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Sport

Tutto sugli US Open 2025: i risultati di Sinner

Jannik Sinner sul campo da tennis
Jannik Sinner sul campo da tennis

Contenuto realizzato in collaborazione con la redazione di Ubitennis diretta da Ubaldo Scanagatta

Quando il rivale si dimostra più forte, al termine della partita gli si stringe la mano, con tanto di complimenti, e ci si dà appuntamento alla prossima sfida. È così che si è comportato Jannik Sinner, sconfitto all’ultimo atto dello US Open da Carlos Alcaraz in quattro set. Il campione italiano non è riuscito a confermare il titolo del 2024 e ha ceduto il passo allo spagnolo, che ha giocato una partita fenomenale sotto tutti i punti di vista. Insieme al titolo dello US Open, Alcaraz si è ripreso anche la vetta del ranking ATP, interrompendo il primo regno di Sinner, durato 65 settimane. Per Jannik resta la consapevolezza di aver vissuto un’altra fantastica stagione, con due titoli Slam conquistati (Australian Open e Wimbledon). Il focus si sposta già ai prossimi appuntamenti, con le Nitto ATP Finals 2025 di Torino sullo sfondo. 

Lo US Open di Jannik

Il percorso di Sinner a New York è stato comunque di altissimo livello, caratterizzato peraltro anche da alcune importanti rivincite prese contro avversari che lo avevano sconfitto in passato. Al primo turno Jannik ha superato facilmente il ceco Vit Kopriva con i parziali di 6-1, 6-1, 6-2 in poco più di un'ora e mezza di gioco. Un match in cui è stata palese la differenza di livello tecnico tra i due giocatori, ma che è servito al numero uno italiano per prendere confidenza con le condizioni di gioco del torneo. "È stato un buon primo turno, a livello fisico mi sento bene – ha detto Jannik, che arrivava dallo spiacevole ritiro in finale a Cincinnati a causa della spossatezza dovuta a un virus -. Quando si inizia un torneo, è fondamentale la fase di preparazione”. Poco da dire sulla partita, così Jannik, stuzzicato dai media, in conferenza stampa ha parlato della rivalità con Alcaraz: “Negli ultimi tre anni ci siamo affrontati molte volte e ogni partita che giochiamo è diversa, se guardiamo l'aspetto tattico. Quando si gioca contro di lui, c’è da curare al massimo ogni aspetto. Ed è normale che si provino degli aggiustamenti diversi rispetto alla volta precedente”. 

Sinner - Popyrin

Al secondo turno, Sinner si è trovato di fronte Alexei Popyrin, giocatore australiano che sul cemento è avversario di tutto rispetto, se si pensa che solo lo scorso anno ha vinto il titolo all’Open del Canada per poi battere Djokovic proprio allo US Open. Un potenziale ostacolo reso abbordabile da Sinner, che ha vinto 6-3 6-2 6-2 in due ore di gioco. "Ho un piano per battere Sinner" aveva detto Popyrin alla vigilia. Quale che fosse la strategia approntata dall’australiano n.36 del mondo, è stata sbaragliata dal giocatore italiano, che ha offerto un rendimento straordinario in risposta con cinque break di cui tre ottenuto lasciando l’avversario a zero. “È stata una prestazione molto, molto solida – ha detto Jannik dopo il match -. Ho avuto la sensazione che nessuno dei due abbia servito particolarmente bene oggi; ci sono stati molti scambi da fondo campo e lì mi sono sentito abbastanza a mio agio. Sono molto felice del modo in cui ho superato questo turno”.

Sinner - Shapovalov

Il terzo avversario di Sinner a New York è stato Denis Shapovalov, canadese incostante ma imprevedibile che lo aveva sconfitto nell’unico incrocio tra i due, giocato all’Australian Open del 2021. “È un giocatore pericolosissimo – aveva detto Jannik prima del match -, ha grande potenziale, serve molto bene, è molto talentuoso. Devo stare molto attento: sarà una partita in cui la tattica sarà importante, ma fino a un certo punto”. In effetti, l’incontro ha presentato qualche grattacapo per Sinner, che si è trovato sotto di un set contro un Denis apparso nella sua miglior versione. C’è voluta una grande reazione dell’allievo di Vagnozzi e Cahill, che si era pure trovato sotto 3-0 nel terzo set. Da lì in poi, tuttavia, Jannik ha piazzato un filotto di nove game consecutivi che gli ha permesso di mettere le mani sugli ottavi di finale. "Non sono una macchina, a volte fatico anch'io. Ma quest'oggi non sento di averlo fatto – ha detto Sinner dopo la vittoria -. Semplicemente, lui ha giocato una bella partita e l'ho fatto anch'io. Mi sono trovato in un momento davvero difficile, sotto nel punteggio. Ho semplicemente cercato di restare lì mentalmente”. 

Sinner - Bublik

Obiettivo seconda settimana raggiunto. E l’ottavo di finale si presentava, sulla carta, molto complicato. Di fronte c’era Alexander Bublik, il kazako che solo lo scorso giugno aveva battuto Sinner ad Halle. Quella partita si è rivelata un lontano ricordo, perché Jannik ha offerto una prestazione semplicemente micidiale, portando a casa il match con un triplice 6-1. Bublik non è mai entrato in partita, stordito dal ritmo altissimo imposto da Sinner agli scambi da fondocampo. E fortuna che Jannik, pochi giorni prima, aveva fatto notare a tutti di non essere un robot e di non poter sempre vincere con punteggi netti… Eloquente il commento di Bublik su Instagram dopo la partita: “AI”, ha scritto riferendosi a Sinner, un giocatore che sembra programmato con l’intelligenza artificiale. Nulla di tutto questo, Jannik si trova al livello massimo del tennis grazie al talento e al sacrificio. 

Sinner - Musetti

A proposito di talento, nei quarti Sinner si è ritrovato di fronte un giocatore che ne ha in quantità industriale: il compatriota e compagno di Coppa Davis Lorenzo Musetti. I due hanno dato vita a un derby tutto azzurro, il primo di sempre in un quarto di finale Slam. Il giocatore di Carrara, alla miglior performance di sempre allo US Open, non è però riuscito a mettere in difficoltà Sinner, che si è imposto per 6-1 6-4 6-2. Dopo un primo set nettamente favorevole a Jannik, Musetti ha provato a rimanere in scia, soprattutto nel secondo set, quando è riuscito a dare la sensazione di poter allungare la contesa, ma le sette palle break non trasformate in tutta la partita hanno pesato parecchio. “Sinner è opprimente, ti porta fuori giri”, ha detto uno sconsolato Musetti. “Ho cercato di essere molto solido nei punti importanti, penso di aver servito abbastanza bene – l’analisi di Sinner -. È stata una prestazione molto positiva, ma le cose potevano complicarsi. I piccoli dettagli hanno fatto la differenza. Sicuramente la partenza ha fatto tanto, sono riuscito a colpire bene da subito. La partita è stata difficile mentalmente per entrambi, i derby sono una cosa diversa. Ma bisogna mettere da parte l’amicizia”. 

Sinner - Aliassime

In semifinale, Jannik si è trovato di fronte Felix Auger-Aliassime, giocatore che aveva già affrontato e sconfitto facilmente poche settimane prima a Cincinnati. Il canadese, n.27 del mondo, si è qualificato per la seconda volta al penultimo atto di questo torneo, dimostrando di poter essere tra i migliori del mondo sul cemento. Lo ha fatto anche nella semifinale, che è stata sicuramente la partita più complicata nella strada di Sinner verso la finale. Jannik ha portato a casa la vittoria, ma ci sono volute tre ore e diciannove minuti per chiudere 6-1, 3-6, 6-3, 6-4. Sinner ha saputo incassare i colpi migliori del canadese, salito di livello soprattutto nella seconda frazione, e ha trovato risorse inattese nei momenti più delicati, come nel quinto game del terzo set quando, sotto pressione, ha infilato due ace di seconda che hanno ribaltato l’inerzia. Da notare che Jannik ha anche dovuto gestire un piccolo problema ai muscoli addominali che ha fatto preoccupare i suoi tifosi. Il successo ha permesso a Sinner di diventare il quarto uomo nell’Era Open a centrare le finali in tutti gli Slam nella stessa stagione – dopo Laver, Federer e Djokovic - e di festeggiare al tempo stesso la 300esima vittoria in carriera nel circuito maggiore, nonché la quinta finale Slam consecutiva.

Sinner – Alcaraz, il gran finale degli US Open

E dunque, in finale c’è stata l’ennesima sfida contro Alcaraz. I due sono stati i protagonisti delle ultime tre finali Slam, confermando di formare un duopolio che domina, attualmente senza altri rivali veri e propri, il tennis maschile. "La nostra rivalità è cominciata qui, nel 2022. Ora siamo due giocatori diversi, anche dal punto di vista della fiducia – ha detto Jannik in avvicinamento alla sfida -. In campo ci piace vederci perché significa che, considerando la nostra classifica, stiamo andando bene nel torneo. Fuori dal campo ci incontriamo a volte. Non so se ne siamo felici o no (ride, ndr), ma scherzi a parte, penso che la nostra relazione sia positiva. Come dico sempre, abbiamo un ottimo rapporto anche fuori dal campo, e va tutto bene tra me e lui e anche tra i due team. Stiamo lavorando sodo, ma allo stesso tempo siamo anche persone normali”. 

La partita, a cui ha assistito anche il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ha visto un’affermazione piuttosto netta di Alcaraz: 6-2 3-6 6-1 6-4 il risultato finale, al termine di un match che ha visto Carlos eccellere in ogni parte del gioco. Lo spagnolo è stato efficace come poche altre volte con il rovescio, ma è stata soprattutto l’efficacia della prima di servizio a fare la differenza. Sinner l’ha messa in campo il 48% delle volte, contro il 61% dell’avversario, e ne ha ricavato il 69% dei punti contro l’83% di Alcaraz. Una vittoria meritata, quella di Carlos, che sale così a sei titoli Slam e consolida a 10-5 la sua leadership nei confronti diretti con Jannik. “Oggi lui è stato superiore, io non potevo fare di più”, ha detto un Sinner tranquillo e sorridente durante la cerimonia post gara. “Jannik, ormai vedo più te della mia famiglia – ha scherzato Alcaraz -. Stai facendo una stagione straordinaria, è sempre bello condividere il campo e lo spogliatoio con te”. Lo spettacolo in campo non è mancato nemmeno stavolta, così come la sportività nei comportamenti dei due contendenti. A Wimbledon era stato Jannik a prendersi la scena, stavolta a trionfare è Alcaraz. Ma questa splendida rivalità regalerà ancora tante emozioni. 

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