Ripartiamo dall'arte e dalla cultura

Rivedi il convegno

Il mondo dell’arte, della cultura e dello spettacolo ha subito quest’anno un duro colpo, ma allo stesso tempo è emersa con forza l’identità e il potenziale che questo universo ha da offrire. Ha preso forma la consapevolezza del ruolo che l’arte e la cultura rivestono nella collettività. In questo scenario anche i soggetti privati prendono parte e possono contribuire a fare la differenza nel percorso di ripresa.

Intesa Sanpaolo rappresenta da tempo uno degli esempi di successo di partecipazione agli impegni verso il mondo della cultura. Con un progetto che è divenuto un punto di riferimento all’interno del Gruppo e più in generale della cultura del nostro Paese: l’esperienza di una banca che vuole condividere il proprio patrimonio artistico, facendolo cosi diventare un bene collettivo per la crescita identitaria e culturale del Paese.

L’incontro, promosso dal quotidiano Il Foglio e Intesa Sanpaolo, si propone di portare al centro dell’attenzione degli operatori della cultura, delle istituzioni e del vasto pubblico, le dinamiche di sviluppo della realtà del mondo dell’arte e della cultura, nel tentativo di offrire spunti alle politiche pubbliche perché possano incidere concretamente sullo sviluppo di maggiore solidità strutturale, organizzativa e finanziaria di cui in questo settore si avverte l’urgenza. Un convegno sulle politiche culturali come punto di ripartenza.

Molti i partecipanti tra cui, per Intesa Sanpaolo: Giovanni Bazoli, Presidente Emerito  e Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici. Prenderanno parte anche Gabriele Finaldi, Direttore National Gallery di Londra, sul tema: “Una istituzione particolarmente attenta a valorizzare l'arte "per i cittadini". La grande sfida della mostra di Artemisia Gentileschi nell’anno del Covid” e Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura del Comune di Milano.

Ognuno dei relatori, personalità di spicco della gestione di istituti culturali italiani e internazionali, ha trovato la sua strada per esplorare nuove forme di fruizione, per aprire a nuovi pubblici. Confrontare le loro proposte significa avviare una conversazione feconda – oltre il Covid, o meglio, nonostante il Covid – sullo sviluppo di una cultura più aperta e capace di sviluppo.

Occasioni come questa possono essere contributi in termini di idee e di esperienze in grado di arricchire quello che sarà il capitolo dedicato alla cultura del piano italiano di ripresa e resilienza del Paese nell’ambito del programma Next Generation EU.