Sostenibilità
Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile
Con il termine “Sviluppo sostenibile” si intende uno sviluppo che consente di soddisfare le nostre necessità senza compromettere la possibilità alle generazioni future di soddisfare le proprie. L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione sottoscritto nel 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU che si articola su 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs - a loro volta articolati su 169 target o sotto obiettivi. L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei successivi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030 e in alcuni casi anche prima.
17 obiettivi SDGs 2030 per trasformare il nostro mondo
L’attuazione dell’Agenda 2030 richiede un forte coinvolgimento di tutte le componenti della società, dalle imprese private al settore pubblico, dalla società civile agli operatori dell’informazione e cultura, perché i 17 Obiettivi dell’Agenda Onu prendono in considerazione non solo le tematiche ambientali, come spesso si crede, ma anche quelle economiche e sociali e mirano a porre fine alla povertà, a lottare contro l’ineguaglianza, ad affrontare i cambiamenti climatici e a costruire società pacifiche che rispettino i diritti umani.
Tutti i Paesi sono chiamati a impegnarsi per definire una propria strategia di sviluppo sostenibile che consenta di raggiungere gli obiettivi fissati, comunicando i risultati conseguiti all’interno di un processo coordinato dalle Nazioni Unite.
L'HLPF - High Level Political Forum - è la principale piattaforma delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile e ha un ruolo centrale nel follow-up e nella revisione dell'agenda 2030 e degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) a livello globale, basato sulla presentazione di rapporti volontari sui progressi a livello nazionale e sub-nazionale della azioni dei paesi per la realizzazione dell'Agenda 2030. La prima riunione del Forum si è tenuta a settembre 2013. (Fonti: Sustainable Development Goals knowledge platform, 2022 e Agenzia per la Coesione Territoriale, 2023)
Ogni quattro anni si svolge, inoltre, un dibattito sull’attuazione dell’Agenda 2030 in sede di Assemblea Generale dell’ONU, alla presenza di Capi di Stato e di Governo: la prima verifica di questo tipo è stata realizzata nel settembre 2019. Le modalità di declinazione degli obiettivi a livello comunitario sono un’indicazione importante per i Paesi Membri nella definizione dei rispettivi obiettivi strategici.
Anche l’Unione europea è fortemente impegnata nel recepimento e definizione dei principi dell’Agenda 2030 di sviluppo sostenibile.
La Commissione europea, durante il discorso di apertura della seduta plenaria del Parlamento europeo presieduta da Ursula von der Leyen (luglio 2019), ha presentato un ricco programma d’azione da realizzare per i prossimi cinque anni, in cui emerge chiaramente la volontà dell’Unione di raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, anche in relazione all’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, e prepara il terreno per una strategia globale dell’UE per gli anni 2019-2024.
Quest’anno sono 40 gli Stati che presenteranno la propria voluntary national review, il documento con cui i Paesi forniscono alle Nazioni unite informazioni sull’attuazione dell’Agenda 2030 a livello nazionale. Per la prima volta la revisione volontaria sarà presentata anche dall’Unione europea.
Agenda 2030 in Italia: Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile (SNSvS) e le 5 aree di intervento
In Italia lo strumento di coordinamento per l’attuazione dell’Agenda 2030 è rappresentato dalla Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile (SNSvS), provvedimento che prevede un aggiornamento triennale e “che definisce il quadro di riferimento nazionale per i processi di pianificazione, programmazione e valutazione di tipo ambientale e territoriale per dare attuazione agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite”.
La Presidenza del Consiglio dei Ministri coordina l’attuazione della SNSvS, con la collaborazione del Ministero dell’Ambiente, per la dimensione interna, e del Ministero degli Affari esteri, per la dimensione esterna. Al Ministero dell’Economia e delle Finanze spetta il compito di raccordare l’attuazione della Strategia con i documenti ufficiali di politica economica e di coordinare la modellistica necessaria alla definizione dei relativi obiettivi. L’attuazione della Strategia si deve raccordare, infatti, con il Programma Nazionale di Riforma (PNR) e con il Documento di Economia e Finanza (DEF).
La Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile si basa su un approccio multidimensionale per superare le disuguaglianze economiche, ambientali e sociali e perseguire così uno sviluppo sostenibile, equilibrato ed inclusivo.
Questo approccio implica l’utilizzo di un’ampia gamma di strumenti, comprese le politiche di bilancio e le riforme strutturali.
Il piano è strutturato in cinque aree di intervento - rigenerazione equo sostenibile dei territori, mobilità e coesione territoriale, transizione energetica, qualità della vita, economia circolare - corrispondenti alle 5P dello sviluppo sostenibile proposte dall’Agenda 2030 che riguardano le persone, il pianeta, la prosperità, la pace e la collaborazione (le 5P, in inglese: people, planet, prosperity, peace, partnership):
- Persone: contrastare povertà ed esclusione sociale e promuovere salute e benessere per garantire le condizioni per lo sviluppo del capitale umano;
- Pianeta: garantire una gestione sostenibile delle risorse naturali, contrastando la perdita di biodiversità e tutelando i beni ambientali e colturali;
- Prosperità: affermare modelli sostenibili di produzione e consumo, garantendo occupazione e formazione di qualità;
- Pace: promuovere una società non violenta ed inclusiva, senza forme di discriminazione, e contrastare l’illegalità;
- Partnership: intervenire nelle varie aree in maniera integrata.
Strumenti di attuazione dei 17 obiettivi Agenda 2030
I 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile, suddivisi in 169 sotto-obiettivi o target, come si è anticipato riguardano non solo le tematiche ambientali ma anche – se non soprattutto - quelle economico-sociali. Ecco più in dettaglio di cosa si tratta e le relative linee d’azione a cui sono chiamate istituzioni e governi.
Le due principali linee d’azione sono sradicare la povertà estrema in tutto il mondo, misurata sulla base di coloro che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno, e ridurre almeno della metà la quota di uomini, donne e bambini che vivono in povertà in tutte le sue forme, secondo le definizioni nazionali.
Garantire, in particolare ai poveri e alle persone più vulnerabili un accesso sicuro a cibo nutriente e sufficiente per tutto l'anno. Porre fine a tutte le forme di malnutrizione; raggiungere i traguardi concordati a livello internazionale contro l’arresto della crescita e il deperimento nei bambini sotto i 5 anni di età; soddisfare le esigenze nutrizionali di ragazze adolescenti, donne in gravidanza e allattamento e le persone anziane. Raddoppiare la produttività agricola.
Assicurare la salute e il benessere per tutti, ridurre il tasso di mortalità materna e porre fine alle morti prevenibili di neonati e bambini sotto i 5 anni di età. Tutti i Paesi devono cercare di ridurre la mortalità neonatale ad almeno 12 per ogni 1.000 bambini nati vivi e la mortalità dei bambini sotto i 5 anni di età ad almeno 25 per 1.000 bambini nati vivi. Porre fine alle epidemie di AIDS, tubercolosi, malaria e malattie tropicali trascurate; combattere l'epatite, le malattie di origine idrica e le altre malattie trasmissibili.
Garantire libertà, equità e qualità nel completamento dell'educazione primaria e secondaria che porti a risultati di apprendimento adeguati e concreti. Garantire uno sviluppo infantile di qualità e un accesso a cure e istruzione pre-scolastiche così da essere pronti alla scuola primaria. Garantire a ogni donna e uomo l’accesso equo ad un’istruzione tecnica, professionale e terziaria.
Eliminare ogni discriminazione nei confronti di donne e ragazze e ogni forma di violenza nei confronti di donne e bambine, compreso il traffico di donne e lo sfruttamento sessuale e di ogni altro tipo. Eliminare ogni pratica abusiva come il matrimonio combinato, il fenomeno delle spose bambine e le mutilazioni genitali femminili. Riconoscere e valorizzare la cura e il lavoro domestico non retribuito, fornendo un servizio pubblico, infrastrutture e politiche di protezione sociale e la promozione di responsabilità condivise all'interno delle famiglie. Garantire piena partecipazione femminile e pari opportunità di leadership ad ogni livello decisionale in ambito politico, economico e della vita pubblica.
Ottenere l’accesso universale ed equo all'acqua potabile che sia sicura ed economica per tutti, l'accesso ad impianti sanitari e igienici adeguati. Migliorare la qualità dell'acqua eliminando le discariche, riducendo l'inquinamento e il rilascio di prodotti chimici e scorie pericolose, dimezzando la quantità di acque reflue non trattate e aumentando il riciclaggio e il reimpiego sicuro.
Garantire l’accesso a servizi energetici convenienti, affidabili e moderni. Aumentare la quota di energie rinnovabili nel consumo totale di energia. Raddoppiare il tasso globale di miglioramento dell’efficienza energetica. Promuovere gli investimenti nelle infrastrutture energetiche e nelle tecnologie dell’energia pulita. Implementare le infrastrutture e migliorare le tecnologie per fornire servizi energetici moderni e sostenibili, specialmente nei Paesi meno sviluppati.
Sostenere la crescita economica pro capite, e in particolare una crescita annua almeno del 7% del prodotto interno lordo nei Paesi in via di sviluppo. Raggiungere standard più alti di produttività economica attraverso la diversificazione, il progresso tecnologico e l’innovazione. Promuovere politiche orientate allo sviluppo, che supportino le attività produttive, la creazione di posti di lavoro dignitosi, l’imprenditoria, la creatività e l’innovazione, e che incoraggino la formalizzazione e la crescita delle piccole e medie imprese. Migliorare l’efficienza nel consumo e nella produzione di risorse e tentare di scollegare la crescita economica dalla degradazione ambientale, conformemente al Quadro decennale di programmi relativi alla produzione e al consumo sostenibile, con i Paesi più sviluppati in prima linea. Garantire un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per donne e uomini.
Sviluppare infrastrutture di qualità, affidabili, sostenibili e resilienti per supportare lo sviluppo economico e il benessere degli individui. Promuovere un'industrializzazione inclusiva e sostenibile e aumentare significativamente le quote di occupazione nell'industria e il prodotto interno lordo, in linea con il contesto nazionale, e raddoppiare questa quota nei Paesi meno sviluppati. Incrementare l'accesso delle piccole imprese industriali e non, in particolare nei Paesi in via di sviluppo, ai servizi finanziari, compresi i prestiti a prezzi convenienti, e la loro integrazione nell'indotto e nei mercati. Migliorare le infrastrutture e riconfigurare in modo sostenibile le industrie, aumentando l'efficienza nell'utilizzo delle risorse e adottando tecnologie e processi industriali più puliti e sani per l'ambiente.
Raggiungere progressivamente e sostenere la crescita del reddito del 40% della popolazione nello strato sociale più basso ad un tasso superiore rispetto alla media nazionale. Potenziare e promuovere l’inclusione sociale, economica e politica di tutti, a prescindere da età, sesso, disabilità, razza, etnia, origine, religione, stato economico o altro. Assicurare pari opportunità e ridurre le disuguaglianze nei risultati, anche eliminando leggi, politiche e pratiche discriminatorie e promuovendo legislazioni, politiche e azioni appropriate. Adottare politiche fiscali, salariali e di protezione sociale per raggiungere una maggiore uguaglianza.
Garantire l’accesso ad alloggi adeguati, ai servizi di base e riqualificare i quartieri poveri. Garantire l’accesso a un sistema di trasporti sicuro, conveniente, accessibile e sostenibile, migliorando la sicurezza delle strade, potenziando i trasporti pubblici, con particolare attenzione ai più vulnerabili. Potenziare un’urbanizzazione inclusiva e sostenibile e la capacità di pianificare e gestire un insediamento umano partecipativo, integrato e sostenibile. Potenziare gli sforzi per proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale. Ridurre in modo significativo il numero di decessi e il numero di persone colpite e le perdite economiche causate da calamità, con particolare riguardo alla protezione dei poveri e delle persone più vulnerabili. Ridurre l’impatto ambientale delle città, con particolare attenzione alla qualità dell’aria e alla gestione dei rifiuti. Fornire accesso universale a spazi verdi e pubblici sicuri, inclusivi e accessibili.
Raggiungere una gestione sostenibile e l’utilizzo efficiente delle risorse naturali. Dimezzare lo spreco alimentare e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura. Raggiungere la gestione eco-compatibile di sostanze chimiche e di tutti i rifiuti durante il loro intero ciclo di vita e ridurre il loro rilascio in aria, acqua e suolo. Ridurre la produzione di rifiuti attraverso la prevenzione, la riduzione, il riciclo e il riutilizzo. Incoraggiare le imprese, in particolare quelle di maggiori dimensioni, ad adottare pratiche sostenibili e integrare le informazioni sulla sostenibilità nei loro resoconti annuali. Promuovere pratiche sostenibili in materia di appalti pubblici.
Introdurre misure di protezione dell’ambiente nelle politiche nazionali e riconoscere la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici come principale forum intergovernativo per definire una risposta globale ai cambiamenti climatici. Aumentare la resilienza alle catastrofi naturali provocate dai mutamenti climatici e ribadisce l’impegno dei Paesi più sviluppati di raccogliere 100 miliardi di dollari all’anno per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad adattarsi ai mutamenti climatici.
Ridurre ogni forma di inquinamento marino, in particolare quello derivante da attività esercitate sulla terraferma, compreso l’inquinamento dei detriti marini e delle sostanze nutritive. Gestire in modo sostenibile e proteggere l’ecosistema marino e costiero per evitare impatti particolarmente negativi, anche rafforzando la loro resilienza, e agire per il loro ripristino in modo da ottenere oceani salubri e produttivi. Ridurre al minimo e affrontare gli effetti dell’acidificazione degli oceani. Regolare in modo efficace la pesca e porre termine alla pesca eccessiva, illegale, non dichiarata e non regolamentata e ai metodi di pesca distruttivi. Attuare piani di gestione per ripristinare nel minor tempo possibile le riserve ittiche. Preservare almeno il 10% delle aree costiere e marine e vietare forme di sussidi alla pesca che contribuiscono a un eccesso di capacità e alla pesca eccessiva.
Proteggere, ripristinare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi. Il disboscamento deve essere fermato e le foreste danneggiate devono essere ripristinate. Il rimboschimento deve essere incrementato in modo significativo a livello mondiale. Inoltre deve essere combattuta la desertificazione e le superfici colpite da questo fenomeno, oltre che da siccità e inondazioni, dovranno essere risanate. Per quanto riguarda la protezione della diversità delle specie, sono richieste misure urgenti per fermare il bracconaggio e il commercio di specie animali e vegetali protette.
Ridurre ovunque e in maniera significativa tutte le forme di violenza e il tasso di mortalità ad esse correlato. Porre fine all’abuso, allo sfruttamento, al traffico di bambini e a tutte le forme di violenza e tortura nei loro confronti. Promuovere lo stato di diritto a livello nazionale e internazionale e garantire un pari accesso alla giustizia per tutti. Ridurre il finanziamento illecito e il traffico di armi, potenziare il recupero e la restituzione dei beni rubati e combattere tutte le forme di crimine organizzato. Contrastare la corruzione e gli abusi di potere. Sviluppare istituzioni efficaci, responsabili e trasparenti. Garantire un processo decisionale responsabile, aperto a tutti, partecipativo e rappresentativo a tutti i livelli.
I Paesi industrializzati devono rispettare i loro impegni ufficiali di aiuto allo sviluppo, incluso l’obiettivo di destinare lo 0.7% del reddito nazionale lordo per l’aiuto ai Paesi in via di sviluppo e dallo 0.15% al 0.20% ai Paesi meno sviluppati. Aiutare i Paesi in via di sviluppo a sostenere il debito a lungo termine attraverso politiche coordinate volte a stimolare il finanziamento, la riduzione e la ristrutturazione del debito, e affrontare il debito estero dei Paesi più poveri e più fortemente indebitati. Adottare regimi di promozione degli investimenti per i Paesi meno sviluppati. Promuovere un sistema di scambio universale sotto il controllo dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. Incrementare le esportazioni dei Paesi emergenti, realizzare per i Paesi meno sviluppati un accesso al mercato libero da dazi e quote.
Gli obiettivi dell’Agenda 2030 a vantaggio delle aziende
Gli impegni dell’Agenda 2030, che certamente impattano in primo luogo su governi e istituzioni, hanno importanti ricadute anche per il mondo delle imprese. Per quanto riguarda i temi ambientali, sono chiamate a mantenere alta la qualità e la riproducibilità delle risorse naturali, avendo piena consapevolezza della limitatezza del pianeta e della fragilità degli ecosistemi, anche con riferimento agli effetti del climate change. Ma ugualmente importante è la necessità di guardare alla dimensione sociale, garantendo le condizioni di salute, sicurezza e, più in generale, di benessere psicofisico delle persone. Infine, ultima, ma non per importanza, la sostenibilità economica, cioè la capacità dell'impresa di assicurare una crescita duratura degli indicatori economici, generando lavoro e reddito per il sostentamento degli individui. Essa è strettamente legata alla governance, cioè l’insieme delle politiche attuate dagli organi di governo aziendale per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.
Le scelte delle imprese hanno un impatto sulla società e sull’ambiente e per questo è indispensabile gestire le risorse finanziarie, naturali e umane senza mai sfruttarle in maniera così intensiva da compromettere il benessere delle generazioni presenti e future. In altre parole, è necessario passare dall’obiettivo di massimizzazione dei profitti nel breve periodo, a quello di massimizzare il valore nel lungo periodo, non solo a beneficio dei soci (gli shareholder), ma di tutti i vari portatori di interesse (gli stakeholder), come i clienti, i fornitori, i dipendenti, i governi e la comunità.
Anche il mondo finanziario sta sviluppando una sensibilità sempre maggiore in merito alle dimensioni Environmental, Social e Governance (ESG) degli investimenti e un numero crescente di investitori prende in considerazione i fattori ESG nelle proprie strategie di investimento.
L’impegno di Intesa Sanpaolo per lo sviluppo sostenibile
Intesa Sanpaolo ha aderito a tutte le principali iniziative delle Nazioni Unite relative alla sostenibilità che riguardano il settore finanziario e si inquadrano nell’ambito del raggiungimento degli UN Sustainable Development Goals. Aderisce ai Principles for Responsible Banking (PRB), ai Principles for Sustainable Insurance (PSI) e ai Principles for Responsible Investment (PRI). Aderisce al Global Compact, l’iniziativa che coinvolge le Nazioni Unite e il mondo delle imprese che si impegnano a creare un quadro economico, sociale ed ambientale che consenta di promuovere un’economia mondiale sana e sostenibile e che garantisca a tutti la condivisione dei benefici.
Nel 2022 il Gruppo Intesa Sanpaolo ha posto le fondamenta e avviato le attività per il perseguimento degli obiettivi del Piano d’Impresa 2022-2025 che si basa su quattro Pilastri, tra cui il Pilastro ESG che supporta la creazione di valore sostenibile, rafforzando al contempo la leadership di Intesa Sanpaolo in ambito sociale ed ambientale.
Gli obiettivi ESG del Piano presentano una stretta connessione con alcuni Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Onu. Questo legame testimonia il nostro contributo alla generazione di un cambiamento positivo a livello globale, attraverso un impegno che, considerando i finanziamenti a famiglie e imprese e gli investimenti, si estendea tutti gli EDGs, focalizzandosi in particolare su questi 13 SDGs:
- Sconfiggere la povertà
- Salute e Benessere
- Istruzione di qualità
- Parità di genere
- Energia pulita ed accessibile
- Lavoro dignitoso e crescita economica
- Industria, innovazione e infrastrutture
- Ridurre le disuguaglianze
- Città e comunità sostenibili
- Consumo e produzione responsabili
- Lotta al cambiamento climatico
- Pace, giustizia e istituzioni forti
- Partnership per gli obiettivi
Intesa Sanpaolo si è impegnata a mettere a disposizione per il Green Deal europeo e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) un programma di erogazioni di 76 miliardi di euro dedicato alla Green, Circular Economy e alla transizione ecologica, di cui circa 32 miliardi già erogati nel 2021 e nel 2022. Nel 2022 i finanziamenti all’economia circolare avevano già raggiunto 3,1 miliardi di euro, mentre l’ammontare dei Sustainability Loan è stato di 2,2 miliardi di euro.
Il nostro impegno si estende anche alla coesione sociale e alla riduzione delle diseguaglianze, con azioni di contrasto alla povertà, sostenendo enti e associazioni caritative, sostegno all’infanzia, contrasto alla povertà educativa dispersione scolastica, educazione primaria e secondaria, inserimento lavorativo, violenza su donne e minori.
Abbiamo inoltre creato un Fondo di impatto per garantire finanziamenti a favore delle persone con difficoltà di accesso al credito nonostante il potenziale, come giovani universitari, mamme lavoratrici, imprenditrici.
Data ultimo aggiornamento 4 settembre 2024