Sport
Jannik Sinner nel finale di stagione 2023
Contenuto realizzato in collaborazione con la redazione di Ubitennis diretta da Ubaldo Scanagatta
Non ci sono più dubbi: Jannik Sinner ha raggiunto la dimensione del campione. A dire il vero, l’interrogativo, tranne che per gli scettici di mestiere, non ha mai riguardato il se ma solo il quando. E Jannik ha bruciato le tappe ancora una volta. Chi pensava che la stagione 2023 fosse sostanzialmente finita dopo lo US Open e che per un ulteriore step verso l’élite si dovesse aspettare il 2024 non aveva fatto i conti con la voglia dell’altoatesino di sfruttare ogni settimana per avvicinarsi al vertice del tennis mondiale. Così l’azzurro è stato indiscutibilmente l’MVP del circuito ATP nel mese di ottobre: il giocatore più in forma del momento in virtù dei due titoli di categoria 500 conquistati a Pechino e a Vienna mettendo in fila, tra gli altri, Rublev, Tiafoe, Medvedev (due volte) e Alcaraz.
Proprio la duplice affermazione su Medvedev (in entrambi i casi in finale) è la testimonianza più affidabile del passo in avanti effettuato da Sinner. Fino a poche settimane fa, infatti, il russo rappresentava un tabù per il nostro portacolori, sconfitto sei volte su sei. Nel giro dell’ultimo mese, invece, Jannik è riuscito a batterlo in due modi diversi (prima variando il gioco e poi sul piano dell’intensità e della resistenza) e senza particolari demeriti dell’avversario. A questo punto solo Djokovic rimane su un gradino più alto, ma in vista delle Nitto ATP Finals di Torino (al via il 12 novembre) spetta a Sinner, più che agli altri, il titolo di “anti-Nole”. La sfortunata tappa parigina, conclusasi con un ritiro quasi obbligato per via delle discutibili scelte di programmazione degli organizzatori, non può infatti minimamente condizionare il giudizio sull’ultimo mese e men che meno su una stagione fuori dal comune per costanza di rendimento. Ora, però, è il momento della resa dei conti tra gli otto “Maestri” del tennis mondiale.
Jannik Sinner all’ATP 500 Pechino 2023
Lasciatosi alle spalle le polemiche per la scelta di saltare l’impegno in Coppa Davis di Bologna (dove l’Italia ha disputato e superato il girone di qualificazione alle fasi finali di Malaga), Jannik Sinner rientra nel circuito dopo quasi un mese senza partite ufficiali a Pechino per dare inizio all’ultima fase della sua stagione. Per la prima volta nella sua giovane carriera, l’altoatesino affronta quindi la trasferta asiatica che negli ultimi anni era stata fortemente limitata dalle cancellazioni dei tornei cinesi per via delle misure anti-Covid del governo di Pechino. Ai nastri di partenza del China Open, che torna in calendario dopo quattro anni, ci sono sostanzialmente tutti i migliori giocatori del mondo. L’unica eccezione è rappresentata dall’assenza di Djokovic che ha deciso di non prendere parte ai tornei asiatici. In ogni caso, è un 500 – tra i più lussuosi dell’anno – che sa di Masters 1000 per il livello dei contendenti.
Il cammino di Sinner, numero 6 del seeding, parte dalla sfida con il britannico Evans, mai affrontato in precedenza. L’azzurro, probabilmente ancora un po’ arrugginito dal periodo passato lontano dalle competizioni come dimostrerà un accenno di crampi nel terzo set, rischia di imbrigliarsi in una partita che avrebbe potuto chiudere in due set essendo avanti 6-4 5-4 e servizio. Evans, infatti, riesce spesso a mandare fuori tempo il numero 1 d’Italia con il suo gioco fatto di variazioni e palle senza peso e, dopo aver recuperato lo svantaggio, domina il tie-break. Jannik ne viene comunque fuori nel terzo parziale con grande maturità e ritrovando la sua usuale solidità da fondocampo, oltre a un buon numero di ace (saranno 11 in totale). Il britannico, numero 33 del mondo, ci prova fino alla fine, ma il 22enne di San Candido regge dal punto di vista fisico e archivia la scomoda pratica dopo quasi tre ore di gioco: è 6-4 6-7 6-3.
Dopo un esordio complicato, Sinner torna in campo contro il giapponese Nishioka (#38) e senza perdere ulteriore tempo si toglie di dosso quella ruggine mostrata contro Evans. L’equilibrio dura pochi game: il break nel quinto gioco dà il via alla fuga dell’italiano che impone il suo ritmo e sfrutta la velocità contenuta del servizio dell’avversario per aggredire fin dalla risposta. Nel secondo set non c’è storia: dopo il 6-2 del primo parziale, Jannik mette a segno un 6-0 che non ammette repliche e chiude i conti dopo un’ora e otto minuti di gioco. Per la dodicesima volta in stagione, l’azzurro raggiunge i quarti di finale di un torneo ATP. Inoltre, diventa il primo italiano a vincere per tre anni (nel suo caso consecutivi) almeno 45 incontri ufficiali, ma questo è solo il primo dei tanti primati che Sinner collezionerà in questa fase della stagione.
Per guadagnarsi l’accesso alla semifinale, Sinner è chiamato ad alzare ulteriormente il livello del suo tennis. L’avversario è infatti Grigor Dimitrov, reduce da una convincente vittoria su Rune e che poi si confermerà tra i più in forma in questo periodo arrivando a un passo dalla finale a Shanghai. La partita, in effetti, non è semplice per Jannik: il primo set è suo con il punteggio di 6-4, ma nel secondo il bulgaro riesce a non far scappare l’azzurro annullando ben otto palle break. Solo in un paio di occasioni sono più i demeriti dell’altoatesino che i meriti di Grigor che, con eleganza e cinismo, strappa poi il servizio a Sinner e porta il match al terzo. Sembra mettersi male per il numero 1 d’Italia che ha anche un malessere che lo porta a vomitare in un bidone della spazzatura. Il nostro portacolori, però, reagisce alla grande: dopo qualche minuto di assestamento all’inizio del parziale decisivo, Jannik decide di prendere in mano le redini degli scambi e brekka grazie a un forcing senza tregua. Dimitrov si procura qualche chance per rimettersi in corsa ma sbaglia troppo con il dritto: errori che Sinner non perdona chiudendo già sul 6-2 dopo due ore e mezza di tennis godibile.
Tutto è apparecchiato quindi per una nuova e attesissima (fin dal sorteggio del tabellone) sfida tra Jannik e Alcaraz, diventata ormai un classico: una rivalità consolidata tra due campioni del presente e del futuro del tennis. Carlos è reduce da due vittorie piuttosto agevoli contro Musetti e Ruud. I precedenti, a livello ATP, sono in parità sul 3-3. L’avvio di match è appannaggio dello spagnolo che sembra ingiocabile. Sinner ha però l’enorme merito di mantenere la calma ed evita quindi che l’avversario possa prendere troppo margine. Nel giro di pochi minuti, allora, la situazione si ribalta: l’azzurro inizia a sciorinare dritti vincenti (o simil tali) uno dietro l’altro, a partire da quello anomalo e stretto (non sarà l’unico in questa trasferta asiatica) che gli permette di annullare la palla break che avrebbe mandato Alcaraz sul 3-0. Si ripropone così quel ping-pong asfissiante su cui, come già visto nelle puntate precedenti, quello più a disagio appare proprio lo spagnolo. Nel tie-break, infatti, la spunta Jannik che trasforma il set point con una risposta imperiosa di dritto.
Il talento azzurro cavalca l’onda e si porta in vantaggio anche in avvio di secondo parziale. Il numero 2 del mondo prova a organizzare una rimonta ma sciupa cinque palle break per via di un mix di suoi errori (specie di dritto) e di superiorità di Sinner (in particolare sulla diagonale di rovescio). Anche le percentuali al servizio dell’altoatesino (59% di prime in campo a fine match) contribuiscono alla conservazione del vantaggio che si amplia fino al 6-1 conclusivo (il terzo che Jannik rifila all’amico-rivale dopo i due dell’anno scorso a Umago) dopo quasi due ore di gioco. Un risultato figlio di un Alcaraz sostanzialmente arresosi di fronte a un “Sinner principesco, blindato mentalmente, inesorabile nei punti chiave della partita”, usando le parole di Stefano Semeraro su La Stampa.
Il 22enne di San Candido è così il primo giocatore a battere il 2003 spagnolo in quattro occasioni diverse, ma non è l’unico traguardo notevole raggiunto da Jannik grazie a questa vittoria: l’azzurro si assicura infatti un nuovo best ranking alla quarta posizione della classifica mondiale eguagliando l’apice toccato da Panatta nel 1976. Sinner rimane però focalizzato esclusivamente sul campo e sul torneo, arrivato all’ultimo atto in cui affronterà Daniil Medvedev: “Sono ovviamente sono molto contento della mia prestazione. Questo match è sicuramente al top tra i più importanti che ho giocato ma ora voglio concentrarmi sulla sfida con Medvedev. Non l’ho mai battuto…”.
Se ormai non ci sono dubbi sul fatto che Alcaraz sia alla portata di Sinner (almeno per quanta riguarda i confronti diretti), c’è ora da dimostrare che anche Medvedev è battibile. Il russo ha infatti vinto le prime sei sfide (di cui due quest’anno) con l’italiano lasciandogli solo tre set. Fin dai primi punti ci si rende conto della brillantezza atletica e tecnica di Jannik che serve alla grande, concedendosi anche diverse discese a rete subito dopo la battuta, e costruisce altrettanto bene i punti. Anche Daniil, comunque, è sul pezzo e il primo set si decide quindi al tie-break: qui il russo patisce il pressing dell’avversario e si ritrova in un attimo sullo 0-5, complice il rendimento stellare al servizio dell’azzurro che non ha problemi a chiudere il parziale.
Il secondo set ha un andamento molto simile. Sinner continua a giocare su livelli altissimi, Medvedev prova a resistere e raggiunge di nuovo il tie-break. Il numero 3 del mondo non può però nulla dinanzi a una serie di vere e proprie magie realizzate dall’italiano che prima inaugura il tie-break vincendo un punto infinito grazie a una smorzata, poi sale a match point con un passante di dritto in corsa mozzafiato e, per finire, mette il punto esclamativo con una risposta vincente su una prima tutt’altro che tenera del russo. Dopo due ore di una partita indimenticabile, Jannik rompe il tabù Medvedev e si laurea campione del China Open dopo aver fatto fuori le prime due teste di serie (nonché numero 2 e 3 del mondo). È il terzo titolo della stagione e il nono in carriera (il secondo della categoria 500): l’altoatesino stacca quindi Berrettini nella classifica degli italiani più vincenti e si avvicina ulteriormente a Panatta.
Questo il commento del talento azzurro nel post-partita dopo aver sollevato il prestigioso e ingombrante trofeo: “Avevo perso tante volte con Daniil, è sempre speciale quando batti un giocatore contro cui non hai mai vinto (durante la premiazione Jannik lo aveva esplicitamente ringraziato “per avermi reso un giocatore migliore, anche in allenamento”). È stata una settimana molto positiva, anzi meravigliosa. Ho dovuto superare avversari duri e sono molto orgoglioso di me per come è andata a finire. So che devo migliorare ancora tante cose, il lavoro da fare è ancora molto”.
Jannik Sinner agli ATP 1000 Shanghai 2023
Sono solo due i giorni di riposo tra la memorabile finale di Pechino e l’inizio di un nuovo impegno per Sinner, spostatosi a Shanghai per partecipare al penultimo Masters 1000 della stagione. Così Jannik alla vigilia del suo esordio: “E’ la prima volta per me qui. Tutti mi parlavano molto bene del torneo, e posso confermare che è un torneo meraviglioso, un posto fantastico. Speriamo che sia una settimana piacevole”. I protagonisti del torneo sono fondamentalmente gli stessi visti a Pechino e infatti l’altoatesino è nuovamente numero 6 del seeding, non ancora adeguatosi alla nuova classifica che vedrà Jannik al quarto posto.
Dopo aver beneficiato di un bye al primo turno, Sinner inaugura il torneo contro lo statunitense Giron (n. 80 del mondo). In maniera prevedibile, Jannik non è pimpante come nelle fasi finali del 500 di Pechino ma riesce comunque a non replicare quanto successo a Cincinnati, dove aveva perso all’esordio dopo aver trionfato pochi giorni prima a Toronto. L’azzurro rimedia infatti a una partenza a rilento che aveva portato Giron sul 3-0 e, con pazienza e anche qualche aiuto da parte dell’americano, annulla quattro set point (di cui tre consecutivi) nel tie-break del primo parziale. Il secondo set, invece, scorre in maniera più tranquilla e, dopo un’ora e 45 minuti di gioco, l’altoatesino chiude sul 7-6 6-2 e si guadagna l’accesso al terzo turno. Non solo: questa vittoria vale anche la qualificazione matematica alle Nitto ATP Finals di Torino.
Soddisfatto, Jannik si esprime così in conferenza stampa: “La qualificazione per Torino era l’obiettivo principale che ci eravamo posti per questa stagione, è davvero fantastico esserci arrivati. È stata una partita dura oggi, ma lo sapevo ancora prima di scendere in campo che sarebbe stata così. Non ho avuto tanto tempo per adattarmi a questi campi. Per me è fondamentale aver superato questo match: quando ho vinto a Toronto, sono uscito subito a Cincinnati e non volevo che si ripetesse la stessa cosa”.
Sfida inedita al terzo turno: dall’altra parte della rete c’è l’argentino Sebastian Baez, numero 29 del mondo e reduce da una serie di buone prestazioni estive sul cemento nordamericano. Il 22enne di Baires conferma di star attraversando un periodo di grande fiducia nei propri mezzi giocando un primo set a tratti dominante. L’argentino spinge forte sull’acceleratore, mentre Jannik è falloso con il dritto e poco preciso al servizio: Baez, allora, si prende il break e lo conserva fino alla fine del set. L’azzurro, però, non ci sta e dà il via alla missione rimonta ritrovando i colpi che lo avevano tradito nella prima frazione. Il suo livello di gioco sale senza tregua e Sebastian non riesce a tenere il passo. Il conteggio dei vincenti si ribalta e, dopo due ore di un incontro di qualità, il tabellone del punteggio segna 6-3 6-2 per Sinner nel secondo e nel terzo set.
Anche gli ottavi propongono un match senza precedenti ma che potrebbe diventare uno dei classici degli anni avvenire. Dopo una prima parte di stagione complicata, servita per assestarsi nel circuito dei ‘grandi’, Shelton ha infatti usato lo US Open (dove ha raggiunto la semifinale) come palcoscenico per lanciare un messaggio ai giovani talenti già affermatisi ai livelli più alti: ci sarà anche lui a giocarsi la futura leadership del tennis mondiale. Non contento, il 2002 americano vuole ribadire le sue intenzioni proprio contro Sinner. In realtà, il match non inizia nel migliore dei modi per lui: il servizio non è incisivo come ci si aspetterebbe e il computo dei gratuiti è troppo alto per tenere il passo dell’azzurro che, con ottime percentuali in battuta, si aggiudica il primo set con il punteggio di 6-2. Nel secondo parziale, però, la musica cambia: Shelton è molto più centrato, mentre Jannik sembra dover fare i conti con le tossine figlie delle 8 partite in 12 giorni. Tanto basta per far esaltare l’americano che brekka e poi gestisce il vantaggio a suon di ace e prime vincenti.
Al decider Sinner ritrova le energie per non far scappare via l’avversario. Entrambi hanno qualche opportunità per spezzare l’equilibrio, ma la freddezza del campione dell’altoatesino viene controbilanciata dalla potenza del servizio dell’americano. È quindi tie-break: Jannik parte male ma riesce a recuperare. È però una risposta travolgente di Shelton a decidere l’incontro al photofinish dopo due ore e mezza di gioco. La striscia di vittorie del nostro portacolori si ferma dunque a quota sette.
Jannik Sinner all’ATP 500 Vienna 2023
Già sicuro di un posto alle Finals, Sinner modifica leggermente la sua programmazione per gestirsi in vista degli ultimi impegni stagionali e salta quindi l’ATP 250 di Anversa. Resta invece nel suo calendario la tappa di Vienna, un altro torneo 500 molto competitivo vista la presenza di giocatori come Zverev, Rublev, Tsitsipas e Medvedev. In seguito all’aggiornamento della classifica, comunque, Jannik è il secondo favorito del tabellone dietro solamente a Medvedev.
Il cammino di Sinner riparte da dove si era interrotto: l’urna di Vienna si diverte a mettergli nuovamente di fronte Shelton che nel frattempo ha dato seguito al suo momento d’oro vincendo il primo titolo della carriera a Tokyo. L’americano non conosce riposo e due giorni dopo aver concluso la trasferta asiatica è già nella capitale austriaca. Come confermerà lo stesso Jannik nel post-partita, Ben sembra piuttosto fresco e pimpante nonostante il lungo viaggio.
Il numero 15 del mondo tiene infatti il passo dell’azzurro e si procura anche alcune chance di break. Sinner si aiuta però con il servizio (alla fine del match alla voce prime in campo si leggerà 80%: un dato fuori dall’ordinario) e gioca poi un tie-break di grande sostanza, non concedendo nulla e approfittando degli errori di Shelton, la cui strategia ‘rischiatutto’ non paga. Nel secondo parziale aumenta ulteriormente la pressione del numero 4 del mondo che alla fine riesce nell’intento di evitare un altro tie-break strappando il servizio all’avversario sul 5-5 e prendendosi così la rivincita dopo la sconfitta di Shanghai.
Al secondo turno c’è un derby ad aspettare Sinner. Lo sfidante è infatti Lorenzo Sonego, ripescato dopo aver perso nelle qualificazioni e vittorioso su Cerundolo al primo turno. I tre precedenti – tutti in questa stagione – indirizzano nettamente il pronostico verso Jannik che, effettivamente, controlla la partita dall’inizio alla fine senza lasciare troppi margini di manovra al connazionale. Nel primo set Lorenzo mette poche prime in campo e soffre praticamente in ogni turno di servizio, perdendone due. Il numero 1 d’Italia, invece, prosegue sulla scia del match con Shelton mantenendo percentuali elevatissime (il dato finale salirà addirittura all’83%: il migliore della sua carriera). C’è maggiore equilibrio nella seconda frazione, grazie a un Sonego più propositivo e a un Sinner leggermente più falloso. Jannik supera comunque un momento delicato sul 2-3 e poi si prende il break che conserva fino in fondo, concedendosi anche diversi serve and volley.
Finisce 6-2 6-4 dopo poco più di un’ora e mezza e il 22enne di San Candido si conferma così uomo-derby: le vittorie ai danni di altri giocatori italiani nel circuito maggiore diventano infatti 11, a fronte di zero sconfitte. “Sono felice di servire così e di rispondere come sto rispondendo – commenta Sinner – sto imparando a gestire anche la parte mentale durante il match e credo di essere molto attento a tutto quello che sto facendo. Fa tutto parte del processo di miglioramento che rimane la cosa più importante”.
Dopo la rivincita su Shelton, c’è spazio per un’altra ai danni di Tiafoe. L’americano, numero 14 del mondo, sconfisse Sinner due anni fa proprio a Vienna in semifinale e l’azzurro fece fatica a digerire la battuta d’arresto (decisiva per la mancata qualificazione alle Finals) soprattutto per l’atteggiamento dell’avversario, al confine tra lo spettacolare e l’antisportivo. Jannik parte decisamente meglio di Frances e brekka al primo tentativo. Sebbene con percentuali inferiori a quelle dei primi due turni, l’altoatesino serve comunque bene e così riesce ad amministrare il vantaggio fino al 6-3 che mette in archivio il primo set.
Tiafoe prova allora a mischiare le carte e a destabilizzare l’italiano con i suoi modi da showman ma non sortisce effetti. Sinner, infatti, trova il break e, superando qualche difficoltà, lo conferma anche. Pochi minuti dopo, arriva la parola fine sull’incontro. È 6-3 6-4 dopo un’ora e venti: Jannik si prende anche questa rivincita e raggiunge la nona semifinale del 2023. Ma non finisce qui: con 54 vittorie stagionali l’altoatesino eguaglia il record italiano di Barazzutti.
Eliminata la settima testa di serie, il grado di difficoltà cresce ulteriormente: l’ostacolo da superare per accedere alla finale è rappresentato dal numero 3 del seeding Rublev che ai quarti ha avuto la meglio su Zverev. Il bilancio dei precedenti (3-2 per Sinner) è fortemente condizionato da due ritiri dell’azzurro, ma il russo prova comunque a dimostrare di poter impensierire l’avversario. Così è, perché il numero 5 del mondo si porta in vantaggio sfruttando un turno di battuta non impeccabile da parte di Jannik. Il nostro portacolori, però, reagisce proprio quando si trova a dover rispondere per restare nel set. Con coraggio e un pizzico di fortuna, il numero 1 d’Italia ottiene le palle break cercate e trasforma la seconda grazie a una risposta di rovescio. Proprio questo colpo torna decisivo anche qualche minuto più tardi: Rublev, infatti, è nervoso e non ha la lucidità necessaria per variare la direzione delle sue seconde. Arriva così un altro break e Sinner chiude il parziale con cinque game vinti consecutivamente.
Jannik sembra in controllo anche nel secondo set e infatti nel nono game effettua l’allungo che gli permette di andare a servire per la partita. Il russo, però, non si dà per vinto e, alla quarta occasione, riesce a controbrekkare. Si approda quindi al tie-break dove entrambi non riescono a nascondere un po’ di tensione che risulta poi decisiva sul primo match point a disposizione dell’italiano: Rublev commette infatti un doppio fallo che consegna a Sinner l’accesso alla sesta finale del suo 2023 (la 14esima in carriera considerando anche le Next Gen Finals del 2019). L’altoatesino stabilisce quindi il nuovo record italiano di vittorie in una singola stagione: 55. I primati da almanacco, però, non sembrano interessare più di tanto il giovane talento azzurro: “Io non gioco per la storia italiana, gioco per me stesso. È stata un’ottima stagione, nella quale ho vinto molte partite anche giocando meno. Credo di poter essere molto contento soprattutto per me stesso”.
Nell’altra semifinale Medvedev batte in due set Tsitsipas e, a distanza di tre settimane e mezzo, si ripropone quindi la stessa finale di Pechino (nonché di Rotterdam e Miami). È l’occasione per dimostrare che la vittoria nella capitale cinese, dopo sei sconfitte con il russo, non è stata un caso e che Jannik ha pienamente raggiunto l’élite del tennis mondiale. L’incontro si dimostra all’altezza del ranking dei due giocatori sin dalle prime battute. È una partita a scacchi: Sinner ripropone l’arma del serve and volley che era stata decisiva a Pechino, ma Medvedev questa volta non si fa cogliere impreparato. L’azzurro, allora, la mette sul piano dell’intensità da fondocampo, senza dimenticare alcune variazioni sul tema. Le doti difensive del russo vengono messe a dura prova e così Daniil è costretto a fare la sua parte in fase offensiva. Dopo uno scambio di break e una serie di game non facili per i giocatori al servizio, sul 5-6 Sinner è glaciale nell’annullare un set point affidandosi alla battuta. Come in Cina, quindi, si va ancora al tie-break: il filo dell’equilibrio si spezza solamente sull’8-7 quando Jannik risponde in maniera aggressiva e attacca, prendendosi di forza il primo set.
Dopo un’ora di gioco su certi ritmi, entrambi, inevitabilmente, devono fare i conti con una maggiore imprecisione nel secondo parziale. A pagare il prezzo più alto, in questa fase, è Sinner che subisce il break nel quinto gioco dopo un errore a rete. Medvedev approfitta del momento di appannamento dell’avversario e allarga il gap. Il 22enne di San Candido cerca di archiviare il passaggio a vuoto e prova a rimontare, ma il numero 3 del mondo riesce comunque a chiudere sul 6-4. Il terzo set è allora una lotta di resistenza: Jannik sembra averne di più e infatti esce vincitore da un game di risposta da 32 punti brekkando alla nona opportunità. Sarebbe una batosta per chiunque ma non per Daniil che recupera immediatamente. Le energie del russo, però, sono veramente ridotte al lumicino. Sinner fiuta allora l’odore della vittoria e ottiene un altro break che, questa volta, si rivela decisivo. Dopo oltre tre ore di intensità sovrumana, il nostro portacolori può sorridere andando oltre la stanchezza: Medvedev è nuovamente battuto. Jannik si aggiudica anche l’ATP 500 di Vienna e raggiunge quota 10 titoli nel circuito: come lui, nella storia moderna del tennis italiano, solo Panatta.
“Credo che questa partita rimarrà impressa nella memoria di molte delle persone che l’hanno vista; posso dire che questo è uno dei tre o cinque migliori match della mia vita – dice il talento azzurro, sollevato e soddisfatto, in conferenza stampa – Nel terzo set la contesa è diventata molto fisica, ma nel complesso credo di aver fatto un’ottima partita […] Domani volo a Parigi e mi prendo una giornata di pausa; spero di essere pronto, ma in ogni caso credo che un dolce ce lo siamo meritati”. Dopo un torneo e una finale del genere, puoi dirlo forte Jannik!
Jannik Sinner al Masters 1000 Parigi Bercy 2023
Senza troppo tempo per gustare la vittoria viennese e magari una Sacher torte, Sinner si sposta immediatamente a Parigi per l’ultimo Masters 1000 della stagione nonché ultimo appuntamento prima della resa dei conti tra i migliori otto giocatori dell’anno alle Nitto ATP Finals di Torino (in programma dal 12 al 19 novembre). Sui campi indoor di Bercy fa il suo ritorno, proprio in vista del Master di fine stagione, anche il numero 1 del mondo Novak Djokovic, rimasto ormai l’unico “scalpo” a mancare alla collezione di Jannik.
Dopo il consueto bye, l’esordio nel torneo di Sinner è in programma per mercoledì contro il numero 42 del mondo Mackenzie McDonald. In realtà, però, l’azzurro scende in campo quando è già giovedì: una serie di partite precedenti protrattesi oltre il previsto hanno fatto slittare di diverse ore il programma e così Jannik gioca il primo punto del suo torneo a mezzanotte inoltrata. Considerate anche le fatiche di Vienna e un avversario piuttosto scomodo, ci sarebbero tutte le premesse per assistere a un’altra eliminazione a sorpresa dopo quelle di Medvedev per mano di Dimitrov e – soprattutto – di Alcaraz contro Safiullin. Il primo set sembra portare proprio in questa direzione. L’altoatesino riesce a brekkare McDonald ma, chiamato a servire per aggiudicarsi il primo parziale, incappa in un turno di battuta da dimenticare con zero prime in campo. L’americano si guadagna quindi il tie-break dove Sinner viaggia a corrente alternata prima di lasciare il set all’avversario per colpa di una brutta volée.
Le gambe sono pesanti e l’orologio è impietoso, ma Jannik, spronato dal suo team, si ribella a un destino che sembra segnato rimanendo mentalmente attaccato al match. La determinazione del giocatore italiano viene ripagata: dopo tanta fatica nei game di servizio di McDonald, Sinner trova il guizzo in risposta al momento giusto, sul 6-5, evitando quindi un nuovo tie-break e portando la partita al terzo quando sono passate le due di notte. Il set vinto è fonte di energie fin qui nascoste per l’azzurro che dà lo strappo decisivo all’incontro brekkando nel quarto gioco. L’americano non è più quello del primo set e deve quindi arrendersi. Alle 2.37 (record del torneo) Jannik colpisce alla sua maniera il dritto che chiude il match sul 6-7 7-5 6-1 consegnandogli la prima vittoria in carriera a Bercy (unico 1000 in cui non aveva ancora raccolto alcun successo). La meritata ricompensa per aver avuto la forza di superare una situazione così difficile è la certezza matematica di essere la quarta testa di serie alle Finals.
“Non è stato ottimale giocare una partita così tardi, ringrazio il pubblico, anche quelli da casa che sono rimasti svegli. Non so se giocherò domani, vediamo come mi sentirò”. Così si era espresso Sinner subito dopo la partita con McDonald. A complicare ulteriormente la situazione ci aveva infatti pensato la scelta – a dir poco discutibile – degli organizzatori di inserire l’ottavo di Jannik contro De Minaur nel bel mezzo del programma della giornata successiva (e non al suo termine), lasciandogli così appena 12 ore di riposo (considerando anche gli impegni inderogabili di un post-partita).
Il coach dell’azzurro, Darren Cahill, aveva allora affermato che “non c’è alcuna attenzione al benessere dei giocatori con questa programmazione” (e di tale avviso è stato anche Casper Ruud). Perciò in pochi si sono sorpresi quando, a poco più di due ore dall’inizio previsto dell’incontro, il torneo ha comunicato ufficialmente il ritiro di Sinner. Giocare un match contro un avversario del livello di De Minaur senza aver potuto recuperare tutte le energie sarebbe stato infatti un rischio inutile in vista delle Nitto ATP Finals di Torino, ormai dietro l’angolo.
Un autunno al top: ora Finals e Davis per concludere in bellezza
A settembre ci eravamo lasciati, dopo l’eliminazione per mano di Zverev agli ottavi dello US Open, individuando nella prestanza fisica e nel killer instinct due elementi fondamentali su cui avrebbe dovuto lavorare Sinner per raggiungere uno status ancora più elevato. È vero: nei successivi quattro tornei disputati da Jannik non ci sono state prove sui cinque set. D’altra parte, però, i crash test superati a pieni voti dall’azzurro nel mese di ottobre sono tali da poter affermare che progressi rilevanti sono già stati fatti e che, in fondo, bastava pazientare qualche altra settimana. Tra Pechino, Shanghai, Vienna e Bercy, il 22enne di San Candido ha infatti vinto 5 dei 6 incontri protrattisi al terzo e, soprattutto, si è aggiudicato tutti i cinque tie-break giocati contro Rublev, Alcaraz e Medvedev (gli avversari più forti affrontati in questa fase).
Dopo il successo proprio su Medvedev in finale a Vienna, arrivato al termine di oltre 3 ore di tennis epico, Paolo Bertolucci ha parlato così di Jannik: “ne conoscevamo la forza psicologica anche di fronte alle situazioni più complesse, dopo un lungo e proficuo lavoro con lo staff ci ha aggiunto un’importante maturazione fisica e atletica, limando e sterilizzando così uno dei punti deboli del recente passato”. Non è da escludere che possa aver dato una mano anche il periodo di lontananza dagli incontri ufficiali che Sinner si è voluto prendere dopo lo US Open, rinunciando alla Davis ed esponendosi a critiche che, come ha scritto Giulia Zonca su La Stampa, fanno parte dell’“indole nazionale di tifosi burberi sempre in cerca di qualcuno da esaltare e trucidare con uguale passione”.
Il coach dell’altoatesino, Simone Vagnozzi, ha spiegato che dopo New York “Jannik aveva bisogno di staccare, di prendersi del tempo per poi poter concludere bene tutta la fase finale della stagione che terminerà con le Finali di Davis a Malaga”. L’ex allenatore di Sinner, Riccardo Piatti, ha parlato di questione di “sopravvivenza”, alla luce dei ritmi frenetici che il calendario attuale impone.
In ogni caso, i risultati di ottobre hanno dato ragione all’azzurro e al suo team. Jannik ha mostrato migliorie e novità tecniche (l’aumento della percentuale di prime in campo e l’introduzione dello strettino anomalo di dritto sono stati gli aspetti più evidenti); ha confermato di essere la “kryptonite” di Alcaraz e si è scoperto più che temibile anche per Medvedev. Siamo pienamente dentro il gotha attuale del tennis mondiale e la convinzione che Sinner ne faccia parte a pieno titolo è condivisa: ne è consapevole lui (“mi sento tra i migliori giocatori del mondo” – ha detto dopo la semifinale di Vienna con Rublev) e lo dicono anche i suoi colleghi, a partire da quel Medvedev che, di fronte alla sconfitte patite, non ha avuto problemi ad ammettere che “Jannik è un gradino sopra gli altri, al livello mio, di Alcaraz e di Djokovic”.
Nel frattempo, in maniera inevitabile e naturale, il nuovo numero 4 del mondo ha fatto incetta di record nazionali (elencati qui sotto), a partire proprio dal ranking raggiunto: solo Panatta si era spinto così in alto nella classifica ATP, rimanendo però in quella posizione solamente per tre settimane, già superate da Sinner. Il mitico Adriano raggiunse quella posizione nel 1976, l’anno in cui fu poi tra i protagonisti dello storico (e fin qui unico) trionfo dell’Italia in Coppa Davis. Proprio la competizione per le rappresentative nazionali costituisce uno degli ultimi due impegni stagionali di Jannik: tra le Finali ATP (12-19 novembre) e quelle di Davis (il 23 novembre è in programma il quarto di finale Italia-Olanda), c’è quindi margine per chiudere in bellezza (magari proprio come fece Panatta) e rendere indimenticabile una annata che rimarrà in ogni caso nodale per l’avvenire del giovane talento azzurro. E’ iniziato l’ultimo chilometro della stagione 2023: Sinner è nelle primissime posizioni del gruppo e lo stato di forma è promettente.
I nuovi primati di Jannik Sinner
- Italiano meglio classificato nel ranking mondiale al pari di Adriano Panatta (superato per settimane di permanenza alla posizione n. 4)
- Italiano più titolato nell’Era Open al pari di Adriano Panatta (10)
- Primo italiano a qualificarsi alle Finals tra le prime quattro teste di serie
- Primo italiano a vincere almeno 45 match ufficiali in tre stagioni
- Record nazionale di vittorie in una singola stagione (al momento 57)
- Primo italiano a vincere quattro titoli in una singola stagione (lo aveva già fatto nel 2021)
ATP 500 Pechino
1° T – [6] J. Sinner b. D. Evans 6-4 6-7 (2) 6-3
2° T – [6] J. Sinner b. Y. Nishioka 6-2 6-0
Quarti di finale – [6] J. Sinner b. G. Dimitrov 6-4 3-6 6-2
Semifinale – [6] J. Sinner b. [1] C. Alcaraz 7-6 (4) 6-1
Finale - [6] J. Sinner b. [2] D. Medvedev 7-6 (2) 7-6 (2)
ATP 1000 Shanghai
1° T – Bye
2° T – [6] J. Sinner b. M. Giron 7-6 (7) 6-2
3° T – [6] J. Sinner b. [25] J. Baez 3-6 6-3 6-2
Ottavi di finale – [19] B. Shelton b. [6] J. Sinner 2-6 6-3 7-6 (5)
ATP 500 Vienna
1° T – [2] J. Sinner b. B. Shelton 7-6 (2) 7-5
2° T – [2] J. Sinner b. L. Sonego 6-2 6-4
Quarti di finale – [2] J. Sinner b. [7] F. Tiafoe 6-3 6-4
Semifinale – [2] J. Sinner b. [3] A. Rublev 7-5 7-6 (5)
Finale – [2] J. Sinner b. [1] D. Medvedev 7-6 (7) 4-6 6-3
ATP 1000 Parigi Bercy
1° T – Bye
2° T – [4] J. Sinner b. M. McDonald 6-7 (6) 7-5 6-1
Ottavi di finale – [13] A. De Minaur b. J. Sinner WO
Data ultimo aggiornamento 28 maggio 2024