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Il percorso di Jannik Sinner al Sunshine Double 2023
Contenuto realizzato in collaborazione con la redazione di Ubitennis diretta da Ubaldo Scanagatta
Jannik Sinner è il primo azzurro di sempre a giocare una semifinale e una finale di un Masters 1000 di seguito, Miami dopo Indian Wells. E’ già un fenomeno di resilienza ed è anche l’ottavo italiano a battere un n.1 del mondo. I top-5 sconfitti nel 2023 sono già tre, Alcaraz, Tsitsipas e Fritz.
È Jannik Sinner il tennista azzurro protagonista di questo primo scorcio di stagione. Dopo un 2022 in cui era stato limitato da diversi problemi fisici che non gli avevano però impedito di vincere il 75% degli incontri disputati, Jannik è arrivato alla trasferta americana del Sunshine Double sull'onda del titolo conquistato a Montpellier e della finale di Rotterdam, torneo in cui si è preso la soddisfazione di una vittoria tonda sul numero 3 del mondo Stefanos Tsitsipas. Una rivincita, quella contro il greco che l'aveva battuto tre settimane prima all'Australian Open; ma proprio quella sconfitta arrivata solo al quinto set, laddove esattamente un anno prima aveva ceduto nettamente allo stesso avversario, era stata un'attestazione dei progressi compiuti da Sinner da allora e che certo non si sono esauriti, tutt'altro.
Jannik Sinner agli ATP 1000 Indian Wells 2023
Jannik giunge così in California, a Indian Wells, per il primo Masters 1000 della stagione. Testa di serie (n. 11) e quindi esentato dal primo turno, all'esordio batte il redivivo Richard Gasquet che nel frattempo è diventato numero 1 di Francia. Nonostante la vittoria in due set (6-3 7-6) contro un avversario che aveva già avuto modo di adattarsi in un match vero alle condizioni di gioco, Jannik fa autocritica sui dettagli, senza tuttavia perdere di vista il quadro generale: “Qualche volta ho forzato troppo o troppo poco, avrei forse dovuto usare di più il rovescio lungolinea. Ma alla fine nei punti importanti ho servito molto bene, nel tie-break ho giocato bene”.
Tocca poi a un altro francese – quell'Adrian Mannarino che ha appena eliminato Lorenzo Musetti – che subisce la stessa sorte del connazionale, nonostante la non brillante giornata di Sinner. Perché tutti sono bravi a vincere quando tutto gira al meglio, ma a fare davvero la differenza è la gestione delle giornate più complicate. E piazzare un ace sul set point per l'avversario nel tie-break suona esattamente come una buona gestione. “Una partita difficile oggi” ha poi spiegato Jannik. “Lui è mancino, quindi è già qualcosa di diverso da quello a cui si è normalmente abituati, poi c’era vento. Però sono partite in cui in qualche modo si deve trovare una soluzione che oggi alla fine ho trovato. Dovrò sicuramente alzare il livello contro Wawrinka”.
Sì, agli ottavi di finale lo aspetta Stan Wawrinka, che non avrà la continuità degli anni migliori, ma rimane in grado di mettere in campo lampi del campione Slam. Ne sa qualcosa il giovane rampante Holger Rune, appena messo in castigo dallo svizzero. Il classe 2001 di Sesto Pusteria alza il livello come promesso e non lascia scampo a Stan in un incontro godibile. “Ci vogliono sempre due giocatori per fare una partita così” ammette soddisfatto. “Nei primi game mi sentivo un po’ scarico e per questo ho chiesto l’incitamento del mio angolo. Ho cercato energie da loro e me le hanno date. Non mi succede spesso, ma è stato fondamentale questo calore esterno”. Un angolo con in primo piano Simone Vagnozzi e Darren Cahill.
Quarti di finale, Taylor Fritz, numero 5 del mondo e qui campione in carica, un americano che ama il servizio e il dritto, ma dispone anche di un rovescio consistente. Proprio con la battuta riesce a tenersi a galla e a portare l'incontro al terzo set approfittando dell'unico passaggio a vuoto di Sinner. L'azzurro ha però margine nel palleggio, sale di intensità e vola a prendersi la semifinale, la prima di un italiano a Indian Wells. “Sono stato aggressivo, soprattutto ho trovato la risposta quando serviva” è la sua analisi. “Oggi era importante colpire la palla giusta ed essere un po’ imprevedibile perché ad un certo punto giocavamo in maniera spesso uguale: diritto, rovescio… più o meno tutti e due sapevamo dove tiravamo”.
Al penultimo atto lo aspetta quel fenomeno diciannovenne che risponde al nome di Carlos Alcaraz, secondo giocatore del mondo dopo aver passato quattro mesi in vetta al ranking. I quattro precedenti duelli nel circuito maggiore hanno sempre offerto un livello altissimo e presentano un bilancio in parità. Prevale lo spagnolo che si prende al tie-break il primo parziale dopo aver annullato un set point con una smorzata al contempo fredda e incosciente, poi evita di farsi intrappolare dal fuoco incrociato azzurro. Qui c'è una doppia lezione di cui fare tesoro e Jannik dimostrerà molto presto di esserci riuscito, come suggerito dal coach Vagnozzi dopo l'incontro: “Si poteva fare qualcosa di più, anche se non possiamo svelare le mosse che andremo a utilizzare la prossima volta. Il primo set poteva andare da una parte o dall’altra e, se Jannik lo avesse vinto, forse la partita sarebbe potuta andare in un modo diverso”, mentre per Sinner “l’incontro è stato deciso da quei quattro punti in più vinti da lui [74 a 70 su 144 disputati]. Poter far parte degli ultimi quattro giocatori rimasti in gara è motivo di grande soddisfazione. Tuttavia, il lavoro da fare è ancora tanto”.
Jannik Sinner agli ATP 1000 Miami Open 2023
Nel frattempo, il nostro tennista guadagna due posizioni in classifica sistemandosi al n. 11, a un solo passo da quella top 10 dalla quale manca dall'inizio di ottobre. Archiviata positivamente l'avventura californiana, ci si sposta sulla costa orientale, a Miami, dove le condizioni di gioco sono parecchio diverse, nonostante si parli sempre di cemento all'aperto: dai campi ruvidi e quindi lenti che compensano pure troppo l'aria secca e “veloce” del deserto, a quelli più rapidi dell'umida Florida.
Dopo l'esordio convincente senza strafare contro il serbo Laslo Djere, sulla strada di Jannik appare Grigor Dimitrov, ex n. 3 del ranking e con tante frecce al suo arco, utilizzate per battere la "volpe rossa" a Roma nel 2020. Quasi inutile rimarcare che l'altoatesino è ora giocatore ben diverso per fisico, mentalità e... tennis, dunque non sorprende la vittoria in due set, 6-3 6-4, peraltro diversi tra loro, a dimostrazione di come non sia affatto semplice trovare la chiave contro Sinner, anche mischiando le carte (e non tutti, anzi pochi, lo sanno fare davvero). “Sto provando ad aggiungere qualcosa al mio gioco perché devo investire per il futuro” ha detto Jannik. “Quello che sto provando a fare è cercare di essere meno prevedibile e da questo punto di vista la partita di oggi si è svolta molto bene“.
Com'è normale, agli ottavi l'asticella si alza ed ecco Andrey Rublev, settimo nel ranking ATP, due pari nei precedenti, e con un bilancio di 10 vittorie e due sconfitte nelle ultime apparizioni sul duro. Succede che l'asticella si sia sì alzata, ma solo (e decisamente troppo) per Rublev, inerme di fronte alla prestazione di Jannik che non concede nemmeno una palla break. Non è bastato ad Andrey il 73% di prime in campo: “Quando serve la prima è difficile rispondere, allora dovevo sfruttare ogni chance che avevo e ci sono riuscito” è la considerazione di Jannik. “Ho servito bene e quindi mi sono sentito più tranquillo in risposta, potendo rischiare di più”.
Ai quarti c'è Emil Ruusuvuori, il più bravo ad approfittare, mostrando un'ottima condizione, dello spicchio di tabellone originariamente presidiato da un Casper Ruud che ha puntato, perdendo, sulla preparazione in febbraio e un Sascha Zverev ancora alla ricerca del miglior tennis dopo il grave infortunio alla caviglia. Emil assomiglia a una versione minore di Sinner – del Sinner di due anni fa - a tennis, ciò significa che semplicemente non ce la puoi fare a meno che l'altro non abbia la peggior giornata della carriera o giù di lì. Così non è per Jannik che lo batte per la quinta volta su altrettante sfide, lasciandogli quattro game. E, a proposito di paragoni fra differenti versioni, Jannik dice che “confrontando il mio servizio attuale con quello dello scorso anno, mi sembra che siano due colpi diversi” senza naturalmente dimenticare la precisazione, di più, il principio fondante, “ma c’è ancora tanto da fare”.
Dopo la semifinale ai “Pozzi”, ne arriva allora una seconda consecutiva, la terza in carriera in un Masters 1000. Non solo, perché vale anche la possibilità di un'immediata rivincita contro Alcaraz che intanto è tornato al primo posto in classifica, mentre tutti fanno ricerche da citare nel (all'apparenza probabile) caso che il giovane spagnolo conquisti il Sunshine Double. Ma qui di doppio c'è solo la lezione di cui si parlava più sopra. I due danno vita a un incontro stellare, con un primo set che sembra una compilation di highlights, tra i quali quello che per tutti è lo scambio dell'anno, che Jannik si assicura con un vincente al 25° colpo. Eppure Sinner perde al tie-break quel primo parziale che aveva praticamente in pugno e affiorano i fantasmi del set point sfumato due settimane prima. Fantasmi che turbano solo gli appassionati, perché l'azzurro ha imparato, la ghiotta occasione fallita con uno smash semplice non lo intacca minimamente, vince la seconda frazione frustrando il tentativo di rientro spagnolo con un feroce e preciso passante bimane e dilaga nel terzo davanti a un avversario che paga con i crampi lo sforzo profuso fino a quel momento. “Ti diverti a giocare così” è il commento dell'azzurro (e si diverte parecchio anche chi guarda), ricordando che “ci vogliono due tennisti per fare questi punti”. È la sua tredicesima vittoria contro un top 10, la prima contro un numero 1 e vale la seconda finale in un “1000”, ancora a Miami due anni dopo.
Il match per il titolo vede dall'altra parte della rete Daniil Medvedev, il classe 1996 moscovita dalle lunghe leve e dai colpi “storti”, estremamente efficace, intelligente e avaro di errori. E che lo ha sempre battuto le cinque volte che si sono già affrontati. Daniil vive un momento impressionante, dopo l'Australia ha vinto tre tornei di fila ed è arrivato in finale nel quarto, quello di Indian Wells, perdendo da Alcaraz. Anche Jannik è in grande spolvero e i bookmaker la danno praticamente pari. Sinner però si alza dalla parte sbagliata del letto dopo aver pure dormito poco e male, risente quindi ancora di più del caldo umido della domenica pomeriggio e cede 7-5 6-3 a un Medvedev che si conferma il giocatore più in forma sui campi duri. “I'm a specialist” affermava due settimane fa all'arbitro contestando la lenta superficie californiana e ne ha dato ulteriore prova.
Alla stretta di mano, Daniil ha detto a Sinner, “un incontro fantastico contro Alcaraz, mi è piaciuto tantissimo”. Poi ai media ha spiegato che “i miei colpi non gli consentono di fare il suo gioco. La mia palla non gli consente di fare quello che fa contro altri avversari o forse sto leggendo bene il suo gioco e riesco a spingere molto con i miei colpi per portarlo a sbagliare”. Su un avversario diverso da quello spumeggiante visto contro Alcaraz ha anche aggiunto che “è capitato tante volte nella mia carriera di giocare semifinali strepitose e poi di essere svuotato in finale. Si impara anche da questo”.
Jannik Sinner nella Top 10 degli ATP
Se il “titolo pesante” è ancora rimandato, al netto della delusione finale la trasferta statunitense è stata senza alcun dubbio positiva e non solo per i risultati di prestigio raggiunti – rientro in top 10 e quarto posto nella Race –, perché Jannik torna dagli Usa con una nuova consapevolezza e ciò è sotto gli occhi di tutti.
Come spiega Stefano Semeraro sul quotidiano La Stampa, “a Sinner resta qualche compito a casa da svolgere, ma i primissimi banchi sono ormai alla sua portata”. Sulla Gazzetta dello Sport, per Paolo Bertolucci “gli evidenti progressi messi in mostra in questi primi mesi dell’anno dall’altoatesino sono esaltanti, ma al tempo stesso non definitivi. C’è ancora spazio per miglioramenti tecnici e in particolare ci sarà ancora bisogno di un paio d’anni di costruzione fisica per poter essere in grado di affrontare alla pari gli scontri durissimi che questo sport ormai richiede quotidianamente”, mentre Romain Lefebvre scrive sul quotidiano francese l’Équipe che “l'italiano ha pagato il prezzo dei suoi sforzi colossali contro un Daniil Medvedev insaziabile, vincitore del quarto titolo in cinque tornei di fila, di ritorno dall'Australia. Sinner lascia Miami con il trofeo del finalista sotto il braccio, ma il sacco portaracchette pieno di certezze”.
Ancora ventunenne (è sempre opportuno ricordarlo), Jannik torna a casa mentre inizia la stagione sulla terra battuta e il 9 aprile a Monte Carlo tutto è pronto per un nuovo appuntamento Masters 1000. Sarà di nuovo in campo Novak Djokovic, ma potrebbero cambiare anche altri equilibri e sarebbe in questo senso interessante un primo confronto con Medvedev sul mattone tritato, superficie per Daniil avara di soddisfazioni e sulla quale è appena al 44% di vittorie. Per quanto riguarda Jannik, sebbene anch'egli dia il suo meglio sui campi duri, si adatta molto bene alla terra battuta e la scorsa estate ha alzato il trofeo di Umago battendo in finale proprio Alcaraz. Quindi, per caratteristiche proprie e per quanto condiviso sopra dagli addetti ai lavori, crediamo che ogni giocatore nei prossimi due mesi tirerà un sospiro di sollievo nel vedersi dalla parte opposta del tabellone rispetto a Jannik Sinner.
ATP Masters 1000 Indian Wells
1° T bye
2° T [11] J. Sinner b. R, Gasquet 6-3 7-6(2)
3° T [11] J. Sinner b. A. Mannarino 7-6(7) 6-4
Ottavi [11] J. Sinner b. [PR] S. Wawrinka 6-1 6-4
Quarti [11] J. Sinner b. [4] T. Fritz 6-4 4-6 6-4
Semifinale [1] C. Alcaraz b. [11] J. Sinner 7-6(4) 6-3
ATP Masters 1000 Miami
1° T bye
2° T [10] J. Sinner b. L. Djere 6-4 6-2
3° T [10] J. Sinner b. [21] G. Dimitrov 6-3 6-4
Ottavi [10] J. Sinner b. [6] A. Rublev 6-2 6-4
Quarti [10] J. Sinner b. E. Ruusuvuori 6-3 6-1
Semifinale [10] J. Sinner b. [1] C. Alcaraz 6-7(4) 6-4 6-2
Finale [4] D. Medvedev b. [10] J. Sinner 7-5 6-3
Data ultimo aggiornamento 28 maggio 2024