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Il percorso di Jannik Sinner dal 2019 stagione per stagione
Contenuto realizzato in collaborazione con la redazione di Ubitennis diretta da Ubaldo Scanagatta
Presente e futuro. Questo è Jannik Sinner per il tennis italiano e mondiale. Il giocatore più forte nel panorama internazionale attuale è lui. E in più la sua ancora giovanissima età e la solidità tennistica e mentale che ha dimostrato soprattutto negli ultimi 16 mesi rappresentano una garanzia anche per i prossimi anni. Con l’umiltà e l’ambizione che lo contraddistinguono, Jannik è infatti pronto per vivere ancora tanti anni ai vertici di questo sport con buona pace dei suoi competitors. Alle sue spalle, però, l’azzurro ha ormai anche un importante passato su cui, nel segno di una crescita continua, ha costruito i suoi ultimi successi. Sono infatti già sei le stagioni che Jan ha completato nella sua carriera ATP. È il caso quindi di ripercorrerle per apprezzare il cammino con cui ha scalato la classifica mondiale.
Jannik Sinner: 2019, l’anno del debutto
Il 2019 è stato l’anno del debutto tra i “grandi”, avvenuto in un torneo primaverile di categoria 250 a Budapest dove vinse subito la sua prima partita nel tabellone principale dopo aver superato le qualificazioni. Nei mesi successivi Sinner continuò a frequentare anche gli eventi Challenger ma disputò comunque 10 tornei del circuito maggiore. Tra questi ci furono in particolare gli Internazionali di Roma dove Jannik diede al pubblico del Foro italico un assaggio di ciò che avrebbe aspettato i tifosi italiani negli anni a venire. A nemmeno 18 anni compiuti, l’altoatesino batté in rimonta il numero 59 del mondo Steve Johnson dopo avergli annullato anche due match point. Ad agosto arrivò poi l’esordio in uno Slam guadagnato passando tre turni di qualificazione allo US Open. Contro Wawrinka Sinner fece capire subito di che pasta era fatto ma si dovette arrendere all’esperienza dell’ex numero 4 del mondo.
Sempre contro lo svizzero, l’azzurro giocò qualche settimana più tardi anche la sua prima semifinale ATP nel torneo di Anversa. Fu però a novembre che si configurò il primo grande acuto della sua carriera. A Milano si disputavano le Next Gen ATP Finals. Jannik si presentò come ultimo qualificato ma in campo dimostrò di valere già molto più della sua classifica in quel momento (n. 95). Superò infatti il girone battendo Ymer e Tiafoe, poi non ebbe troppi problemi con Kecmanovic in semifinale e per finire dominò il match per il titolo contro de Minaur, già numero 18 del mondo e favoritissimo alla vigilia: un successo premonitore che elesse Sinner come miglior talento del circuito. Così Jan terminò la sua prima stagione con un bilancio positivo di 11 vittorie e 10 sconfitte e con il suo primo titolo (che però non vale nel conteggio ufficiale ATP).
Il 2020 per Sinner: prime vittorie e crescita
Nel 2020 l’emergenza pandemica fermò per alcuni mesi i tornei di tennis e ciò rallentò ma solo parzialmente la crescita di Jannik. L’azzurro ebbe infatti modo di ottenere le prime prestigiose affermazioni contro avversari di alta classifica. A farne le spese furono tre top 10: Goffin e soprattutto Tsitsipas e Zverev. Proprio battendo il tedesco al Roland Garros, Sinner raggiunse il suo primo quarto di finale in uno Slam dove poté poco contro un Nadal ancora al meglio della sua condizione fisica. Esattamente come successo l’anno prima (e come sarebbe successo anche in alcuni di quelli successivi), Jannik finì poi in bellezza la stagione vincendo il suo primo vero titolo ATP in quel di Sofia dove sconfisse il canadese Pospisil in finale. Il bilancio complessivo annuale fu così di 19 vittorie e 11 sconfitte a conferma di un rendimento già nettamente migliorato rispetto al 2019 (nonostante il livello più alto degli avversari affrontati).
Stagione 2021: la scalata in classifica
La stagione 2021 è stata la prima vissuta a tempo pieno nel circuito ATP. Un’annata all’insegna della continuità che ha permesso a Sinner di riprendere in maniera ancora più decisa la scalata della classifica dopo un impedimento esterno causato dal congelamento dei punti deciso dall’ATP come conseguenza della pandemia. Ciononostante, Jannik aveva comunque guadagnato 34 posizioni nel corso del 2020 passando dal n. 78 al n. 44: un’ottima base su cui iniziare a costruire l’assalto alla top 10. L’azzurrò iniziò subito al meglio la stagione vincendo un torneo 250 in Australia. A marzo arrivò poi la prima finale in un Masters 1000, a Miami. In estate fu invece il momento del primo titolo a livello 500 in quel di Washington, mentre in autunno Jan difese il titolo di Sofia e fece poi doppietta trionfando anche ad Anversa. Con questi risultati l’azzurro sfiorò la qualificazione al Masters di fine anno a cui prese comunque parte per sostituire il connazionale Berrettini, infortunatosi durante la prima partita. A Torino la vittoria contro Hurkacz non bastò per superare il girone ma gli diede comunque l’accesso alla top 10 come ciliegina sulla torta di una stagione sempre in crescendo. 49 vittorie e 22 sconfitte il bilancio finale con quasi il 70% di vittorie: decisamente non male per essere il primo anno “full-time”.
Sinner nel 2022: la svolta e l'inizio dell’ascesa
Il 2022 è stato probabilmente l’anno più complicato di questa prima parte di carriera di Sinner. Eppure, la stagione era iniziata benissimo con 7 vittorie consecutive tra ATP Cup e Australian Open. Poi una sconfitta fin troppo netta contro Tsitsipas ai quarti di finale di Melbourne è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso portando Jannik a separarsi dal suo coach Riccardo Piatti per affidarsi alla coppia Vagnozzi-Cahill. Un cambiamento importante che ha inevitabilmente comportato qualche mese di assestamento. I primi frutti della collaborazione si sono visti in estate: prima l’azzurro ha sfiorato il colpaccio contro Djokovic nei quarti di finale di Wimbledon in cui era avanti due set a zero, poi sulla terra rossa di Umago è arrivato il primo (e in realtà unico) titolo della stagione grazie a una prestazione stellare contro Alcaraz. Una costante dell’annata sono stati però i problemi fisici che in alcuni casi lo hanno fermato proprio sul più bello come nei quarti a Roma contro Tsitsipas. Perciò Jannik non è riuscito a migliorare la sua classifica perdendo cinque posizioni rispetto alla fine del 2021 nonostante un bilancio di vittorie-sconfitte di poco migliore (47-16).
I record di Sinner nel 2023
Avvicinandoci alla stretta attualità, passiamo allora al 2023, l’anno in cui Sinner ha cambiato marcia spazzando via tutti i dubbi che erano maturati durante il 2022 e che erano stati corroborati anche da alcuni risultati nella parte centrale della nuova stagione. Dopo un buon avvio caratterizzato dal successo nel 250 di Montpellier e dalla finale nel 1000 di Miami, Jan aveva infatti attraversato un periodo negativo in concomitanza dello swing sulla terra rossa, chiuso con due eliminazioni premature a Roma e al Roland Garros. Proprio la sorprendente sconfitta a Parigi con Altmaier è stata però foriera di un grande insegnamento per Jannik che in quella partita aveva perso la leggerezza che lo accompagna nell’affrontare le varie partite (senza comunque mai perdere la serietà).
A partire dalla stagione sull’erba, dove ha ottenuto la sua prima semifinale in uno Slam, Sinner ha quindi ripreso a macinare risultati prestigiosi e poi in autunno ha effettuato un ulteriore step assumendo la dimensione di vero e proprio campione. Questo il ruolino di marcia: due vittorie negli iper-competitivi 500 di Pechino e Vienna (sfatando – per due volte – il tabù Medvedev), le esaltanti prestazioni nelle Finals di Torino e l’assunzione del ruolo di trascinatore nelle finali di Davis, egregiamente svolto con 5 vittorie tra singolo e doppio tra cui quella indimenticabile contro Djokovic dopo aver annullato tre match point. Così è salito fino alla quarta posizione del ranking mondiale stabilendo anche il record italiano di vittorie stagionali: 64, a fronte di appena 15 sconfitte.
2024: le statistiche di Sinner oggi
Arriviamo dunque al 2024, l’anno dell’ingresso nell’élite della storia di questo sport. A partire dal primo torneo giocato, l’Australian Open. Jannik ha infatti trionfato a Melbourne laureandosi per la prima volta campione Slam ed entrando così nella cerchia dell’eccellenza assoluta. L'azzurro ha poi continuato a vincere, prima nel 500 di Rotterdam e poi nel 1000 di Miami. La stagione sulla terra è stata meno ricca di soddisfazioni ma Jan ha comunque sempre raggiunto almeno i quarti di finale in tutti i tornei disputati. In estate ha poi immediatamente ripreso ad aggiudicarsi dei trofei, vincendo sull’erba di Halle e sul cemento di Cincinnati. Quest’ultimo successo è stato il preludio del trionfo allo US Open per il secondo Slam. E come sempre gli è successo in carriera, anche l’ultima parte della stagione è stata fantastica. Da ottobre Jannik non ha più perso: ha conquistato il 1000 di Shanghai e ha poi dominato le Nitto ATP Finals di Torino, prima di contribuire in maniera determinante al bis dell’Italia in Coppa Davis. Così ha chiuso l’anno con 73 vittorie e solamente 6 sconfitte, per una percentuale di affermazioni superiore al 92%: la nona miglior prestazione di sempre.
Data ultimo aggiornamento 13 dicembre 2024