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Sport

Jannik Sinner nella trasferta cinese 2024

Jannik Sinner nel campo degli Atp mentre gioca
Jannik Sinner nel campo degli Atp mentre gioca

Contenuto realizzato in collaborazione con la redazione di Ubitennis diretta da Ubaldo Scanagatta

Ricorda il mio gioco in tutto”. Così Novak Djokovic ha omaggiato Jannik Sinner dopo la loro finale al Masters 1000 Shanghai, vinta dall’azzurro in due set. Con questa partita e con questa investitura da parte del giocatore più vincente di sempre, si è chiusa la trasferta in Cina di Sinner. Due tornei, una finale persa (a Pechino) e una vinta: questo è il bilancio, straordinariamente in linea con il resto della stagione di Jannik. Poteva essere una fase breve e interlocutoria dell’annata e invece queste due tappe sono servite all’altoatesino per confermare e rinforzare la sua egemonia sul circuito. Tanto che, quando davanti a noi resta ancora un mese di tennis in questo 2024, è già certo che Sinner sarà il numero uno fino alla fine della stagione

Se il torneo di Pechino ha dimostrato che la rivalità con Alcaraz è (e sarà) quanto di più spettacolare possa offrire il tennis mondiale, la tappa di Shanghai ha ricordato che in termini di continuità di rendimento il confronto tra Jannik e lo spagnolo non può reggere, almeno in questa fase. L’azzurro prosegue dritto sulla sua strada senza mai uscire dai binari e, in questo percorso, ha raccolto il settimo titolo della stagione su 14 eventi disputati (in cui ha comunque sempre raggiunto almeno i quarti). Il calcolo è semplice: ogni due tornei Sinner ne vince uno, e nell’altro ottiene comunque un risultato degno di nota. Roba da numeri 1 quale Jannik è: non solo formalmente ma anche e soprattutto sostanzialmente. 

ATP 500 Pechino – finale

Salutata New York dopo il trionfo allo US Open, per il numero uno del mondo Jannik Sinner è tempo di un breve riposo prima di entrare nell’ultima fase della stagione. L’azzurro viene esentato dalla convocazione in Coppa Davis per il girone di Bologna (superato senza troppi problemi dall’Italia di Capitan Volandri) dove comunque si reca per far sentire la sua vicinanza alla squadra nel corso della sfida con l’Olanda. Pochi altri giorni “liberi” e poi si parte alla volta della Cina per un doppio impegno che fa da preludio all’ultimo sprint del 2024 quando si tornerà nuovamente in Europa per le Finals di Torino e quelle di Davis a Malaga. La prima tappa della trasferta cinese è nella capitale. A Pechino Jannik torna da campione in carica dopo il successo dello scorso anno e vi si presenta con due nuovi volti nel suo team: il fisioterapista Ulises Badio e il preparatore atletico Marco Panichi, entrambi storici collaboratori di Djokovic. 

Come successo a New York e anche nell’edizione 2023 del China Open, il torneo di Sinner inizia con un set perso: questa volta contro il cileno Jarry che gioca un gran tennis in avvio di match ma che poi deve arrendersi a una versione decisamente migliore di Jannik nel secondo e nel terzo parziale. Il pensiero, a fine partita, è per la zia Margith, scomparsa pochi giorni prima: dopo il match point il giocatore di Sesto Pusteria alza lo sguardo al cielo a cui affida un bacio. Anche il secondo turno presenta qualche difficoltà al numero uno del mondo, troppo falloso nel set d’apertura contro il russo Safiullin. Sinner riesce però nuovamente a cancellare le sensazioni negative e rimonta qualificandosi anche in questo torneo ai quarti di finale: un traguardo sempre raggiunto durante tutta questa stagione. Come successo nella stragrande maggioranza dei casi, però, il cammino di Jannik non si ferma qui: nonostante un brivido nel tie-break del secondo parziale, l’azzurro supera anche Lehecka annullandogli due set point e conquista la 50esima (!) vittoria consecutiva contro un giocatore fuori dai primi 20 del mondo. 

Qui incontra il giocatore di casa (e infatti wild card del torneo) Bu, 22enne in grande crescita da poco entrato nei primi 100 del mondo. Il cinese è molto intraprendente, mentre Sinner non è brillantissimo ma riesce comunque a portare dalla sua parte i momenti chiave dell’incontro prendendosi così la settima finale della stagione. Ad attenderlo c’è l’amico-rivale Carlos Alcaraz per il loro decimo confronto diretto (ma solo il secondo in finale dopo quello vinto da Jannik a Umago nel 2022). La partita è una di quelle da ricordare. Il primo set va a Sinner che, dopo un inizio non eccezionale, riesce a rimontare un break di svantaggio e ad annullare anche tre set point. Anche lo spagnolo, però, si esalta quando si trova in difficoltà nel secondo parziale e nel momento più delicato infila tre game consecutivi che portano la partita al terzo. Lo spettacolo raggiunge il suo apice nel tie-break decisivo dopo che Sinner era stato a due punti dalla vittoria sul 5-4. L’azzurro sale sul 3-0 ma a questo punto Alcaraz diventa letteralmente ingiocabile e mette a segno sette punti consecutivi uno più bello dell’altro. Vince Carlitos, ma grazie a questi due vince anche il tennis: del presente e del futuro.

È una di quelle sconfitte non troppo difficili da digerire: in una rivalità di così alto livello bisogna accettare la forza dell’avversario ed aspettare la sfida successiva per la rivincita. Jannik si dice infatti “orgoglioso della settimana” e aggiunge: “Ovviamente sono deluso che io non sia riuscito a vincere, ma lui ha giocato meglio nei momenti importanti. Penso che sia sempre molto positivo quando ci incontriamo. Cerchiamo di spingerci ai nostri limiti a vicenda e per me lui è uno stimolo per lavorare ancora di più. È un privilegio e un onore condividere il campo con lui e penso che anche i fan apprezzino”.

ATP 1000 Shanghai – vittoria

La seconda tappa della trasferta cinese è Shanghai, dove è in programma il penultimo Masters 1000 della stagione. Per l’occasione, oltre ad Alcaraz, c’è anche Djokovic che torna così a giocare in Cina dopo ben cinque anni. Dopo il bye al primo turno, il percorso di Sinner inizia senza patemi con una partita ben gestita e giocata contro il giapponese Taro Daniel, regolato nel giro di un’ora e venti minuti con il punteggio di 6-1 6-4. Le cose si fanno più complicate già nel secondo match perché Jannik incontra un avversario in stato di grazia: si tratta dell’argentino Etcheverry, numero 31 del tabellone, che gioca un set e mezzo su livelli così alti che Sinner quasi se ne lamenta con il suo allenatore Vagnozzi che però trova le parole giuste per farlo tornare sereno. L’azzurro sembra affaticato (e lo confermerà anche nella conferenza stampa post-partita) ma riesce comunque a far valere la sua solidità aggiungendovi gli spunti necessari per ribaltare il punteggio e uscire indenne da un match rivelatosi insidiosissimo. 

Nelle giornate successive la pioggia si accanisce sul Rolex Masters di Shanghai e così Jannik ne può approfittare per prendersi un po’ di riposo in attesa che venga definito il suo prossimo sfidante. È Ben Shelton: un altro avversario temibile, capace di battere Sinner proprio in questo torneo un anno fa. La partita, in effetti, è molto equilibrata e l’americano sembra inavvicinabile al servizio in virtù di una percentuale di prime in campo irreale (95% nel primo set). Basta però una seconda all’altoatesino per porre le basi per il break. Jannik rimanda qualsiasi palla dall’altra parte del campo, Shelton si fa improvvisamente incerto e si ritrova così sotto di un set. Nel secondo parziale Ben riesce ad arrivare al tie-break ma, come ormai d’abitudine, Sinner fa la differenza quando il punteggio lo richiede e infatti domina l’appendice del set chiudendo l’incontro dopo un’ora e mezza. 

Ancora una volta l’azzurro raggiunge i quarti mantenendo aperta la striscia: sono 14 su 14, come erano riusciti a fare ad un’età così giovane solo Connors (1974), Vilas (1976) e McEnroe (1982). Nel giorno in cui arriverà l’annuncio del ritiro di Nadal, Sinner incrocia nuovamente Medvedev per la loro 14esima sfida complessiva. Jannik ne ha vinte 6 delle ultime 7 e fa valere questo trend anche a Shanghai dove si rende protagonista di una partita priva di sbavature. Il russo, tra l’altro acciaccato per via di un problema alla spalla destra, può fare ben poco nel primo set, perso nettamente. Nel secondo si tiene in scia anche grazie a scelte azzardate e forse disperate, ma la sostanza del risultato non cambia: vince il nostro portacolori 6-1 6-4. 

È quindi semifinale e, seguendo il seeding, sarebbe il momento per un nuovo capitolo della splendida rivalità con Alcaraz. Questa volta, però, la sfida non si concretizza: lo spagnolo perde infatti a sorpresa in due set contro il numero 33 del mondo Machac. Sotto gli occhi di uno spettatore speciale come Roger Federer, Jannik riesce invece a controllare l’esuberanza del giocatore ceco facendo valere il suo solito cinismo e la straordinaria capacità di rimanere freddo nei momenti più delicati: ad esempio, nel secondo parziale annulla due palle break che avrebbero permesso all’avversario di servire per il set. Molto più difficile gestire la pressione per Machac che infatti si fa brekkare nei game decisivi di entrambi i parziali. Sinner è in finale (l’ottava del 2024) e, con questa vittoria, si assicura di mantenere la prima posizione nel ranking mondiale fino alla fine della stagione: è il 19esimo giocatore a raggiungere questo obiettivo da quando nel 1973 fu istituita la classifica computerizzata. 

Tra Jannik e il titolo di Shanghai rimane solo Djokovic. È la loro ottava sfida: 4-3 in favore del serbo il bilancio, anche se l’azzurro ha vinto nelle ultime due occasioni. E Sinner conferma che non c’è due senza tre: il 23enne di Sesto Pusteria gioca l’ennesima partita all’insegna della solidità e si impone con enorme autorevolezza sul tennista più vincente di sempre. Nole non riesce mai a infastidire il numero uno del mondo in risposta (nessuna palla break ottenuta e nemmeno una volta ai vantaggi) e nel primo set si arrende al tie-break. Nel secondo, invece, è decisivo il break conquistato da Jannik con un dritto in corsa che lascia di stucco Djokovic e che si prende gli applausi di Federer e Alcaraz, presenti in prima fila ad assistere all’incontro. Dopo un’ora e quaranta minuti di gioco Sinner è campione del Masters 1000 di Shanghai: è il settimo titolo della sua fantastica stagione e il 17esimo in carriera. E nella settimana del ritiro di Nadal, Jannik emula Rafa su due piani diversi: lo spagnolo era stato infatti l’ultimo sia a battere Djokovic per tre volte di fila (nel 2013) sia a vincere tre Masters 1000 in un anno (nel 2018). 

Genuinità e consapevolezza risuonano nelle parole dell’azzurro nell’ultima conferenza stampa del torneo: “Oggi è stata una partita speciale per diversi motivi... Roger tra il pubblico insieme a Carlos, in un’atmosfera fantastica. Affrontare Novak in finale è sempre complicato. Quest’anno avevo un po’ perso il sorriso per via dei problemi fuori dal campo e a volte mi tornano in testa, ma cerco comunque di godermela come meglio posso. Cerco di rimanere molto calmo e non crearmi problemi se sbaglio qualche colpo o mi gira male, restando lì con la migliore energia. Mentalmente sono pronto ad accettare qualunque situazione sul campo”.

Un altro tassello nel puzzle di una stagione straordinaria. Manca poco per completarlo

“Troppo forte”. È il titolo della Gazzetta dello Sport all’indomani della vittoria di Jannik Sinner al Masters 1000 di Shanghai ma sono state anche alcune delle parole di elogio spese da Novak Djokovic proprio dopo la finale del torneo cinese. La realtà attuale del tennis mondiale è questa: il più forte, per la classifica e nei fatti, è un giocatore nato nel 2001 a Sesto Pusteria. La trasferta in Cina, con i tornei di Pechino e Shanghai, ha aggiunto un altro tassello nel completamento di un puzzle quasi pronto per essere incorniciato. Manca solo un ultimo pezzo, quello che bisognerà costruire tra Torino e Malaga dove si disputeranno le finali della stagione: prima quelle ATP e poi quelle di Coppa Davis con la nazionale. Due ciliegine da aggiungere a una torta già spettacolare così com’è.

Le premesse per quest’ultimo sprint non possono che essere ottime. Jannik ci ha abituato a una costanza di rendimento fuori dal comune. In sostanza l’azzurro non ha mai steccato un torneo quest’anno. Ne ha disputati 14 ed è sempre arrivato almeno ai quarti di finale, conquistando il titolo nel 50% dei casi. In totale le vittorie sono 65 e le sconfitte appena 6, tra cui un paio arrivate a causa di qualche acciacco fisico e una fortemente legata a un errore arbitrale (contro Tsitsipas a Montecarlo). Battere Sinner al meglio della sua condizione è impresa a dir poco ardua, anzi praticamente impossibile per tutti con un’unica eccezione: l’amico-rivale Alcaraz. Tra di loro è sempre sfida apertissima… e bellissima. 

C’è però una differenza tra Jannik e lo spagnolo e sta proprio in quella continuità di rendimento di cui si diceva. Il torneo di Shanghai lo ha confermato: Carlos ha perso a sorpresa ai quarti contro Machac, mentre l’azzurro è arrivato ancora una volta fino in fondo battendo anche Djokovic. Fin qui le eliminazioni inaspettate non hanno mai fatto capolino nella stagione di Sinner che ha vinto tutte le 44 partite disputate contro giocatori fuori dai primi 20 del mondo (la serie sale a 54 considerando anche la fine dello scorso anno). Anche la percentuale di vittorie è impressionante: siamo al 91,5% quando manca poco più di un mese alla fine della stagione. E lo ricordiamo: da quando è stato introdotto il format attuale dei tornei ATP nel 1990, solo Federer, Djokovic e Nadal sono riusciti a concludere un’annata con una percentuale di vittorie superiore al 90%. Insomma, è il caso di prepararsi per il gran finale. 

ATP 500 PECHINO

1° T – [1] J. Sinner b. N. Jarry 4-6 6-3 6-1
2° T – [1] J. Sinner b. [LL] R. Safiullin 3-6 6-2 6-3
Quarti di finale – [1] J. Sinner b. J. Lehecka 6-2 7-6 (3)
Semifinale – [1] J. Sinner b. [WC] Y. Bu 6-3 7-6 (3)
Finale – [2] C. Alcaraz b. [1] J. Sinner 6-7 (6) 6-4 7-6 (3)

ATP 1000 SHANGHAI

1° T – bye
2° T – [1] J. Sinner b. T. Daniel 6-1 6-4
3° T – [1] J. Sinner b. [31] T. Etcheverry 6-7 (3) 6-4 6-2
Ottavi di finale – [1] J. Sinner b. [14] B. Shelton 6-4 7-6 (1)
Quarti di finale – [1] J. Sinner b. [5] D. Medvedev 6-1 6-4
Semifinale – [1] J. Sinner b. [30] T. Machac 6-4 7-5
Finale – [1] J. Sinner b. [2] N. Djokovic 7-6 (4) 6-3

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