tre.
Al terzo turno e agli ottavi Jannik ha vita più facile: prima batte in tre rapidi parziali Kecmanovic, poi approfitta di uno Shelton affaticato dai match precedenti per chiudere anche questa partita senza lasciare set per strada. Il 22enne di Sesto Pusteria accede così ai quarti di finale di Wimbledon per il terzo anno di fila. Lo attende, per la terza volta in stagione, Daniil Medvedev, ancora avanti nei precedenti (6-5) ma battuto in tutti gli ultimi cinque confronti. A differenza di quanto successo a Miami, il match si presenta come molto equilibrato ma Sinner riesce ancora una volta ad alzare il livello nel tie-break. Il primo set è quindi dell’azzurro, ma il russo non si arrende e anzi cresce a vista d’occhio al servizio e sulla diagonale di rovescio. Il punteggio torna così in parità e durante il terzo parziale Jannik accusa un malessere che lo costringe ad uscire dal campo per più di 10 minuti. Il numero 1 del mondo trova comunque la forza per continuare a combattere e, dopo aver accarezzato la conquista del terzo, riesce a portare il match al quinto. Medvedev, però, si conferma più pimpante e soprattutto non concede regali. Dopo quattro ore di gioco, Jannik deve quindi salutare il Centre Court da sconfitto.
Queste le parole dell’altoatesino nel post-partita: “Stanotte non sono riuscito a dormire le ore che avrei voluto. Già stamattina non mi sentivo bene. Ho avuto qualche problema. Poi, con la stanchezza, è stato difficile. Ma nulla da togliere a Daniil. Penso che abbia giocato molto intelligentemente, un buon tennis. Sono uscito dal campo anche se non volevo. Il fisioterapista mi ha detto di prendermi un po’ di tempo. Ero in difficoltà fisicamente. Non è stato un momento facile. Ho cercato di combattere. Secondo me comunque è stato un torneo positivo, ho vinto contro gente molto difficile da battere soprattutto su questa superficie. Ovviamente non è il modo in cui avrei voluto uscire”.
La stagione sul cemento nordamericano
Dopo la sconfitta con Medvedev a Wimbledon, Sinner è costretto a mandare giù un altro boccone molto amaro. Una tonsillite lo mette ko nella settimana precedente all’inizio dei Giochi olimpici di Parigi 2024, dove figura come numero 1 sia del tabellone di singolare che in quello di doppio (con Musetti). Jannik non riesce a recuperare e deve dare forfait saltando così uno degli appuntamenti stagionali a cui teneva di più: “Non vedevo l’ora di rappresentare il mio paese – scrive amareggiato sui suoi profili social – tuttavia, dopo essermi consultato con i dottori martedì e aver aspettato un altro giorno per vedere se le cose potessero migliorare, sfortunatamente le mie condizioni sono peggiorate. Spero di poter partecipare alle Olimpiadi in futuro, non vedevo l’ora di giocare al fianco dei miei compagni e di tutto il team italiano. Seguirò i consigli del team medico e cercherò di riprendermi del tutto. Spero di tornare più forte”.
Tornato in salute, l’azzurro vola quindi in Nordamerica dove è tutto pronto per l’inizio dello swing sul cemento che avrà poi il suo momento clou nello US Open di fine agosto/inizio settembre. Jannik riparte quindi dall’Open del Canada, vinto nel 2023 sui campi di Toronto e che quest’anno si disputa invece a Montreal nel rispetto della consueta alternanza. Il rientro coincide con una vittoria all’insegna dell’ordinaria amministrazione contro il qualificato Borna Coric, ex numero 12 del mondo. L’azzurro supera con agio anche Tabilo agli ottavi: un risultato che gli vale già la qualificazione matematica alle ATP Finals di Torino. Ai quarti (giocati nel corso della stessa giornata per recuperare i ritardi causati dalla pioggia), però, il livello di difficoltà si alza e Rublev fa emergere le lacune atletiche di Sinner, evidentemente non ancora al top della condizione dopo il malanno. Il russo la spunta al termine di un terzo set preso in mano sin dai primi punti.
È comunque solamente la quinta sconfitta della stagione per Jannik che dopo aver parlato delle sue condizioni (“la forma generale è lontana dal 100% e non è dove vorrei. L’evento più importante, però, resta lo US Open: l’obiettivo è essere di nuovo al 100% in vista di New York”) evidenzia come il bicchiere resti anche più che semplicemente mezzo pieno: “Spesso ci dimentichiamo della stagione che sto facendo. Ho vinto tante partite e ne ho perse veramente poche. Fino ad ora la mia annata è molto continua. Ho raggiunto almeno i quarti in tutti i tornei a cui ho partecipato. Sono in una posizione dove voglio giocare per vincere titoli, certo, ma ad oggi è ancora più importante tornare al massimo livello fisico e mentale. Sarà impossibile riuscirci fino a dopo Cincinnati, ma da lì in poi vedremo che cosa riuscirò a fare”.
Nella settimana del suo 23esimo compleanno, Jannik si sposta allora negli Stati Uniti, in Ohio, per il Masters 1000 di Cincinnati con la consapevolezza di “non poter fare miracoli” (parole sue in sala stampa a Montreal dopo la sconfitta con Rublev). In effetti, al debutto nel torneo contro il giovane Michelsen si vede ancora un Sinner piuttosto opaco ma comunque cinico al punto da archiviare la pratica in due set. L’azzurro approfitta poi del forfait di Thompson per raggiungere i quarti di finale dove trova nuovamente Rublev. Per quasi un set e mezzo sembra una replica abbastanza fedele del match di Montreal, ma nel corso del secondo parziale Jannik riesce a migliorare la qualità del suo gioco allungando così la partita. Nel terzo il russo si fa prendere dal nervosismo e l’italiano fa quindi suo l’incontro dopo quasi due ore e mezza di gioco.
C’è però subito un altro test per il fisico di Sinner, chiamato a sfidare Zverev (avanti 4-1 nei precedenti) in semifinale. La partita è molto intensa ed equilibrata e si risolve dopo oltre tre ore di gioco in cui il numero 1 del mondo riesce anche ad andare oltre il riaffiorare del dolore all’anca nel parziale decisivo. Non a caso, sull’errore – forzato – di Zverev che mette fine al match, Jannik si lascia andare ad un urlo che sa di liberazione. Tra il nostro portacolori e il titolo di Cincinnati rimane allora solo Tiafoe. L’americano prova a impensierire Sinner nel primo set ma l’azzurro vince l’ennesimo tie-break (il dodicesimo degli ultimi 13 giocati) e poi scappa via nel punteggio nel secondo parziale. Jannik conquista così il suo quinto trofeo stagionale aggiornando il proprio record personale e quello del tennis italiano. Sale inoltre a un bilancio complessivo di 48 vittorie e 5 sconfitte nel 2024 per una percentuale di successi superiore al 90%. Come se non bastasse, è anche l’unico giocatore ad aver vinto almeno due Masters 1000 in questa stagione. Insomma, per l'ennesima volta Sinner ha dimostrato di essere il degno numero 1 del tennis attuale.
Così Jannik in conferenza stampa: “Ieri ho giocato un match lungo, quindi non sapevo esattamente cosa aspettarmi oggi, ma il mio corpo ha reagito bene. La cosa di cui sono più orgoglioso di come ho gestito le situazioni in campo, non solo oggi ma tutta la settimana. In questi giorni ho avuto diversi alti e bassi, in ogni match ho avuto dei problemi e sono contento di averli superati. Lo US Open? Spero di recuperare ed essere pronto. Sono contento della posizione in cui mi trovo e spero di mostrare un buon tennis anche a New York. Sicuramente le sensazioni sono positive ma nella mia testa so che è che a New York sarà tutta un’altra situazione rispetto a qui”.
L’azzurro fa il suo esordio nel torneo contro l’americano McDonald. L’avvio di Jannik è molto incerto e a tratti anche piuttosto preoccupante visto che dall’altra parte della rete l’avversario sembra essere nella classica giornata di grazia. Il primo set va così rapidamente a McDonald che brekka anche all’inizio del secondo parziale. Il match gira però nel game successivo, gestito malamente dall’americano. Il motore del numero 1 del mondo inizia allora a carburare mentre quello di McDonald sembra progressivamente spegnersi. In pochi minuti la partita si incanala sui binari previsti e Sinner può togliersi dalle spalle dubbi e ansie. Vince agevolmente secondo, terzo e quarto set ottenendo così il primo successo della carriera sull’Arthur Ashe. Al secondo turno c’è un altro americano: Michelsen, già affrontato e battuto a Cincinnati. Anche in questa occasione l’approccio al match non è ideale ma, a differenza dell’esordio, Jannik non lascia altri set per strada chiudendo l’incontro in poco meno di 100 minuti di gioco.
Intanto, salutano New York sia Alcaraz che Djokovic, eliminati a sorpresa rispettivamente da Van de Zandschulp e da Popyrin. Il primato di Sinner in classifica si fa così decisamente più solido (a maggior ragione dopo la successiva sconfitta di Zverev nei quarti di finale) anche in vista dell’ultima parte di stagione. Il cammino dell’azzurro continua e il suo livello di gioco si alza con il passare degli incontri: non c’è infatti partita con O’Connell al terzo turno e anche il primo avversario di una certa caratura – il numero 14 del mondo Tommy Paul – si deve arrendere in tre set (il primo vinto in rimonta da Jannik dopo un’altra partenza negativa che lo aveva portato in svantaggio di due break sul 4-1). Il giocatore di Sesto Pusteria raggiunge così i quarti di finale anche in questo Slam facendo l’en plein stagionale e diventa solamente l’ottavo giocatore ad esserci riuscito nel nuovo millennio (tra gli altri sette, ovviamente i Fab Four più Wawrinka, Ferrer e Agassi).
Due mesi dopo la sfida di Wimbledon, ai quarti è di nuovo Sinner vs Medvedev: l’occasione per Jannik per prendersi la rivincita. E così è perché l’azzurro si dimostra più solido quando il punteggio lo richiede e vince in quattro set, riprendendosi alla grande dopo un secondo parziale in cui il russo sembrava aver trovato la chiave della partita. Nel quarto, poi, Medvedev spreca le chance a disposizione e il numero 1 del mondo ne approfitta immediatamente. Dopo due ore e quaranta di gioco, Jannik si prende la prima semifinale della carriera allo US Open – l’unica che gli mancava – e diventa così il primo italiano nella storia del nostro tennis ad aver raggiunto le semifinali di tutti i Major.
A giocarsi un posto in finale con il nostro portacolori c’è la sorpresa del torneo Jack Draper, per la prima volta così avanti in uno Slam e ancora immacolato in termini di set persi. La partita è molto intensa: i primi due set durano ben più di due ore, ma Sinner li vince entrambi. L’inglese, spinto al limite, vomita più di una volta in campo ed è anche costretto a cambiare le scarpe perché troppo bagnate di sudore. Così nel terzo parziale l’equilibrio si rompe definitivamente: Jack non ce la fa più mentre Jannik non sembra risentire del colpo preso al polso durante uno scambio pazzesco vinto nonostante una caduta. Dopo poco più di tre ore è game, set and match Sinner: l’azzurro è in finale, la sua seconda Slam e la prima a New York.
L’ultimo ostacolo è Taylor Fritz, arrivato per la prima volta in carriera all’atto conclusivo di un Major. L’americano ha dalla sua il tifo del pubblico e sembra particolarmente fiducioso alla vigilia dichiarandosi “sicuro di poter vincere”. Dal canto suo Jannik sottolinea il percorso fatto durante queste due settimane: “Siamo andati avanti giorno per giorno, senza troppe aspettative. Ho iniziato il primo giorno perdendo il primo set, ero in crisi e non riuscivo a trovare il ritmo. Sto cercando di trovare fiducia nel corso dei giorni. Ci siamo allenati molto duramente nei giorni intermedi, cercando di preparare ogni partita nel miglior modo possibile”. L’azzurro è indiscutibilmente il favorito dell’incontro (anche se i precedenti sono sull’1-1) e l’avvio di match sembra confermarlo: il numero 1 del mondo si porta subito in vantaggio. Fritz, però, reagisce ma è troppo falloso e così concede altri due break che danno il primo set a Sinner. Il nostro portacolori serve bene e controlla senza troppi problemi i propri turni di servizio. Sotto 5-4 nel secondo set, l’americano non riesce a gestire la pressione e si ritrova così a un set dalla sconfitta. Con la forza della disperazione, Taylor conquista un break di vantaggio nel terzo ma Jannik non ha alcuna intenzione di rimandare la chiusura e così riaggancia l’avversario sul 5-5. Poco dopo la tensione tradisce ancora una volta Fritz che deve arrendersi alla solidità di Sinner dopo due ore e un quarto gioco: Jannik è di nuovo campione Slam, il primo numero 1 a vincere a New York da quando ci riuscì Nadal nel 2017. Un altro trionfo in una stagione pazzesca, fuori dal comune, indimenticabile.
“Questo titolo significa tantissimo per me. L’ultimo periodo della mia carriera è stato molto difficile. Amo il tennis e mi sono allenato tanto per questi palcoscenici, però oltre il campo c’è anche altro. Durante il torneo ho ricominciato a sentirmi un po’ meglio, non importava il risultato. Quindi questo torneo mi ha aiutato. Dedico questa vittoria a mia zia che non sta bene e non so quanto ancora potrò averla con me. È bellissimo poter condividere con lei questi momenti. È stata ed è una persona importantissima nella mia vita. Se c’è una cosa che posso augurare a tutti è di avere sempre tanta salute”. Con queste parole di rara genuinità Sinner ha conquistato l’Arthur Ashe nonostante avesse appena infranto l’american dream di interrompere un digiuno Slam che dura da oltre 20 anni. Non che ce ne fosse bisogno ma Jannik ha nuovamente dimostrato di essere un campione: nel tennis e nella vita.
Benvenuti nell’Era Sinner. Il più forte di tutti
Rimangono ancora tre mesi prima della conclusione della stagione. C’è spazio per tanto altro tennis, ma dopo la fine del quarto e ultimo Slam del 2024 si può già tracciare qualche bilancio. Il più importante è che per la prima volta dopo 22 anni nessuno dei mitici Fab Four (Federer, Nadal, Djokovic e Murray) ha vinto un Major. Già fortemente segnata dai ritiri di Roger ed Andy e dall’impegno a tempo parziale di Rafa, l’era dei fantastici quattro appartiene ormai irrimediabilmente al passato. Nole rimane in agguato per qualche ultimo sussulto ma di certo non potrà più giocare la parte del cannibale o dell’uomo da battere. Quest’ultimo, adesso, è Jannik Sinner: il numero 1 è lui.
Tra qualche anno ricorderemo il 2024, sulla scia degli ultimi mesi del ’23, come l’anno della consacrazione definitiva di Jannik: la stagione in cui ha vinto il suo primo e poi anche il suo secondo Slam e in cui ha raggiunto per la prima volta la vetta del ranking mondiale. La sua Era è iniziata. Realisticamente non sarà un monopolio (probabilmente non se lo augura nemmeno lo stesso Sinner): la rivalità con Alcaraz, che si è aggiudicato gli altri due Slam stagionali, promette infatti di offrire tanti altri capitoli intriganti, in attesa del loro primo scontro in una finale di un Major. Il 2024, almeno fin qui, ci ha però detto che ad oggi il più forte di tutti è l’azzurro. Gli Slam, come detto, sono due a testa ma la continuità e la solidità che ha mostrato Sinner sono state decisamente superiori e a confermarlo c’è la classifica che raramente fornisce prospettive ingannevoli.
Sul Corriere della Sera, Marco Imarisio ha affermato che “in questo lento processo di conoscenza di un campione sportivo dalle caratteristiche uniche per un Paese come il nostro, il mondo del tennis sta capendo che la qualità maggiore di Sinner è la solidità. Mentale e tecnica, i due aspetti vanno di pari passo”. L’Era Sinner, dopo essere iniziata in Australia, sta proseguendo a gonfie vele. La vittoria a New York ha infatti reso ancora più solido il suo primato in classifica tanto che il numero 2 Zverev è più vicino al numero 13 Tommy Paul che a Jannik.
Prima delle prossime tappe, ora è tempo di un breve riposo. Poi si salperà in direzione Cina. Infine gli ultimi appuntamenti per rendere epica questa stagione già memorabile: ATP Finals a Torino e Coppa Davis. Da quando è stato introdotto il format attuale dei tornei ATP nel 1990, solo tre giocatori sono riusciti a concludere un’annata con una percentuale di vittorie superiore al 90% e non è difficile indovinare di chi si tratta: Federer, Djokovic e Nadal – ovviamente. Sinner, al momento, è al 91,7. Non serve aggiungere altro.
Primati e statistiche da capogiro di Jannik Sinner
- Primo italiano a diventare numero 1 del mondo
- Primo italiano a vincere lo US Open
- Primo italiano a vincere due Slam nella stessa stagione
- Primo italiano a vincere tre Masters 1000
- Primo italiano a raggiungere le semifinali di tutti i Major
- Secondo giocatore più giovane ad aver vinto Australian US Open nella stessa stagione nell'Era Open (dietro solo a Jimmy Connors – 1974)
- Terzo giocatore più giovane a vincere almeno 23 partite nei quattro Slam stagionali (dietro a Sampras 1993 e Nadal 2008)
- Terzo giocatore più giovane a vincere Cincinnati e US Open nella stessa stagione nell’Era Open (dopo Roddick 2003 e McEnroe 1981)
- Quarto tennista della storia a conquistare, nello stesso anno, tanto l’Australian Open quanto lo US Open da quando i due tornei si disputano entrambi sul cemento (gli altri sono Wilander, Djokovic e Federer)
- Sesto giocatore a superare gli 11000 punti nel ranking, il primo dopo i Fab4
- Ottavo giocatore nell’Era Open a raggiungere quota 55 vittorie stagionali con una percentuale di successi superiore al 90%
Tutti i risultati del 2024 dopo l’Australia
ATP 500 ROTTERDAM
1° T – [1] J. Sinner b. B. Van de Zandschulp 6-3 6-3
Ottavi di finale – [1] J. Sinner b. G. Monfils 6-3 3-6 6-3
Quarti di finale – [1] J. Sinner b. M. Raonic 7-6 (4) 1-1 rit.
Semifinale – [1] J. Sinner b. T. Griekspoor 6-2 6-4
Finale – [1] J. Sinner b. [5] A. De Minaur 7-5 6-4
ATP 1000 INDIAN WELLS
1° T – bye
2° T – [3] J. Sinner b. T. Kokkinakis 6-3 6-0
3° T – [3] J. Sinner b. [25] J.L. Struff 6-3 6-4
Ottavi di finale – [3] J. Sinner b. [16] B. Shelton 7-6 (4) 6-1
Quarti di finale – [3] J. Sinner b. [32] J. Lehecka 6-3 6-3
Semifinale – [2] C. Alcaraz b. [3] J. Sinner 1-6 6-3 6-2
ATP 1000 MIAMI
1° T – bye
2° T – [2] J. Sinner b. [Q] A. Vavassori 6-3 6-4
3° T – [2] J. Sinner b. [25] T. Griekspoor 5-7 7-5 6-1
Ottavi di finale – [2] J. Sinner b. O’Connell 6-4 6-3
Quarti di finale – [2] J. Sinner b. T. Machac 6-4 6-2
Semifinale – [2] J. Sinner b. [3] Daniil Medvedev 6-1 6-2
Finale – [2] J. Sinner b. [11] G. Dimitrov 6-3 6-1
ATP 1000 MONTECARLO
1° T – bye
2° T – [2] J. Sinner b. S. Korda 6-1 6-2
Ottavi di finale – [2] J. Sinner b. J.L. Struff 6-4 6-2
Quarti di finale – [2] J. Sinner b. [7] H. Rune 6-4 6-7 (6) 6-3
Semifinale – [12] S. Tsitsipas b. [2] J. Sinner 6-4 3-6 6-4
ATP 1000 MADRID
1° T – bye
2° T – [1] J. Sinner b. L. Sonego 6-0 6-3
3° T – [1] J. Sinner b. P. Kotov 6-2 7-5
Ottavi di finale – [1] J. Sinner b. [16] K. Khachanov 5-7 6-3 6-3
Quarti di finale – F. Auger-Aliassime b. [1] J. Sinner WO
ROLAND GARROS
1° T – [2] J. Sinner b. C. Eubanks 6-3 6-3 6-4
2° T – [2] J. Sinner b. R. Gasquet 6-4 6-2 6-4
3° T – [2] J. Sinner b. P. Kotov 6-4 6-4 6-4
Ottavi di finale – [2] J. Sinner b. C. Moutet 2-6 6-3 6-2 6-1
Quarti di finale – [2] J. Sinner b. [10] G. Dimitrov 6-2 6-4 7-6 (3)
Semifinale – [3] C. Alcaraz b. [2] J. Sinner 2-6 6-3 3-6 6-4 6-3
ATP 500 HALLE
1° T – [1] J. Sinner b. T. Griekspoor 6-7 (8) 6-3 6-2
2° T – [1] J. Sinner b. F. Marozsan 6-4 6-7 (4) 6-3
Quarti di finale – [1] J. Sinner b. J.L. Struff 6-2 6-7 (1) 7-6 (3)
Semifinale – [1] J. Sinner b. Z. Zhang 6-4 7-6 (3)
Finale – [1] J. Sinner b. [5] H. Hurkacz 7-6 (8) 7-6 (2)
WIMBLEDON
1° T – [1] J. Sinner b. Y. Hanfmann 6-3 6-4 3-6 6-3
2° T – [1] J. Sinner b. M. Berrettini 7-6 (3) 7-6 (4) 2-6 7-6 (4)
3° T – [1] J. Sinner b. M. Kecmanovic 6-1 6-4 6-2
Ottavi di finale – [1] J. Sinner b. [14] B. Shelton 6-2 6-4 7-6 (9)
Quarti di finale – [5] D. Medvedev b. [1] J. Sinner 6-7 (7) 6-4 7-6 (4) 2-6 6-3
ATP 1000 MONTREAL
1° T – bye
2° T – [1] J. Sinner b. [Q] B. Coric 6-2 6-4
Ottavi di finale – [1] J. Sinner b. [15] A. Tabilo 6-4 6-3
Quarti di finale – [5] A. Rublev b. [1] J. Sinner 6-3 1-6 6-2
ATP 1000 CINCINNATI
1° T – bye
2° T – [1] J. Sinner b. [Q] A. Michelsen 6-4 7-5
Ottavi di finale – [1] J. Sinner b. J. Thompson WO
Quarti di finale – [1] J. Sinner b. [6] A. Rublev 4-6 7-5 6-4
Semifinale – [1] J. Sinner b. [3] A. Zverev 7-6 (9) 5-7 7-6 (4)
Finale – [1] J. Sinner b. F. Tiafoe 7-6 (4) 6-2
US OPEN
1° T – [1] J. Sinner b. M. McDonald 2-6 6-2 6-1 6-2
2° T – [1] J. Sinner b. A. Michelsen 6-4 6-0 6-2
3° T – [1] J. Sinner b. C. O’Connell 6-1 6-4 6-2
Ottavi di finale – [1] J. Sinner b. [14] T. Paul 7-6 (5) 7-6 (3) 6-1
Quarti di finale – [1] J. Sinner b. [5] D. Medvedev 6-2 1-6 6-1 6-4
Semifinale – [1] J. Sinner b. [25] J. Draper 7-5 7-6 (3) 6-2
Finale – [1] J. Sinner b. T. Fritz 6-3 6-4 7-5
Data ultimo aggiornamento 8 ottobre 2024