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Sport

Dal numero 1.592 alla vetta: le tappe più importanti del percorso di Sinner

Jannik Sinner sul campo da tennis mentre batte
Jannik Sinner sul campo da tennis mentre batte

Contenuto realizzato in collaborazione con la redazione di Ubitennis diretta da Ubaldo Scanagatta

È iniziata dalla posizione numero 1.592 la scalata di Jannik Sinner nel ranking ATP. Erano gli inizi del febbraio 2018 e un sedicenne originario della Val Pusteria che quattro anni prima aveva conquistato i campionati italiani di sci nella sua categoria d’età di slalom gigante vinceva la sua prima partita nel tabellone principale di un torneo futures – la categoria più bassa del tennis professionistico a livello internazionale. Lo sconfitto di quel giorno, l’indiano Aryan Goveas, oggi può dire di essere stato il primo giocatore a consegnare un punto ATP all’attuale numero uno del mondo. Sono passati quasi sette anni e quel ragazzino che aveva da poco scelto di dedicarsi unicamente al tennis adesso di punti ne ha quasi 12mila e al momento è indiscutibilmente il giocatore più forte del panorama mondiale. 

Nel corso di questo viaggio lungo 1.591 posizioni guadagnate, quella decisione di abbandonare lo sci si è rivelata sempre più azzeccata passo dopo passo. Ripercorrerli tutti non è facile in una carriera ancora giovanissima ma che ha già visto Jannik raggiungere traguardi progressivamente sempre più importanti fino ai titoli Slam e al primato mondiale. Vale però la pena riportare le tappe più significative di questo percorso per dare il giusto valore al modo in cui l’azzurro è arrivato al suo status attuale. 

Dal circuito futures al debutto fra “i grandi” dell’ATP e il suo primo Slam

Durante il 2018 Sinner prende confidenza con il circuito futures e ad agosto gioca la sua prima finale a questo livello. Nel frattempo inizia anche ad affacciarsi alla categoria superiore e ad ottobre, a Ortisei, non troppo lontano da casa sua, vince la sua prima partita in un Challenger contro il connazionale Luca Giacomini. Sembra ancora molto presto: il fisico di Jannik è ancora tutto da sviluppare così come il suo gioco sebbene le potenzialità si intravedano eccome. Non passa però molto tempo per registrare gli step successivi, già abbastanza significativi da far conoscere il volto di Sinner a buona parte degli appassionati italiani. Ad inizio 2019, a febbraio, conquista infatti il primo titolo Challenger a Bergamo dove era stato invitato nel tabellone principale con una wild card. Batte tre connazionali tra cui anche l’allora numero 172 del mondo Salvatore Caruso e guadagna così oltre 200 posizioni nel ranking passando dal numero 546 alla posizione 324.

Ma il 2019 è anche l’anno del debutto tra i “grandi”, nel circuito ATP. L’occasione è un torneo primaverile di categoria 250 a Budapest dove vince subito la sua prima partita nel tabellone principale dopo aver superato le qualificazioni. Questo risultato gli permette di entrare tra i primi 300 del mondo. A maggio, poi, Jannik vince il torneo di pre-qualificazioni degli Internazionali d’Italia battendo in finale un altro talento destinato a un grande futuro come Lorenzo Musetti. Ha così l’opportunità di esordire nel tabellone principale e di dare al pubblico del Foro italico un assaggio di ciò che avrebbe aspettato i tifosi italiani negli anni a venire. A nemmeno 18 anni compiuti, l’altoatesino batte in rimonta il numero 59 del mondo Steve Johnson dopo avergli annullato anche due match point. 

A luglio entra in top 200 consolidando il traguardo con la vittoria nel Challenger di Lexington. Ad agosto è invece il momento di una nuova prima volta: l’esordio in uno Slam, guadagnato passando tre turni di qualificazione allo US Open. A ottobre Jannik disputa anche la sua prima semifinale ATP nel torneo di Anversa e due settimane dopo entra tra i primi 100 del ranking mondiale. È però a novembre che si configura il primo grande acuto della sua carriera. A Milano ci sono le Next Gen ATP Finals. L’azzurro si presenta come ultimo qualificato ma in campo dimostra di valere già molto più della sua classifica in quel momento (n. 95). Supera infatti il girone e la semifinale senza troppi problemi e in finale domina il match contro de Minaur, già numero 18 del mondo e favoritissimo alla vigilia: un successo premonitore che elegge Sinner come miglior talento del circuito. 

Continua la scalata del ranking ATP superata la pandemia e primi tornei importanti

Nel 2020 l’emergenza pandemica ferma per alcuni mesi i tornei di tennis ma ciò rallenta solo parzialmente la crescita di Jannik. L’azzurro ha infatti modo di ottenere le prime prestigiose affermazioni contro avversari di alta classifica. A farne le spese sono tre top 10: Goffin a febbraio e soprattutto Tsitsipas e Zverev a settembre. Proprio battendo il tedesco al Roland Garros Sinner raggiunge il suo primo quarto di finale in uno Slam. Esattamente come successo l’anno prima (e come sarebbe successo anche in alcuni di quelli successivi), Jannik finisce poi in bellezza la stagione vincendo il suo primo vero titolo ATP in quel di Sofia dove sconfigge il canadese Pospisil in finale. L’azzurro conclude l’annata da numero 44 del mondo dopo averla iniziata alla posizione 78. 

A inizio 2021 l’altoatesino riprende immediatamente la scalata della classifica vincendo un torneo 250 in Australia. A marzo arriva poi la prima finale in un Masters 1000, a Miami, e ad aprile accede alla top 20. In estate è invece il momento del primo titolo a livello 500 in quel di Washington, mentre in autunno Jan difende il titolo di Sofia (dove per la prima volta in carriera era la prima testa di serie in un torneo) e fa poi doppietta trionfando anche ad Anversa. Con questi risultati l’azzurro sfiora la qualificazione al Masters di fine anno a cui prende comunque parte per sostituire il connazionale Berrettini, infortunatosi durante la prima partita. A Torino la vittoria contro Hurkacz non basta per superare il girone ma gli permette comunque di entrare in top 10: la ciliegina sulla torta di una stagione sempre in crescendo. 

2022: il cambio di allenatore e di marcia di Sinner

Anche il 2022 inizia benissimo con 7 vittorie consecutive tra ATP Cup e Australian Open. Poi una sconfitta fin troppo netta contro Tsitsipas ai quarti di finale di Melbourne porta Jannik a separarsi dal suo coach Riccardo Piatti per affidarsi alla coppia Vagnozzi-Cahill. Un cambiamento importante che inevitabilmente comporta qualche mese di assestamento. Nel frattempo, a maggio, l’azzurro vince il suo 100esimo match in carriera nel corso del 1000 di Madrid. I primi frutti della nuova collaborazione si vedono in estate: prima, sull’erba dove non aveva ancora mai vinto una partita, Jan sfiora il colpaccio contro Djokovic nei quarti di finale di Wimbledon, poi a Umago conquista il suo primo titolo sulla terra grazie a una prestazione stellare contro Alcaraz.

Il 2023 è poi la stagione in cui Sinner passa definitivamente alle marce più alte. I primi segnali dell’avvicinamento a una nuova dimensione arrivano già tra la primavera e l’estate. Ad aprile batte per la prima volta il numero 1 del ranking che in quel momento è Alcaraz. Lo fa nella semifinale di Miami dove però si ferma come due anni prima a un passo dal titolo nell’ultimo atto del torneo. A luglio raggiunge la semifinale a Wimbledon – la prima in uno Slam – e ad agosto vince il suo primo Masters 1000 a Toronto battendo in finale de Minaur. Ma è in autunno che Jannik effettua lo scatto decisivo: l’azzurro trionfa nel 500 di Pechino (dove supera Alcaraz e cancella il tabù Medvedev) e sale così al quarto posto del ranking mondiale eguagliando la miglior classifica raggiunta da Panatta. Seguono poi un altro successo a livello 500 (a Vienna) e soprattutto le prestazioni esaltanti alle Nitto ATP Finals di Torino dove solo Djokovic lo riesce a battere in finale.

La settimana dopo, però, Jan si prende la rivincita superando il serbo in una sfida fondamentale nel cammino dell’Italia verso la vittoria in Coppa Davis. Sinner, già decisivo in singolare e in doppio nel quarto di finale contro l’Olanda, annulla tre match point a Nole che avrebbero mandato la Serbia in finale e rimonta, vincendo poi anche il doppio. Jannik non sbaglia nemmeno in finale contro de Minaur e così può alzare l’insalatiera insieme ai suoi compagni di nazionale. A suggellare una stagione di altissimo livello, l’azzurro riceve due premi tra gli ATP Awards di fine anno: è lui il giocatore maggiormente migliorato nel corso del 2023 e il preferito dai tifosi. 

2024: la consacrazione definitiva di Jannik

Infine il 2024: l’anno dei sogni, un anno da fuoriclasse. Si capisce subito che la conclusione del 2023 è stata solo l’antipasto di quello che può succedere nella nuova stagione: a gennaio, in Australia per il primo Slam del 2024, Sinner dimostra infatti di non aver perso la condizione smagliante dei mesi precedenti e vince così il suo primo Major battendo prima Djokovic in semifinale e poi rimontando due set di svantaggio a Medvedev in finale. Inizia così un’annata indimenticabile che già a maggio lo porta sul trono del ranking: per la prima volta l’Italia ha un proprio rappresentante al numero 1 del mondo. È l’avvio dell’"Era Sinner”, un’etichetta già ampiamente legittimata dal secondo titolo Slam arrivato a settembre allo US Open, dal dominio assoluto alle Nitto ATP Finals di Torino e dalla replica di quanto avvenuto nel 2023 in Coppa Davis con l’Italia nuovamente sul tetto del mondo grazie a Jannik. 

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