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Sport

Jannik Sinner: allenatore, staff e dietro le quinte

Jannik Sinner sul campo da tennis
Jannik Sinner sul campo da tennis

Contenuto realizzato in collaborazione con la redazione di Ubitennis diretta da Ubaldo Scanagatta

Il tennis, espressione massima della solitudine nel proprio palcoscenico, è ormai da molti anni descritto dalla totalità dei giocatori del circuito ATP come uno sport certamente individuale, ma nel quale il team è la colonna portante dell’intera struttura. Dal coach al super coach, dal fisioterapista al mental coach, dal preparatore atletico al manager. Tutti ingredienti fondamentali che con il lavoro dietro le quinte – o meglio, nel famoso ‘box’ a bordo campo molto inquadrato dalle telecamere – possono fare la differenza per quel che riguarda il rendimento in campo del giocatore. 

Il team ha un’importanza fondamentale anche nel caso di Jannik Sinner. Se l’Italia ha un giocatore capace di issarsi al numero 1 del mondo è certamente perché si parla di un ragazzo dotato di un talento naturale fuori dal comune, ma a giocare un ruolo fondamentale è anche chi quel talento è chiamato a smussarlo e indirizzarlo. 

Dietro le quinte del campione Sinner: staff e lavoro di squadra

Jannik ha dietro di sé una squadra folta, ben strutturata e capace di lavorare con armonia ed efficacia, come testimoniano i risultati dell’azzurro. La particolarità, rispetto ad altri giocatori, è che ci sono due coach, Simone Vagnozzi e Darren Cahill, entrambi ex tennisti professionisti. Una situazione così potrebbe essere potenzialmente fonte di contrasti e divergenze di vedute, in questo caso invece si è creata una bella sintonia tra i due tecnici, fondata su stima e rispetto reciproci. Un’intervista molto approfondita dell’ATP analizza ai raggi X la squadra del tennista altoatesino. “Sono persone buone e felici; ognuno sa molto bene di cosa si deve occupare. Mi sento fortunato ad avere un team così”, sono le parole di Sinner sul proprio team, che come dirà poco dopo “è come una famiglia. Vedo più spesso loro che i miei genitori”. Si capisce sin da subito quello che il n.1 ATP cerca tra i membri della propria squadra: competenza e affinità. 

Per me ognuno è fondamentale. Quando qualcuno entra a far parte del gruppo non è importante solamente che sia uno dei migliori nel suo lavoro, ma è essenziale anche come io mi sento con questa persona. Devo essere a mio agio e sapere che posso parlare di qualunque cosa che mi passi per la testa con tutti quanti.

Jannik Sinner

Jannik Sinner allenatore: Vagnozzi e Cahill

La collaborazione di Sinner con Vagnozzi, originario di Ascoli Piceno e in precedenza coach di Marco Cecchinato, inizia a febbraio 2022, mentre quella con l’australiano Cahill, coach in passato di personaggi come Andre Agassi, Lleyton Hewitt, Andy Murray e Simona Halep, parte qualche mese dopo, a giugno 2022. “Il mio ruolo è quello di trasmettergli la mia esperienza” ci informa l’australiano, “fin qui sono stati mesi di collaborazione molto buoni e produttivi”. Si sapeva già l’attitudine di Jannik in campo, ma il tennista italiano ci tiene comunque a farlo sapere chiaro e tondo: “Sono il più competitivo, odio perdere”, e sia Vagnozzi che Cahill dicono all’unisono che “Jannik vuole vincere dappertutto, in ogni cosa che fa”.

Il Team di Sinner: tra routine e allenamento

Passando alla routine di un giorno standard di allenamento, i membri del team precisano che prima degli allenamentiSinner innanzitutto svolge qualche esercizio di mobilità e prevenzione, soprattutto alcuni specifici movimenti che lo proteggono da infortuni avuti in passato, come ad esempio quelli alla caviglia”. Ci sono due momenti dedicati ai massaggi prima e dopo l’allenamento mattutino. Quest’ultimo è di un’ora e mezza, in cui il campione azzurro viene seguito da Vagnozzi e Cahill e consiste in palleggi di ritmo con uno sparring partner, per finire con qualche punto. Nel pomeriggio, invece, “un’ora di tecnica in cui ci si concentra sul servizio, sulle volée, sullo slice…”.

Come dice anche Sinner, non è un rapporto unilaterale quello tra coach e giocatore; infatti, “loro mi spingono a dare il meglio di me, ma anche io li sollecito parecchio. Ogni giorno è una sfida, ed è fondamentale non solo che loro siano miei amici, ma che sappiano anche essere onesti con me”. Cahill, poi, interviene facendo sapere un aspetto molto importante della persona-tennista che è Jannik Sinner: “Non c’è molta differenza tra lo Jannik che si vede in campo e quello che si osserva al di fuori di esso. Lo si può vedere nei suoi occhi da volpe, che al momento giusto possono diventare quelli di una tigre”. Vagnozzi, invece, si sofferma sul fatto che “Sinner quando entra in campo vuole sempre migliorare, è costantemente col sorriso; quindi, per un coach è più semplice svolgere il suo lavoro”. Mettendo sul piatto della bilancia i risultati di quest’anno “Jannik è soddisfatto, ha più fiducia dopo la semifinale a Wimbledon e il titolo a Toronto. Questi erano i suoi obiettivi”.

Nella seconda metà di settembre 2024 ci sono stati due nuovi ingressi nel team di Jannik Sinner. Si tratta di due professionisti di altissimo calibro e con un curriculum a dir poco prestigioso alle spalle: il preparatore atletico Marco Panichi e il fisioterapista Ulises Badio. Classe 1964 e laureato in “Sport Coaching e Psicologia nello Sport” presso la NSU University della Florida, Panichi è stato campione italiano di salto in lungo ed è ormai un veterano nel mondo del tennis avendo iniziato a collaborare con alcuni giocatori azzurri 30 anni fa. Nel corso della sua carriera da preparatore atletico Marco Panichi ha infatti affiancato, tra gli altri, Sanguinetti, Santangelo e, più recentemente, Vinci, Schiavone, Bolelli e Fognini. Ma ci sono anche e soprattutto collaborazioni internazionali nel suo curriculum: da Karlovic a Kuznetsova passando per la cinese ex numero 2 del mondo e bi-campionessa Slam Li Na. All’appello manca ancora, però, il nome più importante di tutti: Novak Djokovic, il tennista più vincente della storia. 

Nella carriera del serbo i membri dello staff hanno sempre rivestito un ruolo fondamentale per il suo benessere fisico e mentale. Non solo i suoi allenatori, tra cui ricordiamo in particolare Marian Vajda e Goran Ivanisevic, ma anche altri componenti del team sono diventati delle certezze per Nole e tra questi ultimi rientrano proprio Panichi e Badio. L’italiano ha iniziato a collaborare con Djokovic nel 2017 ed è poi diventato una presenza fissa nello staff del serbo dal 2019 accompagnandolo fino al 2024. Insieme hanno quindi vinto 11 dei 24 Slam conquistati in carriera da Nole. 

Il periodo di collaborazione coincide con quello di Ulises Badio, fisioterapista argentino ma da anni residente nel trevigiano. Anche lui è infatti entrato nel team di Djokovic nel 2017 aiutandolo a superare uno dei pochi momenti veramente difficili della sua carriera. Badio è laureato in kinesiologia e fisioterapia ed è anche un esperto nell’ambito dell’alimentazione. Tra le sue esperienze passate si possono citare l’iniziale collaborazione con l’ATP e quella con la squadra di calcio del Valencia in Spagna. Per lui Djokovic non ha mai esitato a spendere parole al miele: “E’ una persona eccezionale, è un uomo buono e il modo in cui tratta gli altri è impressionante” disse con evidente gratitudine nei suoi confronti. Tanta quanta quella che gli mostrò dopo che Badio gli permise, con i suoi massaggi e le sue “mani magiche” (così disse Nole), di continuare a giocare e poi vincere l’Australian Open del 2021 nonostante uno strappo agli addominali.

La nuova doppia collaborazione è iniziata ufficialmente il 16 settembre quando Jannik ha dedicato un post ai suoi nuovi compagni di viaggio per dar loro il benvenuto. L’avvio è stato a dir poco positivo visto che nei primi due tornei insieme a Panichi e Badio l’azzurro ha raggiunto una finale (a Pechino) e ha vinto il torneo di Shanghai. “Sono due professionisti con una grande esperienza. Sono stati parte del team del numero 1 del mondo per tanti anni e il fatto che abbiano lavorato insieme già per diverso tempo è indubbiamente un vantaggio” ha detto Sinner su di loro. 

Durante la premiazione della finale del Masters 1000 di Shanghai, vinta da Sinner proprio contro Djokovic, il serbo ha colto l’occasione per salutare e ringraziare i suoi ex collaboratori dando ulteriore prova di quanto siano stati importanti per lui: “Complimenti anche al tuo team Jannik… un paio di ragazzi li conosco molto bene” – ha detto Nole. Insomma, pienamente in linea con la sua dimensione di numero 1 del mondo, Sinner ha scelto il meglio per rendere ancora più forte la squadra che lo sostiene. Ha ricreato una coppia vincente che va ad aggiungersi ad un altro duo a dir poco affiatato e coinvolto come quello composto da Simone Vagnozzi e Darren Cahill: il risultato è un vero e proprio dream team che non è secondo a nessuno nel circuito mondiale, dove ognuno ha un preciso compito e allo stesso tempo è un pezzo fondamentale del puzzle finale. Jannik è seguito da persone che credono nei suoi mezzi e lo stimolano al meglio. Ora l’azzurro è pronto a vivere da protagonista le Nitto ATP Finals di Torino

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